Italia 02/06/2007

MENTRE L'OLIVO SI COLTIVA ANCHE IN VALLE D'AOSTA, LA PUGLIA DA' IL VIA LIBERA ALLA TUTELA DEI SUOI ALBERI SECOLARI

Con il sì definitivo a una legge regionale, parte un chiaro stop al saccheggio illegale dei patriarchi verdi. Intanto, un frantoio nel Canavese produce un olio valdostano sotto la guida dei piemontesi


VIA LIBERA DAL CONSIGLIO REGIONALE

La mobilitazione è stata generale. Ed è stata avanzata da tempo, con grande determinazione. Così, chi la dura la vince, tanto che oggi si può cantar viittoria. E' arrivato infatti il sì definitivo alla legge regionale che tutelerà gli ulivi secolari del Salento e della Puglia. Lo rende noto il quindicinale "Qui Salento", promotore tra l'altro di una petizione in tal senso.
Cosicché, il Consiglio regionale nella seduta del 29 maggio ha approvato all’unanimità il disegno di legge regionale ‘Tutela e valorizzazione del paesaggio degli ulivi monumentali della Puglia’ (n. 39 del 03/10/2006).

Il provvedimento sottopone a particolare tutela i cinque milioni di ulivi secolari monumentali, esemplari di pregio tra gli oltre 60 milioni di piante che segnano il paesaggio caratteristico della Puglia, ulivi che soprattutto negli ultimi tempi sono diventati oggetto di un odioso commercio.

Proprio per fermare il traffico di ulivi secolari del Salento la rivista "quiSalento" nel numero di maggio, denunciando il florido commercio anche attraverso il web, aveva promosso una petizione con l’obiettivo di sbloccare l’iter della legge regionale. Grazie anche ai lettori di quiSalento, che hanno risposto all’appello inviando centinaia di mail alla Regione, è stato accelerato l’iter di approvazione della legge.

“Al di là degli effetti immediati” - dichiara Roberto Guido, direttore di quiSalento - “questa legge è una vera svolta perché costituisce una vero salto di qualità nella tutela dell’ambiente e indica la strada giusta per assicurare ai salentini e ai pugliesi l’opportunità di salvaguardare il paesaggio, quello straordinario concentrato di mare, sole e natura che la storia ha consegnato ai salentini e ai pugliesi”.

Dal momento della pubblicazione della legge scatterà il regime transitorio che recita: “È vietato su tutto il territorio regionale il danneggiamento, l’abbattimento, l’espianto ed il commercio degli ulivi plurisecolari”.

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L'OLIO DAGLI OLIVI IN VALLE D'AOSTA
Intanto, se da una parte si cerca di difendere i grandi patriarchi verdi, per ostacolare l'illecito traffico verso le ville del Nord Italia, accade che proprio all'estremità Nord del Paese, a quote un tempo impossibili si ottenga oggi addirittura l'olio dalle olive. E' quanto sta accadendo in Valle d'Aosta. Quantità esigue, certo, ma olio puro extra vergine di oliva.

Ora la regione Valle d'Aosta ha infatti il suo olio d'oliva extra vergine d'alta quota. Il produttore con maggiori quantitativi di prodotto è Dario Martinelli, e le caratteristiche dell'extra vergine che ottiene ha tutte le caratteristiche di una qualità ben definita, sia per il buon profilo chimico-fisico, sia per il profilo organolettico. Staremo a vedere. Certo è che le condizioni climatiche sono proprio mutate piuttosto sensibilmente. Presto dunque assisteremo all'inverosimile. Finora le quantità, come detto, sono esigue, non tali da giustificare una commercializzazione, ma un domani, chissà.

I produttori valdostani intanto vengono seguiti nel loro lavoro dall'Asspo, l'Associazione piemontese olivicoltori, e hanno anche acquistato un frantoio nel Canavese in modo da contenere i costi di produzione.

di T N