Economia 15/10/2014

Troppo alti i costi della logistica per un'agricoltura italiana competitiva

Non è solo questione di tasse dirette, di Tasi e Imu, ma anche di burocrazie e costi energetici. L'Italia parte nettamente sfavorita anche solo guardando al contesto europeo, secondo uno studio Nomisma per Agrinsieme


L'Italia agroalimentare deve esportare poichè il mercato interno è decisamente troppo stagnante per poter sostenere le imprese.

Guardando all'estero il nostro paese parte però nettamente sfavorito rispetto ai competitor europei.

In Italia servono ben 19 giorni per l'espletamento dell'iter burocratico per l'export via nave di un prodotto agroalimentare, contro i 9 giorni della Germania e i dieci necessari agli operatori di Francia e Spagna. E' quanto emerge da uno studio Nomisma per Agrinsieme, su dati Albo nazionale Autotrasportatori, Eurostat e World Bank.

Non siamo competitivi, sottolinea lo studio, nè per il costo dell'autotrasporto: 1,59 euro/Km in Italia a fronte di 1,21 euro/Km in Spagna e neanche per il prezzo dell'energia ad uso industriale: 0,18 euro/kWh contro i 0,9 euro/kwh della Spagna.

Tra i principali paesi europei, sottolineano Agrinsieme e Nomisma, ''l'Italia si caratterizza per deficit infrastrutturali e sovraccarichi burocratici che si traducono in maggiori costi di produzione per le imprese e minore competitività del tessuto produttivo''.

Ciononostante, sottolineano i presidenti delle organizzazioni aderenti ad Agrinsieme - Mario Guidi, Dino Scanavino, Giorgio Mercuri, Giovanni Luppi, Giampaolo Buonfiglio - ''l'unico settore che in questi anni di crisi ha tenuto è l'agroalimentare. Al contrario del manifatturiero e tessile o costruzioni, agricoltura e industria alimentare hanno mantenuto positivo il trend, con valori tra +4% e +7%, rappresentando il 9% del Pil e il 14% degli occupati''

di C. S.