L'olio di oliva spagnolo alla conquista dei mercati asiatici
In Cina la Spagna ha l'80% del mercato, in Giappone il 57%. Tutto merito di una politica di prezzo molto aggressiva e dell'attiva partecipazione di brand iberici a manifestazioni del settore, come la fiera della Japan Olive Oil Sommelier
La Spagna è la dominatrice assoluta dell'Estremo oriente, con quote di mercato assolutamente maggioritarie in Paesi chiave come Cina e Giappone.
In particolare in Cina la Spagna ha esportato circa 32 mila tonnellate, sulle 40 mila importate complessivamente da gigante asiatico, con una quota di mercato, quindi, dell'80%.
In Giappone le vendite, invece, hanno raggiunto le 31 mila tonnellate, il 57% dell'olio di oliva importato dal Paese del Sol Levante.
La Spagna ha quindi spazzato progressivamente la concorrenza, in particolare quella italiana. L'Italia, infatti, fino a cinque anni fa aveva quote di mercato superiori al 60% in Giappone, mentre ha sempre avuto forti difficoltà di penetrazione in Cina.
La Spagna, grazie a una politica di prezzi molto aggressiva, ha quindi ottenuto il controllo su mercati emergenti, in particolare la Cina, che sta registrando tassi di crescita delle importazioni a due cifre: il 12% lo scorso anno, il 17% quest'anno.
Non è però solo la politica di prezzo a permettere all'olio spagnolo di accapparrarsi fette importanti del mercato, anche quello di qualità.
Durante la recente fiera dell'olio di oliva oragnanizzato a Tokyo dalla Japan Olive Oil Association, erano molte le aziende iberiche presenti: Oro del Desierto, Oleoestepa. Nobleza del Sur, Aceites Eldorado, Goya, Mas de Flandi, Oro Verde e Martín de Prado. Tutte imprese olivicolo-olearie che hanno ricevuto riconoscimenti nel relativo concorso.