Mondo Enoico 12/03/2011

Il mondo del vino torna a sentire i morsi della crisi

Distillazione di crisi in sei regioni e vendite nella grande distribuzione, che vale il 60% del mercato nazionale, in calo. Alla vigilia del Vinitaly si tornano ad affrontare gli spinosi problemi di vendita e prezzo


A fronte di un export che sta recuperando terreno, più in volume che in valore, il fronte del consumo interno dà da riflettere al settore.
Dopo i trend negativi, ormai consolidati nella ristorazione e nel canale Horeca, anche le vendite di vino nei supermercati nel 2010 risentono della contrazione dei consumi. E’ quanto emerge dall’anteprima dell’indagine sulle vendite di vino nella Grande Distribuzione realizzata dall’istituto di ricerca SymphonyIRI Group.

Il dato totale delle vendite del vino confezionato (vino in bottiglia, da tavola e a denominazione d’origine, e vino brik) nel 2010 rispetto all’anno precedente è negativo, facendo segnare – 0,9% a volume (+ 0,4% a valore).



Crescono, invece, le vendite delle bottiglie da 0,75 l. a denominazione d’origine (Doc, Docg e Igt) che aumentano del 2,3% a volume ( e del 3% a valore). Ancor più significativo l’aumento delle vendite delle bottiglie a denominazione d’origine della fascia di prezzo da 6 euro in su, che mettono a segno un + 11,2% a volume ( e + 10,8% a valore).
 
“I dati sulle vendite di vino nella Grande Distribuzione non sono positivi – ha commentato Virgilio Romano Client Services Director di SymphonyIRI Group – possiamo parlare di una battuta di arresto rispetto alle speranze di fine 2009, ma lo scenario macroeconomico non ha aiutato. Va sottolineata, tuttavia, l’ottima performance dei vini a denominazione d’origine, specie quelli di fascia alta, a  conferma della  crescita registrata negli ultimi anni: gli italiani acquistano sempre più anche il vino di qualità nella distribuzione moderna, preferendo questo canale distributivo rispetto ad altri, e non rinunciano al piacere dell’acquisto dei vini tipici e di nicchia”.
  
La ricerca di SymphonyIRI Group indica anche quali sono stati i vini a denominazione d’origine più acquistati dagli italiani nel 2010 nel canale della Gdo, che è largamente il canale più consistente con più del 60% delle vendite totali del mercato.
 
Le classifiche, realizzate incrociando i dati relativi a tipologia di vino e territorio per i vini a denominazione d’origine in bottiglia, vedono il Chianti ed il Lambrusco dividersi il podio, col Chianti che vende di più a valore (più di 54 milioni di euro) ed il Lambrusco che vende di più a volume (più di 14 milioni di litri). Seguono il Nero d’Avola ed il Montepulciano d’Abruzzo.



Interessanti novità si affacciano nella classifica dei vini “emergenti”, cioè quei vini col maggior tasso di crescita nel 2010 rispetto al 2009: al primo posto il Pignoletto con + 24,8%, seguito dal “multi regionale” Syrah (+ 18,7%) e dal siciliano Inzolia (+ 16%). Va notato che compaiono in questa speciale classifica, assai indicativa per individuare i trend di consumo, vini che non erano in questa classifica l’anno scorso come Aglianico, Vernaccia, Cirò e Valpolicella.

Distillazione di crisi per sei
Oltre al Piemonte ed alla Calabria che avevano caldeggiato l’adozione della misura, hanno comunicato il ricorso alla distillazione di crisi per le produzioni a Denominazione di origine e ad indicazione geografica anche il Lazio e la Sardegna, mentre le Marche e la Puglia ne limiteranno l’utilizzo ai soli vini comuni.

Da una prima stima, ammontano a circa 114.000 ettolitri i volumi di vini a Do e Ig che saranno sottoposti a distillazione di crisi, concentrati per lo più in particolari aree che hanno manifestato una certa sofferenza di mercato. Per i vini comuni, il quantitativo massimo ipotizzabile si attesta a circa 135.000 ettolitri, in massima parte riferibili alla Regione Puglia. A fronte di tali quantitativi, fanno sapere dal Ministero, la spesa prevista è stimabile intorno ai 7 milioni di euro per i vini a Do e Ig e a 2,9 milioni di euro per quelli comuni, per un costo complessivo di gran lunga inferiore al limite massimo utilizzabile pari al 10% dello stanziamento assegnato al Programma nazionale di sostegno del settore vitivinicolo (23.239.000 euro).

di Graziano Alderighi