Gastronomia 13/04/2018

L'olio extra vergine d'oliva non è il vino, niente paragoni!

L'olio extra vergine d'oliva non è il vino, niente paragoni!

Le monocultivar, quando scoperte e ben utilizzate, sono un serbatoio inesauribile di sentori ed emozioni. Vagando per l'Italia, pensate alle cultivar del posto che vi ospita, siate curiosi. Site a Vinitaly? E allora non potete perdervi la pera di un'ottima Grignan


Verona è vicina.

Nei prossimi giorni a Verona, crocevia nord-occidentale del nostro Paese, aumenteranno le concentrazioni di gradi alcolici e di polifenoli, per qualche giorno i sensi più usati saranno l’olfatto e il gusto, nel tentativo di cogliere l’essenza della qualità e della gioia di questi prodotti antichi quasi quanto l’uomo: il vino e l’olio extravergine.

Sperando nella lucidità degli avventori, io mi assesterò sui 2-3 assaggi di vino al giorno e 30-35 di oli, ognuno ha la sua religione, il pellegrinaggio sarà lungo e pieno di tentazioni ma va fatto!

Cortesemente non fate confronti con il vino, quello è un altro mondo, il confronto non sussiste, il vino accompagna una pietanza, l’olio ne fa parte, punto; chi continua a confrontarli lo fa per giustificare i mancati progressi della nostra filiera oppure millanta traguardi irreali per l’olio extravergine.

Amando l’olio extravergine credo sia una ottima occasione per porci delle domande:

A che punto stiamo con il mondo dell’olio extravergine?

Quanto è cresciuta la filiera dell’olio extravergine in questi anni ?

La cultura dell’olio?

I consumatori sono consapevoli?

Sicuramente si vende di più, lo si decanta ancora di più e lo si premia in modo spropositato.

Non dovrebbe essere mangiato?

Sento di tutto ma non il come dovrebbe essere ottimizzato, consumato o più semplicemente abbinato al cibo.

Continuo a sentire “piazzisti” decantare lodi di lubrificanti adatti (secondo loro) ad ogni pietanza ma, di contro, mancano i cori di voci pro qualità, pro pluralità di tipi, di sentori, di emozioni.

Sono circa 1500 tipologie diverse di olive nel mondo, più di 500 soltanto in Italia, vogliamo assaggiarle tutte? Gustare gli oli, confrontarli , armonizzarli al cibo?

In questi giorni, se sarete a Verona, pensate alle cultivar del posto che vi ospita, siate curiosi; personalmente tanti anni fa l’assaggio di un olio monovarietale di Grignano (una delle tante cultivar della regione Veneto) mi ha sorpreso molto e tuttora è una cultivar che amo molto.

Quest’anno uno dei pochi Grignano in purezza che ho assaggiato, l’ho descritto cosi:

L’olio di fruttato verde, di colore giallo dorato, presenta al naso sentori di erba tagliata, mandorla fresca e frutta. Nel retrogusto si riconoscono netti sentori di pera fresca, mela rossa e mandorle . Buona persistenza e durata nel tempo.

Lo conoscevate quest’olio? Sentori di pera fresca, erbaceo, è fantastico!

Ma come armonizzarlo al cibo?

È semplice!

Ragionate come se doveste usare il frutto o la verdura corrispondente al sentore dell’olio.

Cosa fareste con una pera?
- Una salsa per il bollito.
- Un arrosto con patate e pera.
- Con un carpaccio di carne.
- Una insalata estiva con pezzettini di frutta
- Accompagnata ai formaggi
- Dolci
- Gelato

In tutte queste pietanza un olio con sentori di pera (Monocultivar o un blend) potrebbe sostituire la pera in modo eccelso regalando gli stessi sapori ed esaltando le altre materie prime.

La soluzione per una miglior crescita del nostro settore potrebbe essere la sobrietà e la valorizzazione di tutte le nostre cultivar, unici soggetti da venerare.

di Piero Palanti

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