Salute 22/10/2015

Troppi residui di fitofarmaci nelle mele europee

L'ultimo rapporto di Greenpeace ha esaminato il mercato ortofrutticolo. Effettuate le analisi alle mele: l’83% di quelle prodotte in modo convenzionale è contaminato da residui di pesticidi


Greenpeace ha pubblicato i risultati di un’analisi sulle mele acquistate nei supermercati di 11 Paesi europei, Italia compresa, in 23 catene di supermercati.

Il movimento ambientalista ha preso 126 campioni di mele, 109 prodotte convenzionalmente, le rimanenti biologiche, e le ha analizzate in un laboratorio indipendente per verificare la presenza di pesticidi.

La notizia cattiva è che oltre all’alto tasso di contaminazione, l'83% dei campioni contenevano almeno un residuo, nel 60% di questi campioni sono state trovate due o più sostanze chimiche. Quella buona è che i test sulle mele biologiche non hanno evidenziato tracce di pesticidi.

Metà dei pesticidi rilevati nelle mele convenzionali hanno effetti tossici noti per organismi acquatici come i pesci, ma anche per le api e altri insetti utili. Molte di queste sostanze chimiche sono bioaccumulabili, hanno impatti negativi sulla riproduzione o altre proprietà pericolose.

A causa dell’incompletezza di dati e conoscenze disponibili su diverse sostanze e sulle loro miscele, non si possono neanche escludere rischi per la salute umana.

In Italia le mele finite al microscopio sono state acquistate presso le catene Auchan, Carrefour, Lidl e un campione di mele biologiche presso Naturasì. Nella maggior parte dei campioni era presente almeno il residuo di un pesticida: in un campione acquistato presso Lidl sono stati trovati residui di tre pesticidi. La sostanza trovata più frequentemente è il THPI, un metabolita del fungicida captano.

Anche se tutti i residui individuati rientrano nei limiti stabiliti dalle normative, la varietà di sostanze chimiche trovate mostra che, dai campi al piatto, i pesticidi chimici sono una presenza troppo frequente nei nostri alimenti.

di C. S.