Italia 12/04/2018

Un extra vergine monovarietale non è solo olio

Un extra vergine monovarietale non è solo olio

Troppo spesso si ritiene che le varietà di olivo diano tutti gli stessi sentori, le stesse percezioni. Durante il weekend in mono è stato invece rotto un altro tabù, aprendo la strada ad altre sorprese ed esperienze nel mondo olivicolo


Ho sempre creduto e professato che l'unico problema (o almeno quello più grande) dell'olio extra vergine di oliva, quello da cui discendono a cascata tutti gli altri problemi che affliggono il settore, sia la assoluta mancanza di cultura di prodotto che affligge trasversalmente non solo gran parte dei consumatori, ma molto spesso anche i produttori, gli operatori professionali e, purtroppo, a volte anche coloro i quali si professano esperti e tecnici di settore.

Per questo motivo mi batto da anni per promuovere in ogni modo possibile una sana cultura di prodotto ed una ulteriore occasione in questa direzione mi è stata offerta da “Week end in mono – il giro d'Italia in 30 monovarietali”, manifestazione promossa dall'associazione Knoil (di cui faccio orgogliosamente parte) e ben organizzata dalle inesauribili Paola Consolini e da Alissa Mattei.

Due giorni intensi di assaggi e di emozioni in cui nove tra capi panel ed assaggiatori hanno illiustrato similitudini e differenze tra 63 campioni espressioni di 44 monocultivar di 15 differenti Regioni a 25 appassionati provenienti da tutta Italia.

Numeri importanti che hanno gettato una luce diversa sul concetto stesso di monocultivar.

E già, perchè spesso si pensa che le monocultivar abbiano un profilo aromatico sempre uguale a se stesso e non si tiene conto di quanto il “terroir”, le caratteristiche pedoclimatiche della zona di produzione e, soprattutto, le capacità del frantoiano di interpretare la varietà rendano i prodotti a volte assai diversi.

Un vero e proprio viaggio nella qualità dei monovarietali italiani che ha permesso di conoscere prodotti ma anche produttori e che riservato grandi sorprese che lasciano sperare che questa sia solo la prima tappa di una esplorazione che si ripeterà in altre città italiane e, perchè no, estere.

di Alfredo Marasciulo