Italia 25/11/2015

Brutta annata per il Chianti, almeno in quantità

Il Consorzio Vino Chianti lamenta un calo del 10%, anche del 15%, rispetto all'annata 2014. L'invito agli operatori è non affrettarsi a fare contratti con prezzi aggressivi, per non aggravare il problema della scarsa disponibilità di prodotto


Vendemmia ottima ma di scarsa quantità per il Chianti, uno dei vini rossi portabandiera del made in Italy nel mondo. Il presidente del Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi, lancia un grido d'allarme: la produzione quest'anno è in calo del 10%. Un calo che è addirittura stimato del 15% rispetto all'annata 2014, da Ivangiorgio Tarzariol, presidente Assoenologi Toscana.

Il Chianti, sottolinea Busi, è il rosso più conosciuto sia in Italia che all'estero. L'export pesa oltre il 70%, l'altra parte se la giocano in casa, per il 20% le grandi catene di distribuzione organizzata e per il 10% il canale Horeca, quello professionale dei ristoranti e hotel.

Il Consorzio, prosegue Busi, si trova con tre problemi: il primo, è quello della vendemmia ottima ma di scarsa quantità; il secondo, i magazzini sono sotto del 10% circa rispetto al trend normale e, il terzo, che il Consiglio di Amministrazione del Consorzio ha ristabilito, per la vendemmia 2015, l'immissione al consumo al 1 marzo 2016. Questo ultimo aspetto significa che avremo di fronte un anno con 14 mesi e quindi un uscita del prodotto, maggiore del 18%.

Il Consorzio sta aspettando con ansia i risultati delle denunce di produzione al fine di prendere immediatamente tutte le precauzioni per non far rimanere il mercato senza prodotto". Prosegue Busi: "Di questo aspetto siamo molto felici, perché lavorare con carenza di prodotto - conclude Busi - permette di venderlo senza problemi e con buoni prezzi, ma dall'altra parte, ci deve essere una attenta riflessione sui flussi dell'imbottigliato che arriva sul mercato. Certamente il prodotto non è in esubero''.

Quindi il Consorzio sollecita tutti gli attori della filiera di non affrettarsi a fare contratti con prezzi aggressivi, perché questo significherebbe un ulteriore aumento delle vendite e ciò accentuerebbe ancora di più il problema.

di C. S.