Italia 27/03/2015

Un piano da 90 milioni di euro per l'olivicoltura italiana

Più made in Italy nel mondo, più cultura del prodotto e un sistema di controlli sulla qualità e a tutela dei consumatori unico al mondo, questa la strategia per salvaguardare l’eccellenza agroalimentare


In Italia le aziende agricole sono circa 900.000, mentre la superficie investita è di circa 1.000.000 di ettari. La fase industriale della filiera genera un volume d’affari di quasi 3 miliardi di euro che rappresenta circa il 3% del fatturato totale dell’industria agroalimentare. 200 circa le aziende che hanno come core business l’attività di imbottigliamento. Secondo le previsioni del COI I consumi mondiali si attesteranno intorno ai 2,8 milioni di tonnellate con una contrazione del 7% rispetto alla campagna precedente. Le aree di consumo più importanti si confermano l’Unione Europea e gli Stati Uniti, rispettivamente con una quota del 56% e del 10% del totale. Gli italiani consumano mediamente 11 chili di olio di oliva all’anno di cui 7,5 sono extra vergine.

I dati Istat relativi al periodo gennaio - novembre 2014 evidenziano un saldo negativo in volume pari a 204 mila tonnellate e in valore pari a 22 milioni di euro. Sul fronte delle importazioni circa il 74% è rappresentato da oli extravergini e vergini, con un incremento del 28% rispetto alla campagna precedente, arrivando alle 435 mila tonnellate.

Per quanto concerne le produzioni a denominazione di origine protetta, l’Italia conferma la propria posizione di leader per il numero complessivo di registrazioni degli oli di qualità riconosciuti il 34% è rappresentato da 43 marchi italiani, mentre più distanziati figurano altri Paesi come la Spagna (30) e la Grecia (29). Il 13% delle superfici olivicole in Italia, con 175.946 ettari, è coltivato a biologico, cui si aggiungono 46.372 in conversione. La superficie olivicola biologica risulta concentrata per oltre il 70% nelle aree meridionali; in particolare in Puglia (32%), in Calabria (29%) e in Sicilia (14%).

L’Italia è il Paese da tutti riconosciuto come quello dove si produce bene e si mangia meglio. Merito di una tradizione agroalimentare che non ha eguali e che trova espressione in un tessuto di quasi 7.000 imprese capaci, nonostante la dimensione medio-piccola, di fare innovazione e di affrontare i mercati internazionali, oltre che di un sistema di controlli sulla qualità e per la sicurezza alimentare unico al mondo. Proprio l’unicità dei controlli, condiviso dalla filiera e dalle istituzioni nella sua filosofia di salvaguardia del prodotto e dei consumatori, è stato il filo conduttore del convegno inaugurale di Sol&Agrifood.

Il made in Italy agroalimentare eccelle in tutte le sue produzioni: dai formaggi ai salumi, dai prodotti dolciari a quelli da forno, paste, conserve, caffè e ha nell’olio extravergine di oliva una punta di diamante, che rappresenta una delle principali voci dell’export agroalimentare italiano, pari nel 2014 a 1,3 miliardi di euro.
Quello oleicolo è certamente il comparto che più degli altri ha contribuito a far crescere in Italia e in Europa il sistema dei controlli, chiedendo fin dagli anni ’90 la tracciabilità dell’origine del prodotto, proprio per tutelare produttori e consumatori rispetto al falso made in Italy.
Il risultato è che nessun’altra Nazione al mondo può vantare il livello di lotta alla contraffazione che fa dell’Italia il Paese dove si scoprono più frodi e sofisticazioni.

“Questa carenza di prodotto italiano – ha affermato Colomba Mongiello, Vicepresidente della Commissione anticontraffazione della Camera – richiede un’applicazione ancora più puntuale del sistema dei controlli, perché non vogliamo falso made in Italy in giro”. Per sconfiggere questo fenomeno e quello dell’imitazioni “è necessario – ha proseguito Mongiello – portare il vero made in Italy e la sua cultura nel mondo”.

Nell’anno orribile dell’olivicoltura italiana giunge la risoluzione parlamentare firmata dall’on. Colomba Mongiello e da altri 46 parlamentari che offre un contributo per la tutela di questo prodotto simbolo del made in Italy nel mondo; si tratta di un atto parlamentare che impegna il governo a individuare un plafond non inferiore a 90 milioni di euro da ripartire nell’arco di un triennio per attivare iniziative di valorizzazione dell’olio extravergine di oliva, con particolare riguardo ad azioni divulgative volte a favorire la conoscenza delle proprietà nutrizionali e salutistiche degli oli extravergine di qualità.

A questi si aggiungono i 260 milioni di euro, stanziati nell'ultima legge finanziaria, per la promozione del Made in Italy original.

di C. S.