Nessun piano B per il biologico: accordo in salita
La tanto sospirata fumata bianca, in occasione della riunione con i Ministri agricoli europei, si è trasformata in una fumata nera. Troppo distanti le posizioni su limiti dei fitofarmaci e coltivazioni in serra. Si tratterà "fino all'ultimo momento possibile"
Nulla di fatto per la nuova normativa europea sull’agricoltura biologica, un mercato che nell’Unione vale circa 30 miliardi di euro e che continua a dividere i Paesi produttori di alimenti bio da quelli importatori in due blocchi contrapposti tra il Sud e il Nord del vecchio continente.
Le trattative procedono serrate da molti mesi e si sperava molto nel Consiglio agricolo del 12 giugno.
I punti di scontro sono invariati: normativa comune sui limiti europei per la contaminazione accidentale da pesticidi non autorizzati, possibilità di ottenere la certificazione per alcuni tipi di coltivazione in serra e banca dati comune sul bio.
Un risultato positivo era l'aspirazione della presidenza di turno maltese che si è impegnata a fondo sulla questione e che non demorde. La volontà della presidenza maltese è quella di continuare il negoziato "fino all'ultimo momento possibile", ha reso noto il presidente di turno del consiglio agricolo, il maltese Clint Camilleri.
La data ultima è quella del 30 giugno, poi tutto tornerà nelle mani della Commissione.
Anche il Commissario all'agricoltura Phil Hogan è molto impegnato a dirimere la matassa anche attraverso "incontri bilaterali con i ministri degli stati membri".
Intanto però la Commissione si prepara a riprendere la palla in mano, organizzando un nuovo trilogo con Parlamento Ue e Consiglio, anche perchè Hogan ha chiarito di non farsi "nessuna illusione sul fatto che sia una trattativa difficile" ma che, per il momento, "non ci sono piani b".