Mondo 08/02/2016

L'Italia terrà a battesimo l'olivicoltura curda

Nel Kurdistan iracheno nascerà una nuova olivicoltura con cultivar provenienti da Siria, dalla Turchia, dall’Italia e dalla Spagna. Il nostro Paese ha finanziato il progetto con quasi 800 mila euro


L'Italia coopererà alla nascita di una nuova olivicoltura nel Kurdistan iracheno.

I tecnici del Centro internazionale di alti studi agronomici mediterranei prepareranno gli agricoltori in vista dell’apertura di uno stabilimento per la produzione di olio d’oliva nella regione. 

Lo riferisce l’agenzia di stampa curda “Rudaw” citando funzionari della regione autonoma del Kurdistan iracheno.

Samir Ismael, funzionario del dipartimento agricolo del Kurdistan iracheno, ha spiegato che “il governo italiano ha fornito 789 mila euro per questo progetto”, precisando che il Centro internazionale di alti studi agronomici mediterranei (Ciheam) controllerà il progetto.

Secondo i dati del governo iracheno nel 2008 erano presenti in Krg poco più di 169 mila ulivi, ma molti di questi venivano utilizzati per scopi diversi da quelli legati alla produzione di olio o di olive per il consumo.

Successivamente i funzionari curdi hanno importato 1,7 milioni di piante di ulivo provenienti dalla Siria, dalla Turchia, Italia e Spagna, offrendo ad 800 nuovi agricoltori l’opportunità di iniziare a produrre olio.

Il Centro internazionale di alti studi agronomici mediterranei è stato fondato nel 1962 e ha sede a Parigi. E’ un’organizzazione intergovernativa alla quale aderiscono 13 Paesi mediterranei: Albania, Algeria, Egitto, Francia, Grecia, Italia, Libano, Malta, Marocco, Portogallo, Spagna, Tunisia, Turchia. Il suo segretario generale e’ l’italiano Cosimo Lacirignola.

di C. S.