Italia 10/09/2013

Mondo bio: diminuiscono i trasformatori, aumentano gli importatori


“Ci troviamo di fronte ad una vera rivoluzione che porta a considerare il mondo del biologico non più come un settore di nicchia ma, anzi, come una produzione “estesa”, che deve strutturarsi e organizzarsi, che deve saper far fronte alle richieste della trasformazione e della grande distribuzione organizzata con approvvigionamenti certi e costanti. Crediamo nel biologico dei grandi numeri. E’ un settore che deve essere sempre più business”. Lo sottolinea Confagricoltura a conclusione del Sana, il salone internazionale del biologico e del naturale che si chiude oggi a Bologna, commentando i dati sul comparto diffusi da Ismea-Sinab.

L’Italia rimane sempre uno dei Paesi più importanti per la produzione e la trasformazione del biologico. In Italia circa il 3% delle aziende totali sono biologiche rappresentando quasi il 9% della superficie agricola utilizzata – pone in evidenza Confagricoltura -. Tra esportazioni e consumi interni il giro d'affari complessivo del biologico ammonta, in Italia, a circa 3 miliardi di euro.

La dinamicità del settore è anche testimoniata dall’andamento dei consumi che continuano a crescere. Un dato che rappresenta una rarità in un panorama nazionale che sul fronte dei consumi mostra andamenti fortemente negativi in tutti i settori, alimentare compreso.

L’Organizzazione degli imprenditori agricoli rileva che le aziende italiane che trasformano il prodotto biologico sono diminuite nell’ultimo anno del 9,2%, mentre è aumentato il numero d’importatori nel 2012 di circa il 30%, portando di conseguenza ad un aumento del consumo di biologico non prodotto in Italia.

“E’ un dato – conclude Confagricoltura - che dovrà essere monitorato con attenzione per evitare che a fronte di un mercato del biologico in forte espansione, ci sia da parte delle aziende agricole italiane un minor interesse ad investire nel settore”.

di C. S.