L'arca olearia 29/01/2005

EXTRA VERGINI A PREZZI STRACCIATI. ANCHE LA PRESTIGIOSA TOSCANA DELL’OLIO HA LE SUE PECCHE. MANCANO TRASPARENZA E CHIAREZZA. A CHE PRO?

Una nostra inchiesta esclusiva svela alcuni retroscena intorno alla vendita a prezzi irrisori di olio a marchio Igp Toscano nel mercato statunitense. E’ possibile che un grande extra vergine venga svilito in catene distributive simili ai nostri hard discount? Sì, ma la colpa non è delle aziende di marca, ma di alcuni produttori


Già qualche mese fa siamo stati avvertiti da alcuni olivicoltori, piuttosto allarmati riguardo al tracollo del prezzo di conferimento dell’olio extra vergine di oliva toscano a indicazione geografica protetta.
Se, normalmente, negli anni passati oscillava intorno ai 6-6,5 euro, in quest’ultima campagna olearia, secondo quanto riferiscono molti produttori, è sceso fino a 5 euro e anche meno. Come mai?

Nel corso degli ultimi giorni abbiamo telefonato a diversi grandi frantoi toscani in cerca di riscontri.
Sono stati in molti – come l’Ol.ma cooperativa olivicoltori e l’Oleificio cooperativo Montalbano – a non aver voluto rispondere alle nostre richieste, o perché l’interlocutore non era autorizzato a divulgare questi dati e i responsabili erano misteriosamente irreperibili; oppure perché non intendevano rendere espressamente nota questa informazione.

Altri, come il signor Peccianti, dell’omonimo frantoio di Bibbona, ci ha dichiarato che – per quanto lo riguarda – “non esiste un unico prezzo di conferimento, ma che questo è oggetto di trattativa riservata. Il prezzo dipende da diversi fattori: qualità dell’olio, quantità conferita, quantità molita...”.

Altri ancora non solo non hanno voluto dirci il prezzo dell’olio conferito, ma ci hanno addirittura diffidato dal riportare nel nostro articolo la ragione sociale dell’azienda interpellata. In fondo, si sa, sono segreti di Stato; non possono mica essere resi pubblici, vi pare?

Invece alcuni si sono dimostrati assolutamente trasparenti. Come il signor Massimo Carlotti, responsabile del settore olio della cooperativa Terre dell'Etruria, che non ha avuto problemi a renderci noto che, quest'anno, hanno ritirato extravergine Igp ad un prezzo di 6 euro Iva compresa.

Quale è quindi il prezzo di conferimento di un extra vergine a Igp Toscano?
Lo abbiamo chiesto anche al dottor Giorgio Castigliola, direttore del Consorzio dell’Olio Toscano, ovvero il consorzio di tutela e promozione dell’Igp.
“Sebbene le quantità di olio atto a divenire Igp prodotte nel corso della campagna olearia 2004-2005 siano più che raddoppiate rispetto all’annata precedente – si stimano 72 mila quintali di extra vergine contro i 30 mila quintali circa – mi risulta che il prezzo al conferimento sia intorno ai 6 euro al kg”.

Sul fronte prezzo, quindi, c’è poca chiarezza. Da una parte vi è la denuncia di molti olivicoltori che dichiarano prezzi al conferimento pari o inferiori ai 5 euro, da altre fonti invece le cifre sono ben diverse.

Non si tratta, come ben sanno i produttori, di una questione di poco conto.
I costi di produzione sono alti in Toscana.
A 5 euro sono in molti gli olivicoltori che non riescono a coprire i costi.
A 6 euro esiste invece la possibilità di un pareggio di bilancio.

In dicembre, così come nelle ultime settimane, è corsa anche una voce.
Intendiamo subito precisare che non possiamo assicurarne la veridicità. Non siamo riusciti, nonostante i nostri sforzi a trovare riscontri oggettivi. Un muro di omertà sembra aver coperto la vicenda.
Proponiamo comunque tale voce ai nostri lettori, così come l’abbiamo ascoltata da più parti, omettendo, come è giusto e opportuno che sia, i nomi che ci sono giunti all’orecchio.

Ecco la storia. Alcuni importanti commercianti in olio della Toscana già da alcuni anni intrattengono un rapporto di collaborazione con una catena della Grande Distribuzione statunitense. Quest’anno, in virtù degli importanti volumi produttivi, la battaglia commerciale tra questi soggetti è stata più dura del solito, fino a portare alla definizione di un prezzo finale intorno ai 6 euro per bottiglia di extra vergine a Igp Toscano da un litro.

Abbiamo chiesto lumi in merito a questa vicenda ancora al dottor Castigliola, il quale ha fatto immediatamente rilevare che il Consorzio non ha nulla a che fare con questioni commerciali, dalle quali è completamente estraneo. Per definizione, normativa e statutaria, il Consorzio si occupa esclusivamente di tutela e di promozione del nome e del marchio.
Ci ha altresì dichiarato, a titolo personale, che ha visto prezzi di vendita al pubblico di 8,5 euro per le bottiglie da 0,75 litri nella Grande Distribuzione italiana e di 12 dollari per bottiglie da 1 litro negli USA.

Cerchiamo dunque di trarre delle conclusioni. Un prezzo di vendita al dettaglio di 12 dollari la bottiglia negli USA, secondo i nostri calcoli, è assolutamente in linea con uno di vendita all’ingrosso di 6 euro.

La tutela dell’immagine? Castigliola ha tenuto a ribadire che il Consorzio non può entrare in merito a trattative commerciali che riguardano esclusivamente i privati. D’accordo, prendiamo atto.

Che fine fa tuttavia la tutela dell’immagine?
Il prezzo, si sa, fa l’immagine. Che ne sarebbe infatti del buon nome di una Ferrari se questa costasse la metà o anche meno?
Già, provate anche voi a darvi una risposta.
Noi intanto possiamo dirvi che nell’ambito della nostra inchiesta abbiamo registrato atteggiamenti sorprendenti da parte di alcuni attori della filiera, ma neanche troppo inattesi. D’altra parte se il comparto oleario è in brutte acque, una ragione ci sarà pure. Che ne dite?

Noi abbiamo ascoltato il parere di Stefano Leonangeli, direttore generale di Carapelli Firenze, componente del Comitato Direttivo dell’Istituto Nutrizionale Carapelli e consigliere del Consorzio Olio extra vergine di oliva Igp Toscano.
Dottor Leonangeli, vorremmo sentirla intorno alla vicenda legata alla vendita di olio Igp Toscano alla catena statunitense Consco da parte di alcuni produttori. Come lei sa, in quest’ultima campagna olearia c’è stato un forte ribasso dei prezzi determinato da una dura battaglia commerciale interna al mondo della produzione. Lei ha inviato per questo una lettera ai consiglieri del Consorzio di tutela, con l’intento di metterli in guardia. Ci dica...
La mia posizione è abbastanza semplice. L’ho ribadita nella lettera che ho scritto, laddove invitavo a stare attenti a non svalutare il prodotto. Da operatore del settore sento d’altra parte le lamentele degli olivicoltori su quanto sia poco remunerativo produrre oggi olio. Poi però vedo che alcuni produttori forniscono extra vergine a marchio Igp Toscano a delle catene estere con prezzi che nelle sedi ufficiali vengono invece ritenuti non remunerativi. Ecco, a mio parere il caso di Consco, ch’è una catena principalmente rifornita dai produttori, è un freno allo sviluppo del prodotto toscano negli Stati Uniti. Noi, come azienda toscana, ci siamo impegnati ad allargare, a portare ovunque il prodotto anche a marchio Igp Toscano, insieme a quello italiano e a blend che facciamo come Carapelli e ci troviamo - pur essendo la terza marca presente nel mercato americano, e avendo delle grosse richieste di olio - a dover sentire le catene della grande distribuzione più importanti fare riferimento al prezzo di questa catena di drugstore - che è poi l’equivalente dei grandi magazzini della convenienza, simili ai nostri hard discount - in cui si propone un olio Toscano a marchio proprio, fornito da alcuni produttori toscani a prezzi addirittura più bassi dell’olio spagnolo al cento per cento. Ebbene, io credo che questo prezzo a scaffale che loro propongono costituisca senz’altro un freno, anche allo stesso sviluppo commerciale. La mia raccomandazione è di essere più coerenti. I produttori si lamentano che i sei, sette euro a chilo sono poco remunerativi per un olio toscano, poi però accade che i produttori confezionino e forniscano loro stessi a prezzi veramente vergognosi l’olio sui mercati. Ha senso, mi chiedo, tutto ciò?

La cosa che più sorprende è che sia proprio un’azienda di marca come la Carapelli a mettere in allerta il mondo della produzione dallo svilire i prezzi sui mercati...
Sì, le aziende di marca passano per quelle realtà che tengono bassi i prezzi. Noi invece compriamo l’olio toscano dalle cooperative o dai produttori pagandolo a un prezzo di mercato che in genere viene ritenuto remunerativo. Paradossalmente, ci troviamo all’estero con dei concorrenti che immettono sui mercati oli a prezzi che non sono riconducibili a una materia prima toscana. Sono oli di qualche piccolo confezionatore - che molto spesso è anche produttore - che si propone con marche private o marchi di fantasia. Questa è una vera contraddizione che alla lunga rovina l’immagine dell’olio toscano. Dopo tre o quattro anni di una simile politica commerciale negli Stati Uniti, per il tramite peraltro di un cliente poco qualificato, l’immagine stessa dell’olio toscano si va inevitabilmente – se mi passa il termine – a sputtanare. Ciò nonostante il mercato statunitense – come è riportato dalla stampa economica – è da considerare estremamente interessante. Da una parte gli spagnoli sono invidiosi delle quote di mercato che hanno le marche italiane; dall’altra c’è la grande attenzione riservata al prodotto di qualità riconducibile al nostro Paese; e dall’altra ancora vi è la Food and Drug Administration che ha ammesso la possibilità di riportare in etichetta la dicitura che l’olio di oliva faccia bene alla salute, cosa che non si concede tanto facilmente. Ecco, di fronte a un così grande interesse verso un prodotto salutare come l’extra vergine, un olio toscano avrebbe potuto trovare uno spazio ben diverso, sia per le caratteristiche organolettiche con cui si contraddistingue, sia per l’immagine fortemente attrattiva che sa esprimere la Toscana nel mondo. Si comprende bene come la commercializzazione a prezzi bassi presso un distributore poco qualificato non giovi poi molto. Tutto ciò è un peccato, perché è un freno allo sviluppo. Purtroppo ho avuto segnalazione di offerte di olio toscano a marchio che non sono riconducibili a una buona remunerazione della materia prima. L’olio toscano è invece un prodotto di nicchia che solitamente viene venduto a un posizionamento molto, molto alto.

di Luigi Caricato, Alberto Grimelli