Mondo 26/11/2015

Anche la Spagna in allarme per la caduta del prezzo dell'olio extra vergine d'oliva

Secondo l'Associazione nazionale delle Città dell'olio iberiche la scarsa liquidità, dovuta alla scorsa pessima campagna, e il rallentamento degli acquisti da parte di industria e imbottigliatori hanno accelerato il calo delle quotazioni ma va posto un argine


Secondo la presidente dell'Associazione nazionale delle Città dell'olio iberiche bisogna mantenere la calma perchè l'attuale calo dei prezzi, del 30% in poche settimane, ha anche “cause psicologiche”.

L'allarme, però, è chiaro e forte perchè questa settimana, secondo il rilevamento Poolred, il prezzo medio dell'olio extra vergine spagnolo era di 2,9 euro/kg, quando a inizio campagna olearia, ovvero il 1 ottobre, era di 3,8 euro/kg.

Con scorte per 180 mila tonnellate e una produzione di 1,3 milioni di tonnellate, secondo Ana Maria Romero, non si giustifica il tracollo delle quotazioni.

Le cause individuate dall'Associazione sono diverse. Vi è sicuramente poca liquidità nel settore, dovuta alla bassa produzione dello scorso anno, ma soprattutto si è diffuso uno stato di incertezza che ha influenzato negativamente il comparto. In questo contesto, assolutamente sfavorevole, industriali e imbottigliatori hanno rallentato gli acquisti di olio, facendo rallentare la domanda e così favorendo il continuo calo dei prezzi.

Secondo Ana Maria Romero “occorre prima di tutto mantenere la calma e fare una valutazione oggettiva, basata sulla ricerca di un prezzo di equilibrio che ricompensi gli agricoltori.”

I costi di produzione di un chilo di olio in Spagna, secondo diversi studi, e facendo una media ponderata tra i vari sistemi produttivi, è di 2,6 euro/kg, quindi, per offrire redditi decorosi agli agricoltori, il prezzo non dovrebbe scendere sotto i 3 euro/kg. Secondo l'Associazione, infatti, quando il prezzo medio a scaffale è di circa 4 euro/litro, le vendite sono, nel mercato interno ed estero, stabili.

Perchè allora offrire una confezione da 5 litri a 15 euro? Si chiede Ana Maria Romero. La stessa domanda che si pongono e si sono sempre posti migliaia di olivicoltori e frantoiani italiani.

di T N