Associazioni di idee 23/05/2018

L'olio extra vergine di oliva italiano si merita una pubblicità migliore

Dubbi e perplessità di Unasco sulle campagne pubblicitarie istituzionali del Ministero delle politiche agricole sull'olio nazionale. “Accesso civico per verificare le campagne del Ministero. Tradite le aspettative del Piano Nazionale Olivicolo” afferma Luigi Canino


“La pubblicità è l’anima del commercio” e se non ha ricadute sul mercato, significa che non funziona e che bisogna cambiare qualcosa. E se le azioni di promozione vengono realizzate senza il coinvolgimento di chi conosce il mercato e quotidianamente ne registra le istanze, le aspettative, i punti di forza e le potenziali criticità, si rischia di sprecare occasioni e risorse pubbliche di cui pure bisognerà rendere conto, anzitutto ai cittadini.

Il Presidente di Unasco, il consorzio nazionale dei produttori olivicoli, Luigi Canino, annuncia azioni, anche in affiancamento alle associazione consumeriste, per far luce sulle iniziative comunicative e pubblicitarie attivate in autonomia dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, senza aver preventivamente ascoltato le organizzazioni di produttori per definire messaggi, target e modalità di misurazione dell’efficacia delle campagne stesse.

“Attiveremo tutte le iniziative utili a verificare genesi e procedure di attribuzione che hanno portato alle campagne di comunicazione sull’olio extravergine di oliva italiano, compreso un accesso civico agli atti. Vogliamo capire quali fossero le finalità comunicative, e se vi possano essere opacità o potenziali irregolarità, atteso che, malgrado gli investimenti di risorse pubbliche, il mercato interno dell’olio extravergine di oliva italiano è ancora in fortissima sofferenza”.

Canino evidenzia anche come anche le iniziative di imprenditori privati che hanno investito in pubblicità abbiano avuto risultati trascurabili sul consumo di olio extravergine di oliva italiano.

“Abbiamo i magazzini pieni di olio di altissima qualità, consumatori esigenti e una domanda che non incontra l’offerta. Dobbiamo uscire da questo paradosso”. Il Presidente dei coltivatori olivicoli italiani Unasco esprime preoccupazione anche per la mancata attuazione del Piano Nazionale Olivicolo, approvato nella passata Legislatura ma ancora inapplicato nelle azioni necessarie e urgenti di promozione e di sostegno ai produttori che hanno fatto della trasparenza e della genuinità dei prodotti e dei territori la propria ragione di vita.

“Ci auguriamo che il prossimo Governo attivi concretamente le azioni urgenti – finora disattese – necessarie per far sì che la produzione italiana, nonostante sia insufficiente a coprire il fabbisogno dei consumatori del mercato nazionale, non rimanga invenduto e possa effettivamente arrivare sulle tavole dei cittadini. Il Piano Nazionale Olivicolo finora ha tradito tutte le aspettative. Le organizzazioni di produttori sono pronte a continuare a fare la propria parte ma non possiamo salvare l’olivicoltura da soli. Coltivare l’olivo e produrre olio in Italia significa contribuire a difendere la salute dei cittadini, a valorizzare le nostre tradizioni e la nostra cultura, a tutelare il patrimonio ambientale e paesaggistico del Bel Paese. Siamo stati lasciati soli in questa guerra contro la barbarie della cattiva alimentazione e del depauperamento delle nostre campagne” conclude Canino.

di C. S.