Mondo 20/02/2015

Troppi sprechi nella spesa per lo sviluppo rurale a livello europeo

Dispersi, per mancanza di controlli e regole poco severe, miliardi di euro nel solo triennio 2011-2013. La Corte dei Conti europea punta l'indice soprattutto sulle misure ad investimento, che registrano i due terzi degli errori. Giro di vite sui Psr in arrivo?


Una relazione pubblicata dalla Corte dei conti europea rileva che la maggior parte degli errori nell’ambito della politica dello sviluppo rurale è dovuta a violazioni delle condizioni stabilite a livello degli Stati membri.

In particolare il tasso medio di errore nella spesa dei fondi europei per lo sviluppo rurale nell'Ue fra 2011 e 2013 è stato dell'8,2%.

Le autorità di controllo nazionali avrebbero potuto e dovuto rilevare e correggere la maggior parte degli errori che riguardano misure d’investimento nello sviluppo rurale. I sistemi di controllo sono invece carenti perché i controlli non sono esaustivi e sono basati su informazioni insufficienti.

“È importante capire perché i tassi di errore nell’ambito dello sviluppo rurale siano così inaccettabilmente elevati. Per ridurli è fondamentale trovare il giusto equilibrio fra il numero e la complessità delle norme che disciplinano le spese – che aiutano a raggiungere gli obiettivi della politica, come il miglioramento della competitività nell’agricoltura – e lo sforzo necessario per garantire il rispetto di tali norme” ha commentato Rasa Budbergytė, il membro della Corte responsabile della relazione.

Questa relazione speciale (23/2014), intitolata “Errori nella spesa per lo sviluppo rurale: quali sono le cause e in che modo sono stati affrontati?", è incentrata sulla verifica della conformità dell’attuazione dello sviluppo rurale alla normativa applicabile e descrive le principali cause dell’elevato tasso di errore per il settore dello sviluppo rurale. Valuta inoltre se le misure adottate dagli Stati membri e dalla Commissione possano consentire in futuro di affrontare efficacemente le cause individuate.

L'Italia fa parte del gruppo di Paesi esaminato (assieme a Danimarca, Bulgaria, Grecia, Spagna, Cipro, Ungheria, Malta e Romania) con la performance peggiore nell'eseguire i pagamenti e nei tassi di errore.

L’UE e gli Stati membri hanno destinato oltre 150 miliardi di euro alla politica di sviluppo rurale nel periodo di programmazione 2007-2013, quasi equamente ripartite tra misure d’investimento e aiuti per superficie.

A livello Ue, secondo la Corte dei Conti due terzi degli errori sono stati registrati nel caso di misure di investimento e un terzo per gli aiuti per le politiche e le tecniche agronomiche rispettose dell'ambiente.

Il significativo livello di inosservanza delle norme applicabili, che si traduce nell’elevato tasso di errore, indica che i fondi in questione non sono spesi conformemente alla normativa applicabile. Ciò può incidere negativamente sul conseguimento degli obiettivi della politica di sviluppo rurale, ossia migliorare la competitività del settore agricolo e forestale, migliorare l’ambiente e lo spazio rurale, migliorare la qualità della vita nelle zone rurali e promuovere la diversificazione delle attività economiche.

L'Italia, tuttavia, non si è distinta solo per problemi e criticità ma anche per esempi virtuosi. E' il caso della Regione Sicilia, che ha ricevuto il plauso della Corte dei Conti Ue per la procedura di selezione delle domande di aiuti. Le richieste vengono sottoposte a due verifiche e la seconda, destinata solo alle domande che hanno superato la fase preliminare viene considerata "completa".

di C. S.