L'arca olearia 26/02/2005

OLIO & RISTORAZIONE. NOSTRA RISOLUTA INIZIATIVA CONTRO L’USO DELLE AMPOLLE NEI PUBBLICI ESERCIZI

Basta con le solite storie, si chiede una svolta. Vi proponiamo uno schema di proposta di legge da avanzare agli organi competenti affinché si sensibilizzino nel vietare la presentazione degli extra vergini nelle classiche e anonime ampolline. Leggete e divulgate questo articolo ai vostri conoscenti. Aderite alla nostra campagna a favore di una scelta per la qualità


Diciamo basta. La si faccia finita, non se ne può più. La pazienza ha un limite.
Lo ripetiamo senza sosta: basta, basta, basta.
Non si può accettare che nei pubblici esercizi si continui con la solita storia.
E’ inconcepibile che nell’anno 2005 si continui assurdamente a presentare l’olio extra vergine di oliva (o presunto tale) nelle balordissime ampolline.
Si sa bene che l’olio di qualità viene inevitabilmente a degradarsi quando viene immesso in un contenitore in vetro chiaro, lasciato per giunta aperto, a contatto con l’aria ed esposto alla violenza della luce.


E’ inammissibile, dopo tante raccomandazioni, presentare ancora in uno stato così anomalo e primitivo, da persone senza la benché minima cultura alimentare, l’olio che si va ricavando dalle olive.
Si sa che si tratta di un prodotto intrinsecamente di alta qualità.
E tutti oggi sanno bene quanto sia importante alla salute e quanto buono sia un olio extra vergine di oliva anche sul piano puramente sensoriale ed edonistico. Non è il caso di spiegarne qui i motivi. Lo sanno anche i più ignoranti, quelli duri di testa ed estranei a una cultura della formazione permanente.

Si sa pure che la qualità va preservata, si sa che l’olio come ogni altro alimento è un corpo vivo che va via via degradandosi.
Per preservare la bontà dell’olio, per mantenere integre le proprietà nutrizionali e salutistiche che lo caratterizzano, per garantire la qualità nel tempo, per allungare la vita di un alimento così prezioso è necessario trattarlo bene.

Lo sanno tutti eppure c’è chi insiste nel presentarlo in forma anonima, senza che se ne conosca la provenienza, senza una precisa identità, senza un nome e cognome, senza risalire al produttore, alla zona di provenienza, senza curarsi di nulla, tranne che del numero di coperti e del fatturato.

Sul banco degli imputati chef e titolari dei pubblici esercizi
. Nessuno può contestare tale accusa perché è solo una esigua minoranza a presentare sulle tavole le bottiglie perfettamente chiuse e sigillate, provviste di etichetta.

Con questo appello non ci rivolgiamo ovviamente all’élite, quella parte minoritaria e percentualmente esigua che è sempre stata attenta a valorizzare la materia prima. Ci rivolgiamo a quei ristoratori che contro ogni regola professionale insistono nel presentare le balorde ampolle. Per metterci di tutto, senza alcuna regola, senza rispetto per la materia prima e di chi lavora per ottenerla.
L’olio come l’aceto, come il sale, come ogni altro condimento. In forma anonima, come se non fosse importante ricondurre il prodotto al produttore o a un determinato areale produttivo. In una ampolla in cui l’igiene non è assicurata e in cui l’olio si degrada perdendo le caratteristiche merceologiche di riferimento. E’ veramente assurdo che ciò accada, ancora più assurdo che le organizzazioni professionali non abbiano mai preso una posizione di ferma condanna, di disapprovazione. L’assurdo e il grottesco, insomma.

Ecco, noi iniziamo una campagna contro, non a favore, ma contro.
Abbiamo per anni invitato il mondo del food & beverage a sensibilizzarsi sul fronte degli oli. Non pensiamo certo all’istituzione di una “carta oli”, ch’è un passaggio che non tutti possono capire; ma a un obiettivo minimo, da sempre purtroppo trascurato, volutamente ignorato. Il nostro obiettivo è di far dismettere le ampolline, di eliminarle fisicamente, di romperle in mille pezzi, di gettarle via nei cassonetti della spazzatura. E’ un BASTA legittimo, anzi doveroso.

Occorre una scelta senza esitazioni, occorre imporre un aut, aut: o si eliminano le ampolle o si chiudono i ristoranti. Far sentire il rischio delle multe, far avvertire il rischio di chiusura del locale se vi è reiterazione, è una strategia possibile.

Ecco allora uno schema di proposta di legge che ci auguriamo possa avere un seguito: chiediamo perciò ai nostri lettori di sostenere tale iniziativa di civiltà. Il cibo merita maggiore rispetto, l’olio non può essere banalizzato versandolo in un’anonima ampollina.

Due sono le soluzioni.
La prima, più risolutiva e immediata: disertare i locali che ancora insistono nel presentare l’olio nelle ampolline.
La seconda, favorire una sensibilizzazione degli organi competenti, spingendoli a legiferare in tal senso: ecco perciò uno schema di proposta di legge.

Cosa occorre fare? Scriveteci, testimoniate la vostra personale adesione, possibilmente esprimendo una posizione chiara e inequivoca in merito. Inviate pure questo articolo a più persone, fate pressione su ogni canale di comunicazione. Abbiamo predisposto un apposito banner linkabile che potete inserire nei vostri siti. Cercate di fare una politica di persuasione, cercate di far ragionare coloro che insistono nell’adoperare le ampolle. Dite: BASTA all’olio non imbottigliato ed etichettato!

L’Unione europea legifera sulla rintracciabilità obbligatoria e noi invece assistiamo ancora all’imperversare delle ampolle nei ristoranti e nei bar? Vi sembra possibile?

La nostra campagna “contro” non è tuttavia contro la ristorazione, ai cui protagonisti chiediamo piuttosto di collaborare, insistendo con i loro colleghi affinché la smettano di restare così culturalmente arretrati rispetto ai tempi. Nel nome della qualità degli alimenti, cerchiamo dunque di dare una svolta allo stato della realtà; per questo chiediamo a tutti un impegno, in prima persona, senza sosta.

LO SCHEMA DI PROPOSTA DI LEGGE
Somministrazione di olio extra vergine d’oliva nei pubblici esercizi

VISTO il Reg CEE 136/66 e 1638/98 e successive modifiche
VISTO il Reg. CE 2568/91 e successive modifiche
VISTO il Reg. CE 1019/92
VISTO il Reg. CE 178/02
VISTA la Legge n. 287 del 1991
VISTO il Decreto legislativo 157 del 1995

Considerando che la libera circolazione di alimenti sicuri e sani è un aspetto fondamentale del mercato interno e contribuisce in maniera significativa alla salute e al benessere dei cittadini, nonchè ai loro interessi sociali ed economici

Considerando che l’origine del prodotto è diventato un elemento di fondamentale importanza e di tutela nei confronti del consumatore

Considerando che l’olio d’oliva possiede qualità organolettiche e nutritive che gli permettono di avere un mercato ad un prezzo relativamente elevato, tenuto conto dei costi di produzione, rispetto alla maggior parte degli altri grassi vegetali

Considerando che per garantire l’autenticità degli oli d’oliva è stato opportuno prevedere imballaggi di dimensioni ridotte provvisti di sistema di chiusura adeguato

Considerando che l’Unione europea ha recentemente regolamentato il confezionamento dell’olio extravergine d’oliva per evitare che il consumatore venga ingannato o che possa fraintendere le informazioni contenute in etichetta

Considerando che, negli ultimi anni, sono state introdotte numerose norme volte alla valorizzazione dell’extra vergine d’oliva, quali marchi di qualità e denominazioni d’origine

Si stabilisce quanto segue

Articolo unico
Ai pubblici esercizi è fatto divieto di somministrare direttamente al consumatore, fatti salvi gli usi di cucina e di preparazione dei pasti, olio extravergine d’oliva in ampolle o altri contenitori non etichettati conformemente alla normativa vigente.

di Luigi Caricato, Alberto Grimelli