Mondo 23/06/2017

No agli aiuti alla produzione agricola: il monito dell'Ocse

No agli aiuti alla produzione agricola: il monito dell'Ocse

A fronte della diminuzione degli aiuti diretti nelle economie sviluppate, i regimi di sostegno diretto all'agricoltura nei paesi in via di sviluppo sta aumentando. Gli aiuti dovrebbero essere destinati a sostenibilità, resilienza ai cambiamenti climatici e shock di mercato


La fotografia annuale dell'Ocse sulle agricolture dei paesi aderenti all'organismo internazionale fotografa una sempre maggiore dicotomia tra il comparto primario dei paesi sviluppati e quello delle economie emergenti.

Per esempio, vent'anni fa, il sostegno diretto alle aziende agricole da parte dei governi dei paesi sviluppati incideva per il 21% sul reddito degli agricoltori. Oggi per il 16%.

Al contrario, però, vi è un progressivo aumento degli aiuti diretti in alcuni paesi in via di sviluppo.

In questa situazione si viene a creare un disequilibrio che può fomentare tensioni tra gli agricoltori delle nazioni occidentali, falsando il mercato e anche danneggiando i consumatori.

"Il sostegno ai prezzi (ndr aiuti diretti) danneggia i consumatori, in particolare quelli più poveri, e riduce la competitività dell'industria alimentare - ha dichiarato Ken Ash, direttore della direzione Ocse per il commercio e l'agricoltura - I governi devono concentrarsi sulle politiche agricole e in particolare sugli investimenti, che meglio si allineano con i loro obiettivi a livello economico".

In particolare, secondo l'Ocse, i fondi andrebbero spostati che promuovono una crescita sostenibile della produttività e migliorano la resilienza ai cambiamenti climatici e agli shock del mercato.

Lo studio dell'Ocse, su 52 paesi sviluppati e 11 emergenti, stima in 519 miliardi di dollari (442 miliardi di euro) la spesa per i sostegni diretti agli agricotori nel periodo 2014/16. Il 60% di questa spesa è utilizzata per tenere i prezzi delle derrate agricole più alti sui mercati nazionali rispetto a quelli internazionali.

Nello stesso periodo “solo” 90 miliardi di dollari (77 miliardi di euro) sono stati spesi per servizi generali all'agricoltura, compresi gli investimenti in persone, innovazione, sistemi di conoscenza e di informazione, infrastrutture fisiche e servizi di biosicurezza.

Sarebbero questi, secondo l'Ocse, i servizi che possono contribuire creare un ambiente favorevole che consente alla produzione agricola e alimentare di essere sostenibile e resiliente agli shock esterni. Queste misure sono largamente preferibili ai sostegni diretti.

 

di C. S.