Italia 25/05/2017

Dietro le quinte del D-IOOC, cosa accade in un concorso oleario internazionale?

Il lavori del Domina contest spiegati passo per passo da un insider di eccezione, per capire cosa accade durante le selezioni di un concorso internazionale


Non è ancora l'aurora a Santa Flavia, il sole albeggia e fa capolino dietro le basse colline, mentre una brezza mediterranea - leggera e rinfrescante - giunge fin su dalla scogliera.

Palermo, in lontananza, spegne le ultime luci e si lascia baciare dai primi tiepidi raggi di sole del caldo maggio siciliano.

A quest’ora sono pochi i turisti nella hall dell’Hotel che ospita il contest internazionale, quasi volessero non essere d’intralcio alle complesse operazioni di avvio del concorso.

Alacre l’attività del team del D-IOOC, impegnato nell'ultimo sforzo per far si, che anche quest’anno, la magia si ripeta.

Tutto deve essere pronto per le nove in punto! Una voce stentorea echeggia nella sala campioni: ognuno al proprio posto allo scoccare delle nove!

Non vi è più tempo, ma non ci si può fermare, si deve ultimare quanto iniziato a tessere già nei giorni precedenti. Occorre rispettare il dettato del protocollo, formato da ferree regole autoimposte dalla macchina organizzativa della seconda edizione del D-IOOC.

Il responsabile, lontano da occhi indiscreti, sta per ultimare l’anonimizzazione dei campioni, realizzata in doppio cieco, poi gli toccherà di archiviare le lettere di assenza di conflitto d’interessi, firmate dai giudici e da quanti coinvolti nel Domina-IOOC.

I giudici assaggiatori, proprio loro, motore e vanto di ogni concorso, giunti da molto lontano ancora dormono, o così almeno si spera, pur se gravati dall’immane compito di valutare – con la massima obiettività e professionalità e per quattro intense mattinate – gli extravergine in concorso e decretare così i dieci migliori extravergine al mondo!

Ma cosa accade realmente dietro le quinte del più famoso concorso oleario del sud dell’Italia? Com’è l’area da “backstage” del contest internazionale?

Per ben comprendere cosa è accaduto in quei giorni, occorre fare un passo indietro.

Tutto è iniziato molti mesi prima, in novembre, con la conferenza stampa di presentazione del concorso, delle regole e degli obiettivi del premio oleario internazionale, propedeutica all'apertura delle iscrizioni.

Poi si è aspettato la fine dell’inverno, stagione “più favorevole” per far arrivare i campioni al concorso, senza che questi potessero incontrare grandi escursioni termiche nel corso del loro viaggio.

Gli stessi campioni, arrivati al Domina Zagarella Sicily, posti in cantina, accanto a preziose annate di pregiati vini siciliani, a temperatura ed umidità controllata: è questo il “tesoro” di cui avere la massima cura!

Ed ecco, è aprile.

Chiuse le iscrizioni, non resta che preparare le bottiglie per il loro gran giorno, quello del debutto, una sorta di “battesimo” al cospetto dei blasonati e competenti giudici del panel.

Arriva maggio!

Ogni singolo EVOO viene catalogato, riportando su schede le informazioni più salienti e poi reso anonimo, con numero crescente ricavato dall’ordine di iscrizione.

Ma non sarà questo il numero di assaggio! E’ la doppia anonimizzazione che garantisce tutto e tutti. Il campione otterrà, così, un secondo codice alfanumerico che regolerà l’ordine di uscita, il giorno ed il tavolo che lo assaggerà.

E adesso il gran giorno!

Nel silenzio più assoluto solidi contenitori, ricolmi di prezioso "oro liquido" presentato al concorso da ogni dove, colmano un’ala dell’Hotel. Il Resort sembra una stazione di posta del vecchio West americano, ma le tante persone coinvolte nei preparativi sanno esattamente cosa fare. Ordinatamente distribuiscono gli oli: tutto deve essere pronto per le nove in punto. Migliaia di bicchierini ufficiali d’assaggio, rigorosamente color cobalto, tintinnano nel corso del trasporto tradendo la loro natura vetrosa; saranno questi gli strumenti di analisi dei giudici del concorso. Ma al freddo conteggio dei numeri si contrappone l'umanizzazione del concorso, che si concretizza attraverso il prezioso apporto delle donne e degli uomini dei nostri storici partner UNASCO e OP-CONFOLIVA, che hanno messo a disposizione la loro lunga tradizione ed esperienza nel settore dell’olio da olive.

A loro si aggiungono le specifiche esperienze di Leonardo Castellani, Davide e Antonio G. Lauro, Dimitris Droulias, Stefania Reggio e David Oddsson, che assieme ai loro più stretti collaboratori rappresentano quel “melting pot” di idiomi e culture che è il D-IOOC.

Tutti si spenderanno per far si che anche quest'anno il "miracolo" si ripeta e che tutto sia pronto per la fatidica ora "X".

E poi infine l’assaggio, finalmente! Atto liberatorio e finale di questa lunga vigilia.

Gli oli, ordinatamente sistemati nella sala d’assaggio – luogo mistico e segreto allo stesso tempo - la cui vista è celata ai più, vengono dispensati ai giudici che occupano la sala centrale del concorso, la sala di assaggio. Qui, in quattro differenti tavoli, i 20 giudici pazientemente aspettano di dar vita alla parte più “viva” della competizione, sotto l’occhio vigile ed attento del panel leader.

Arrivano da Spagna, Palestina, Italia, Grecia, Croazia, Giappone, Israele, Cina e Turchia. Sono i giudici internazionali M. Angeles Calvo Fandos (Spagna), Taghreed Mohamed A. Shehadeh (Palestina), Eleftheria Germanaki (Grecia), Selin Erthur (Turchia), Sara Godena (Croazia), Nori Ogido (Giappone), Miciyo Yamada (Giappone), Cristina Stribacu (Grecia), Ehud Soriano (Israele), Maria Paola Gabusi (Italia-Lombardia), Barbara Alfei (Italia-Marche), Maria Paola Consolini (Italia-Sicilia), Carmelo Orlando (Italia-Calabria), Indra Galbo (Italia-Lazio), Roberto Marchesini (Italia-Toscana), Giuseppe Cicero (Italia-Sicilia), Rosario Franco (Italia-Calabria), Na Xie (Cina) ed i giudici junior Eran Galili (Israele) e Hiromi Utagawa (Giappone), massima espressione dell’elite internazionale dei giurati di un concorso sull’olio da olive.

Ma prima di iniziare la gara, si fa l’assaggio di alcuni campioni per riallineare i differenti panel, o “mise en bouche”, come amabilmente soleva dire il compianto Raul Castellani – direttore tecnico del concorso recentemente scomparso – e della cui mancanza non ci si riesce ad abituare.

Ed ora la competizione!

L’attenzione è grande e la responsabilità degli organizzatori è resa ancora più alta dal patrocinio alla manifestazione concesso con onore dal Governo Italiano attraverso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.

Terminata la valutazione di ogni singolo extravergine i giudici riportano, su di una scheda all'uopo predisposta ed ispirata a quella del Consiglio Oleicolo Internazionale, il punteggio finale, che scaturisce da un attento e competente esame complessivo (al naso ed in bocca) del campione in assaggio.

Le schede, ordinate per singolo giudice e panel di appartenenza giungono al tavolo tecnico dove, in doppio, vengono trattate statisticamente al fine di ricavarne il tanto agognato punteggio finale utile ai fini della classifica generale.

Poi qualche minuto di calma, di relax, un cucchiaio di yoghurt, una fettina di mela verde, un po’ d’acqua e del pane, per poi ricominciare.

E così via per ognuno dei 30 differenti campioni valutati in giornata dai singoli assaggiatori, i quali porranno per ciascheduno l’attenzione che meritano.

Solo in caso di risultati non concordi, ormai rari al D-IOOC, interviene autorevolmente il panel leader, che ne comanda un successivo riassaggio.

Così ogni giorno, per quattro lunghissimi giorni, dove migliaia di schede sono state compilate e trattate elettronicamente, migliaia di bicchieri blu sporcati, o meglio dire “nobilitati” dalla presenza di degni rappresentati di Sua Maestà l’EVOO.

E finalmente i risultati!

Dopo un primo momento in cui si era in possesso esclusivamente delle sigle alfanumeriche che contraddistinguevano i migliori EVOO in concorso, cresce l’attesa dei risultati mentre si accoppiano codici e nomi degli oli extravergine di oliva in concorso.

E così magicamente, quasi fosse il risultato di una complessa elaborazione alchemica, ecco apparire i nomi dei vincitori, divisi per tipologia (assoluti, monovarietali e blend, biologici, a denominazione d’origine) ed Emisfero di provenienza (Nord o Sud).

Chi ha vinto?

Anche quest’anno gradite sorprese e apprezzate riconferme, ma questa è un’altra storia, narrata in distinti racconti e che troverà posto negli annali del Domina International Olive Oil Contest.

di Antonio G. Lauro