Turismo 23/04/2011

Il bello delle vacanze in fattoria

Il quotidiano inglese dedica un ampio servizio all’agriturismo italiano. Il meglio della cucina della tradizione vive ancora in campagna. La soddisfazione della presidente di Agriturist Vittoria Brancaccio


E' dedicato all'agriturismo italiano un ampio servizio del quotidiano inglese, "The Times", dove si racconta il fascino delle vacanze in fattoria, esaltandone la cucina tradizionale, la possibilità di “tirare” la pasta con le proprie mani, il totale relax, i prezzi molto convenienti. E su sei aziende citate, tre sono associate ad Agriturist (Confagricoltura).

La "Tenuta Seliano", di Ettore Bellelli, presidente di Agriturist Campania, è presentata come fattoria fra le più belle d'Italia, luogo ideale per gustare specialità a base di carne e latte di bufala: mozzarella Dop, bresaola e budino di ricotta. Dall'appassionata descrizione dell'inviata, Caroline Hendrie, si direbbe che, molto più dei templi della Magna Grecia, abbia prodotto agli ospiti inglesi emozioni straordinarie, come la preparazione dei cavatelli.

Molto apprezzate sono anche le degustazioni guidate di vini e olio extravergine di oliva, soprattutto quando si viene a sapere, come nel caso di "Baglio Fontanasalsa", in provincia di Trapani, di Marika Burgarella, che per l’altissima qualità, il suo olio è stato recentemente scelto da Moet Chandon tra i prodotti di eccellenza mondiali da abbinare al Dom Perignon.

Nella descrizione dell’inviata del “Times” è un vero stupore vedere, custoditi in decine di vasetti diversi, i tesori dell' "Orto di Lucania", vicino a Matera, di proprietà del presidente provinciale di Confagricoltura, Beniamino Spada; soprattutto dopo che i barattoli si aprono e l'antipasto, i crostini, il contorno, lasciano un segno indelebile di profumi e di sapori.

Le altre aziende citate dall’articolo sono “La Vialla”, nei pressi di Arezzo; la "Fattoria Barbialla Nuova", a Montaione, tra Firenze e Siena e la piccola azienda agricola familiare "Monteverde", nelle Cinque Terre.

"Il turismo sta molto cambiando - dice Vittoria Brancaccio, presidente di Agriturist - e non basta più la visita a monumenti e musei con la guida che spiega e il gruppo che ascolta. L'ospite vuole essere protagonista attivo delle tradizioni locali, ama alloggiare in edifici storici, imparare a cucinare, gustare le specialità enogastronomiche del luogo, partecipare in prima persona alle feste e al costume della comunità che lo accoglie, riposarsi davanti ad orizzonti di bel paesaggio. L'agriturismo ha successo perché offre queste opportunità".

"La promozione ufficiale del turismo italiano - conclude la presidente di Agriturist - è, in generale, vecchia. E’ come avere una Formula Uno e utilizzarla per fare scuola guida. Se oggi suscitiamo l'interesse di una quota importante dei turisti stranieri lo dobbiamo, come conferma l'articolo del “Times”, soprattutto all'iniziativa spontanea di imprenditori intelligenti, capaci di inventare proposte nuove e appassionanti".

 

di C. S.