Mondo 12/05/2017

Barak Obama: "se non è buono non è un futuro che vogliamo"

A Seed&Chips il keynote speech di Barack Obama ha deluso le attese, toccando molti temi ma senza averne a cuore nessuno, eccezion fatta per i cambiamenti climatici. Una visione globalista, che strizza l'occhio alla solidarietà sociale


Seed&Chips, la manifestazione legata a TuttoFood e organizzata da Marco Gualtieri, ha chiuso i battenti premiando le eccellenze a livello globale nei settori del foodtech e dell'agritech.

All’interno di questa vetrina, sono state premiate le realtà che a livello internazionale hanno saputo trovare soluzioni tecnologicamente all’avanguardia. Tra queste c'è "Yarok", prima nella categoria "Assoluti". Questa startup israeliana ha sviluppato un sistema rapido di test microbiologici per l’industria alimentare del fresco, finalizzato a proteggere i consumatori da batteri pericolosi come escherichia coli, listeria e salmonella, nonché a facilitare l’accesso dei produttori ai mercati mondiali. Premiate nella stessa categoria anche le startup statunitensi "Evaptainers" e "Coffee Flour". La prima ha progettato soluzioni per la catena del freddo, in vista dela conservazione dei beni alimentari, mentre la seconda si è concentrata sugli scarti del caffè per ricavarne un ingrediente utilizzabile in ambito culinario.

Tra le startup premiate, l’italiana "Green Code", nella categoria "Under 35". Il suo progetto si chiama "Demetra" e riguarda un trattamento naturale post raccolto finalizzato ad allungare la vita sugli scaffali del prodotto fresco, molto utile in particolare modo per i Paesi in via di sviluppo, dove spesso gli alimenti freschi non arrivano in buono stato sui mercati.

Il momento clou di Seed&Chips è però stato il keynote speech dell'ex Presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Un discorso che ha deluso le attese.

Gran parte del tempo è stato dedicato ai cambiamenti climatici: "il riscaldamento globale non è una invenzione, il 99% degli scienziati è d'accordo e discute solo di quanto aumenterà la temperatura dell'atmosfera", ha dichiarato Obama. "Il mutamento delle stagioni monsoniche in Asia o la siccità in Africa porteranno centinaia di milioni di persone a lasciare i loro paesi - ha pronosticato Obama - assisteremo a fenomeni migratori di portata epocale e a instabilità politica".

La diagnosi è corretta, le ricette, invece, non sempre hanno convinto la platea, specie quando ha affermato che “la manipolazione dei genomi non va demonizzata, è un fatto storico che l'uomo impari dall'esperienza. E l'evoluzione scientifica è sempre stata fondamentale: non possiamo smettere di scoprire nuove cose, ma dobbiamo farlo sapendo di poter contare su valide reti di sicurezza”. "Ci servono piante che resistono alla siccità e ai parassiti, che producono di più con meno. Ci servono strumenti per coltivare meglio la terra e per usare in maniera oculata risorse sempre più scarse, come l'acqua" ha dichiarato Obama.

Contemporaneamente, però, ha strizzato l'occhio al localismo, alla solidarietà sociale e all'etica. “Non sono vegetariano, ma rispetto tutte le scelte. E sono consapevole dell'importanza di ridimensionare il consumo di carne. Ho vissuto in Indonesia, sono stato diverse volte in Africa: in molti Paesi si mangia pochissima carne. Mentre per noi americani l'argomento è un problema. Ma è nostro dovere informarci sull'impatto ambientale degli allevamenti intensivi” ha affermato Obama, lasciando che fosse il suo chef, Sam Kass, ad affermare che “il progresso dell'alimentazione è uno sforzo privato. Il risultato dipende dall'intera filiera, che deve saper guardare oltre gli interessi economici del singolo. Negli Usa l'obesità e le malattie ad essa correlate sono una vera piaga. Mangiare meglio è il primo passo per stare meglio. Dobbiamo investire nell'educazione alimentare pensando alla nostra salute e a quella dei nostri figli". Tutto sarebbe però demandato ai singoli consumatori, che con le loro scelte al supermercato possono lanciare un segnale all'agroindustria. Ma di quali informazioni dispongono davvero i consumatori per scegliere oggi?

E la politica agricola? Tutto è racchiuso in qualche slogan: “I giovani d'oggi sono più imprenditori e più innovativi, perché spinti dallo scetticismo per il sistema che li circonda”. E ancora: "La politica ha il compito di dare ai piccoli produttori la forza di pensare da grandi imprenditori. Così si aprono le porte a un nuovo ceto medio, che produce benessere e qualità”.

di T N