Libri 28/05/2005

ATTRAVERSO LA NATURA, UN PRETE VICINO AL MONDO RURALE CI AIUTA A RIFLETTERE E AD AGIRE

Gli alberi parlano, vivono per noi, crescono con noi e mese per mese ci riservano una sorpresa fatta di colori e di fiori. Gli alberi sono compagni di vita. Per questo Gian Carlo Bregantini, vescovo di Locri-Gerace, riporta in un volume di rara bellezza e fascino, le lezioni di una vita perché tutti ne facciano tesoro


Gian Carlo Bregantini, per chi ancora non lo conoscesse, è vescovo della diocesi di Locri-Gerace. Lo è in particolare dal 1994.

Religioso stimmatino, è chiamato da tutti, semplicemente padre Gian Carlo. E' nato nel 1948 a Denno, in provincia di Trento. In Val di Non, per l'esattezza, laddove, dopo qualche anno nelle vesti di "prete operaio", proprio nel periodo più caldo delle lotte di fabbrica, approda nel lontano Sud: a Crotone, in Calabria.

Dal 2000 Bregantini è presidente della Commissione per il problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace della Cei, la Commissione episcopale italiana. Ma il vescovo degli ultimi è anche autore di vari volumi, tra questi segnaliamo Una chiesa tra gli ulivi: riflessioni pasquali di un vescovo (2000) e La terra e la gente: la speranza in cui credo (2001), Titoli insomma alquanto evocativi, che rimandano tutti alla concretezza del mondo agricolo. Anche il libro che presentiamo si caratterizza per questa adesione piena alla realtà della terra. Il titolo del libro pubblicato dalle Edizioni Messaggero di Padova è attrattivo: Gli alberi dell'anno (collana "Terra & Cielo", pp. 166, euro 7,50)



Gli alberi dell'anno è un libro che contiene le riflessioni di un vescovo, di un uomo di religione legato tanto ai ricordi del nativo trentino quanto alla sua Calabria, una terra nella quale i colori degli alberi mutano, ma non muta il colloquio che monsignor Bregantini sa instaurare con la natura che lo circonda, espressione della volontà del Creatore.

Dalla scelta di un albero-simbolo per ogni mese dell'anno, Bregantini prende spunto per riflettere sulle vicende della sua terra: l'ulivo, albero della pace per gennaio, mese della pace, una pace difficile in una terra - la Locride - ferita dalla mafia; l'alloro come simbolo di vittoria per il mese di febbraio, simbolo di vita temperante, allenata bene, conquistata ogni giorno in sacrifici che non richiedono corone, ma che aprono il cuore a gesti sempre più generosi. E ancora marzo, con l'albero di mimosa, omaggio alla donna che nel pensiero del vescovo è la madre che lo ha seguito in Calabria, sono le collaboratrici dei sacerdoti nelle parrocchie e in curia, le suore che lavorano nei paesi più sperduti con viscere materne, sempre vitali proprio perchè stimolate dalla sofferenza della gente. E così via, l'uno dopo l'altro, un mese, un albero, mille pensieri scritti per liberare il cuore.

In un contraltare di ricordi, esperienze, riflessioni e desideri di pace e serenità per la propria terra, Bregantini regala un libro che desidera essere un augurio di un Nuovo Anno ricco interiormente, ma soprattutto desidera porsi quale ponte tra Nord e Sud d'Italia, un invito al dialogo, alla scoperta delle differenze e della tolleranza, alla collaborazione tra i due poli della Penisola, attraverso la mediazione dell'Autore, tra i ricordi del suo Trentino e l'amore per la sua Locride.

Un libro che attraverso la Natura può far riflettere, un passo alla volta, un albero alla volta, un mese alla volta. Ed in chiusura, un augurio, tutti gli alberi non assomiglino all'albero del bene o del male posto al centro dell'Eden, per diventare dolore e vergogna.
Sullo sfondo, dunque, e sopra tutti gli altri alberi, Bregantini pone l’albero della croce, perché “da quell’albero scende su tutti un fiume di grazia e di luce che trasforma ogni deserto in giardino dai mille colori, i colori della pace e della vita".

di T N