Mondo 03/02/2017

Voto favorevole dell'Italia a tre mais OGM

Dopo il bando al transgenico sul suolo nazionale, con decreto, l'Italia vota a favore a Bruxelles per l'autorizzazione a tre nuovi mais OGM. Solo tattica? Nella seduta infatti non si è raggiunta la maggioranza qualificata per il via libera


La commissione sul transgenico a Bruxelles, la settimana scorsa, era chiamata a esprimersi sull'autorizzazione a coltivare due nuovi mais transgenici sul suolo europeo, il BT11 della Syngenta e il 1507 della DuPont Pioneer, e a rinnovare l'autorizzazione per il mais transgenico MON810 della Monsanto.

Sebbene la maggior parte dei Paesi, compresa l'Italia, si sia espressa favorevolmente, non è stata raggiunta la maggioranza qualificata per il via libera alle autorizzazioni.

A far scalpore è soprattutto stato il voto dell'Italia che, il 16 novembre 2016, aveva varato il decreto legislativo in Attuazione della direttiva (UE) 2015/412, che modifica la direttiva 2001/18/CE per quanto concerne la possibilita' per gli Stati membri di limitare o vietare la coltivazione di organismi geneticamente modificati (OGM) sul loro territorio.

Di fatto l'Italia, con tale decreto, aveva scelto di essere un Paese OGM-free.

La scelta di votare a favore all'autorizzazione parrebbe essere solo tattica, essendo convinti che non si sarebbe raggiunta la maggioranza qualificata, ma ha comunque scatenato molte polemiche.

“Il voto italiano a favore della coltivazione dei tre mais OGM, oltre a dare la zappa sui piedi all’agricoltura europea, è pura ipocrisia, dato che in Italia queste colture sono già vietate. Come spiega il ministro Martina questo autogol?”, chiede Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura sostenibile Greenpeace Italia. “Gli europei, con gli italiani in testa, chiedono agricoltura sostenibile, e non quella intensiva e dannosa per l’ambiente promossa dalle multinazionali dell’agrochimica”.

"La domanda che ci poniamo è: perché l’Italia ha deciso di votare a favore? L’anno scorso 17 Paesi europei si sono chiaramente espressi contro la coltivazione di Ogm sui loro territori: votare oggi a favore dell’autorizzazione a livello europeo, nascondendosi dietro la possibilità per ogni Stato poi di vietarne l’uso all’interno dei propri confini, è un’ipocrisia bella e buona. La decisione italiana è ancora più incomprensibile in un momento storico in cui l’Europa più che mai ha bisogno di riaffermare la sua identità e la sua unità. I rappresentanti dei nostri Paesi dovrebbero riconoscere una volta per tutte che i cittadini non vogliono Ogm in Europa e smettere di autorizzarli, iniziando a discutere su questioni davvero urgenti: come sviluppare economie agricole basate sulla biodiversità e sistemi di produzione del nostro cibo che siano sani e rispettosi degli Obiettivi di Sviluppo sostenibile", commenta Gaetano Pascale, presidente di Slow Food Italia.

Una minaccia alla sopravvivenza della biodiversità e al benessere delle comunità rurali: questo sono per Slow Food gli Ogm: "L’agricoltura transgenica rappresenta l’ultimo rantolo di un sistema agricolo, economico e politico che sta costantemente privando i contadini dei loro mezzi di produzione, concentrandosi invece sul concedere un sempre maggiore controllo del cibo nelle mani delle multinazionali. Con gli Ogm si spinge l’agricoltura verso un’industrializzazione forzata, dove le colture perdono i loro legami storici, culturali e gastronomici con la terra e le persone che la abitano, determinando crescenti minacce alla sopravvivenza delle varietà locali e delle stesse comunità rurali", conclude Pascale.

di C. S.