Mondo 03/11/2017

Vendite di olio d'oliva in ripresa in Brasile

Dopo il crollo iniziato nel 2014/15, nell'ultimo anno i consumi sono nuovamente in ripresa, attestandosi oltre le 60 mila tonnellate. Il primo Paese a beneficiarne è il Portogallo che mantiene una stabile leadership in questo mercato


Il Brasile è stato, per diversi anni, un mercato molto promettente per l'export di olio d'oliva, con un boom iniziato nel 2005, quando i consumi erano di 30 mila tonnellate, e conclusosi nel 2012, con vendite oltre le 70 mila tonnellate.

Da allora, secondo i dati del Coi, un declino, dovuto alla situazione economica del Brasile, alle tensioni sociale e, da ultimo all'aumento del prezzo degli oli di oliva.

E' così che nel 2015/16 i consumi di olio di oliva hanno toccato il minimo storico del periodo con 50 mila tonnellate. A seguito della ripresa economica, però, ecco una sostanziosa ripresa che ha portato di nuovo le vendite oltre le 60 mila tonnellate.

A detenere la leadership del mercato è l'Europa, con l'84%, ma soprattutto il Portogallo (54%), seguito dalla Spagna col 20% e dall'Italia col 6% e la Grecia con l'1%. Il Brasile, però, importa anche dall'Argentina il 9% del proprio fabbisogno e dal Cile il 6%.

Se guardiamo alle tipologie di oli di oliva venduti in Brasile scopriamo che oli vergini e olio di oliva si equivalgono (rispettivamente 48 e 47%) mentre l'olio di sansa conquista il 5% del mercato.

Se guardiamo a quanto importato dal Brasile, l'87% sono oli vergini di oliva, il 12% olio di oliva e l'1% olio di sansa.

di C. S.