Italia 22/07/2014

Pensioni più alte versando gli stessi contributi: la vittoria degli Agrotecnici

Il Consiglio di Stato accoglie il ricorso degli Agrotecnici e restituisce alle Casse di previdenziali “virtuose” piena autonomia: potranno pagare pensioni più alte, senza dover aumentare i contributi


E’ una sentenza storica quella del Consiglio di Stato n. 3859/2014, depositata ieri, e che ha accolto il congiunto ricorso della Cassa di previdenza ENPAIA/AGROTECNICI e del Collegio Nazionale dell’Albo, chiarendo come il criterio di rivalutazione dei contributi pensionistici definito dalla legge n. 335/1995 debba intendersi come quello minimo (che deve essere sempre riconosciuto), mentre le Casse di previdenza “virtuose” e con i conti in ordine possono riconoscere rivalutazioni maggiori così “... consentendo di erogare trattamenti pensionistici più alti”.

Dunque aveva sbagliato il Ministero del Lavoro a bloccare la delibera della Gestione previdenziale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati (inclusa nella Fondazione ENPAIA), una Cassa virtuosa per eccellenza e con totale sostenibilità previdenziale, che nel 2010 aveva chiesto di poter aumentare la rivalutazione dei contributi previdenziali dei propri iscritti, per poter erogare loro pensioni significativamente più alte.

Viene così definitivamente scardinato il principio, fino all’ultimo difeso dal Ministero del Lavoro, per cui la previdenza dei professionisti doveva essere, sempre e comunque, “tutta uguale”, anche quando i rendimenti dei contributi -per effetto del meccanismo di calcolo- erano pressoché pari allo zero, con il risultato di deprimere all’inverosimile le future pensioni (come in effetti è avvenuto negli ultimi anni).

La libertà nell’autonomia negoziale delle Casse previdenziali, loro restituita dalla sentenza n. 3859/2014, non è solo un atto di giustizia e di buon senso, ma è anche un premio alle Casse che meglio sono amministrate, che possono ora distinguersi da quelle peggio amministrate, così come evangelicamente viene diviso “il grano dal loglio”, cioè la semente buona da quella meno buona.

Soprattutto nessuno potrà più nascondersi dietro l’alibi delle rivalutazioni dei contributi “secondo legge”; da ora in poi gli iscritti alle Casse dei liberi professionisti potranno misurare la capacità dei propri amministratori in base ai risultati effettivamente ottenuti e chiedere di poterne beneficiare.

Per il Consiglio di Stato questo è chiarissimo, tanto che nella Sentenza si afferma testualmente “da quanto sopra deriva indirettamente un’incentivazione all’impegno efficiente delle risorse, al fine di utilizzarle in modo conforme alla legge ed agli atti statutari e regolamentari” in altre parole: “Meno derivati, meno operazioni finanziarie border line, meno convegni ma pensioni più alte per chi versa i contributi”.

Gli effetti, per tutti i liberi professionisti (e non solo per gli Agrotecnici, che però hanno il merito di avere ritenuto possibile infrangere il dogma ministeriale delle “rivalutazione identica per tutti”) saranno rilevanti; le conseguenze per gli Albi professionali anche.

Ciascuna Cassa di previdenza, se in regola con la sostenibilità previdenziale e con i conti, potrà rivalutare maggiormente i contributi versati dagli iscritti, rispetto a quanto previsto per legge: ciò significa, a fine vita lavorativa, pensioni più alte. Anche notevolmente più alte.

Nell’attuale sistema contributivo l’importo delle future pensioni dipende sostanzialmente da due fattori: 1. da quanto ciascun “previdente” versa (tanto più alto sarà il versato, maggiore sarà la pensione); 2. dalla percentuale di rivalutazione dei contributi previdenziali (dove l’insieme dei contributi versati e della loro rivalutazione costituisce il “montante previdenziale”).

La legge n. 335/96 si preoccupa di garantire una percentuale minima di rivalutazione dei contributi previdenziali (identica per tutte le Casse di previdenza dei professionisti, da cui la generalizzazione del problema) in base alla media quinquennale del PIL, così come determinata dall’ISTAT.

Saranno notevoli anche i riflessi sugli Albi, perché aumenterà il livello di concorrenza fra le diverse categorie; già ora i laureati delle professioni tecniche possono scegliere liberamente, fra più Albi, quello ritenuto per loro migliore essendo venuto meno, con il DPR n. 328/2001, l’obbligo di iscriversi in un solo, determinato Albo.

 

di C. S.