Economia 16/12/2016

Numeri positivi per il mondo vitivinicolo nazionale

Sia l'Unione italiana vini sia Federdoc vedono rosa per il mercato del vino italiano. Aumenta il consumo interno, in particolare dei vini di qualità, ma anche l'export mantenendo salde le posizioni in Francia, Canada, Australia e Messico ma, soprattutto, sviluppando numeri rilevanti in Cina e Corea


Ripresa dei consumi nel mercato interno per il vino di qualità; leggera crescita dell'export; dematerializzazione dei registri e approvazione del Testo Unico della Vite e del Vino. Sono questi alcuni punti del bilancio, ritenuto "estremamente positivo, sia sul fronte organizzativo sia politico", presentato ieri dal presidente di Unione italiana vini (Uiv), Antonio Rallo, all'ultimo consiglio nazionale dell'anno.

Per quanto riguarda il dettaglio dei consumi interni, si registra che nella GDO sono cresciuti per il vino di qualità (fino a 0,75 l) del 3,8% a valore e dell'1,7% a volume (Fonte dati IRI - novembre 2016). Anche il canale Horeca fa rilevare un incremento delle vendite del 7,5% a valore e del 7% a volume (proiezione fine anno su dati Osservatorio del Vino). I

l dato dell'export relativo al periodo Gennaio - Settembre vede una crescita del 3,3% a valore e del 1,4% a volume, trainato dal Prosecco (dati Osservatorio del Vino). Se si mantenesse tale trend, il valore delle esportazioni a fine anno potrebbe superare la soglia dei 5,5 miliardi di euro.

Molti ancora i dati positivi - secondo Federdoc -, a partire dal raggiunto primato produttivo mondiale con 48,5 milioni di ettolitri, per proseguire con quelli legati all'export che lo scorso anno ha raggiunto i 5,4 miliardi di euro e che nel primo semestre del 2016 hanno fatto registrare un +4,5% in volume e +7,9% in valore. Con i vini a Denominazione di Origine che a loro volta crescono del 5% in volume e dell'8% in valore.

"L'Italia del vino si conferma un Paese orientato ad un export verso i Pesi terzi - ha sottolineato Riccardo Ricci Curbastro, Presidente Federdoc -. Mentre i consumi interni pro capite continuano a calare, prosegue la scalata ai mercati esteri, confermando quelli storici come Usa, Regno Unito e Germania, mantenendo salde le posizioni in Francia, Canada, Australia e Messico ma, soprattutto, sviluppando numeri rilevanti in Cina e Corea. Ma è tutto il mondo che chiede i nostri vini e non è un mistero che ormai l'80% delle etichette nazionali sono destinate a superare i confini italiani".

"Siamo stati promotori, insieme alle altre organizzazioni della filiera - ha osservato Ricci Curbastro - di moltissime azioni atte a proteggere le DO italiane. Abbiamo ottenuto la modifica della proposta che aveva come obiettivo concreto quello di liberalizzare l'uso delle varietà che, se fosse stata accettata, avrebbe causato un vulnus gravissimo all'intero sistema delle Indicazioni Geografiche. Così come fondamentale è stato il nostro intervento nella delicatissima questione dell'attribuzione dei domini .wine e .vin".

di C. S.