Italia 19/01/2017

L'Ottobratica calabrese è presidio Slow Food

La pregiata cultivar calabrese, famosa per le sue piante maestose e perchè produce un olio extra vergine di oliva molto caratteristico e tipico, entra nel novero dei Presidi Slow Food


Anche la Calabria ha un olio extravergine di oliva che può fregiarsi con la denominazione Presidio Slow Food Olio extra vergine italiano.

L’importante riconoscimento, che viene assegnato solamente a prodotti autoctoni dì qualità elevatissima, è stato assegnato all’olio extravergine proveniente da olive della Cultivar Ottobratica prodotte nell’azienda “Olearia San Giorgio” di San Giorgio Morgeto.

Gli olivicoltori aderenti al Presidio nazionale dell’olio extravergine italiano devono avere oliveti di cultivar autoctone del territorio di appartenenza gestiti senza l’uso di fertilizzanti di sintesi e diserbanti chimici. Per eventuali trattamenti, sono consentiti soltanto prodotti a basso impatto ambientale, che garantiscano un residuo finale sul prodotto pari allo zero. Nel caso di pendenze o situazioni paesaggistiche complesse, le lavorazioni in campo dovranno seguire buone pratiche agronomiche per evitare l’erosione e gli smottamenti dei terreni. Inoltre, poiché potare o raccogliere le olive da piante secolari è molto più oneroso rispetto a impianti più giovani, per evitare l’abbandono degli oliveti più antichi, il Presidio prevede che almeno l’80% delle piante abbia un’età minima di 100 anni. Infine, i produttori dovranno dotarsi dell’etichetta narrante per raccontare e valorizzare adeguatamente la propria storia, il proprio territorio e il proprio lavoro.

Proprio l'etichetta narrante è una delle caratteristiche salienti del Presidio. Accanto alle indicazioni previste dalla legge, fornisce informazioni precise sui produttori, sulle loro aziende, sulle varietà vegetali o le razze animali impiegate, sulle tecniche di coltivazione, allevamento e lavorazione, sul benessere animale, sui territori di provenienza. 

Secondo Slow Food, la qualità di un prodotto alimentare è innanzi tutto una narrazione, che parte dall’origine del prodotto (il territorio) e comprende la tecnica di coltivazione, di trasformazione, i metodi di conservazione e, naturalmente, le caratteristiche organolettiche e nutrizionali. Soltanto la narrazione può restituire al prodotto il suo valore reale.

Con questo presidio salgono a 7 i presidi Slow Food Calabresi, l’olio extra vergine di oliva da Ottobratica, il recentissimo Uva Zibibbo di Pizzo e gli storici Capicollo Azze Anca, Gammune di Belmonte, Caciocavallo di Ciminà, Carne Podolica Calabrese e il Moscato al Governo di Saracena.

di C. S.