Economia 11/06/2005

FRUTTA E ORTAGGI DALLA CINA: PIÙ 250 PER CENTO L’IMPORT IN UN ANNO

I mercati italiani invasi da mele, pere, agli, cipolle e pinoli. Dopo la “pummarola” made in China, è boom di altri prodotti alimentari provenienti dal paese asiatico. La Cia sottolinea anche che nei prossimi mesi potrà verificarsi una massiccia importazione di vino cinese


Negli ultimi dodici mesi è stata una vera invasione di ortofrutta “made in China”. Le importazioni sono cresciute del 250 per cento e la tendenza sembra sempre più consolidarsi. Così i nostri mercati, oltre che di “pummarola”, sono pieni di mele, pere, agli, cipolle e pinoli provenienti dal grande paese asiatico. E ora spunta anche il vino cinese, le cui esportazioni ancora non si sono riversate in quantità massicce, ma nei prossimi mesi potrebbero assumere dimensioni rilevanti. Un grande afflusso di prodotti che rischia di aggravare la situazione di tantissimi produttori che già vendono a prezzi stracciati e hanno visto un costante calo dei consumi di ortofrutticoli. E’ quanto annunciato dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori.
I nostri mercati ortofrutticoli -avverte la Cia- hanno visto in questi ultimi mesi una vera e propria “calata cinese” e non solo. Alla Cina si sono, infatti, affiancati paesi non tradizionali esportatori di frutta e verdura, come il Cile, l’Argentina, l’Uruguay, il Brasile, l’Africa del Sud. Così dobbiamo fare i conti con importazioni sempre più massicce di pomodori, cicorie, cipolle, zucchine, carciofi, kiwi, mele, pere, ciliegie, nocciole, mandorle. Tutti prodotti per i quali abbiamo mantenuto per anni la leadership non solo in Europa.
Ma la minaccia cinese incombe pericolosa. Si stima -sottolinea la Cia- che la Cina attualmente, tra l’altro, possieda, per la produzione di ortofrutta, circa 350.000 ettari di serre ed 850.000 ettari di coltivazioni protette, mentre è stato avviato e sostenuto lo sviluppo di liberi mercati all’ingrosso. Ci sono, inoltre, altri programmi che prevedono l’ammodernamento della rete infrastrutturale tra province, in modo da migliorare le possibilità di commercio tra aree produttive ed aree di consumo, queste ultime localizzate prevalentemente nel Nord.
Un altro comparto -sottolinea la Cia- che è destinato ad un futuro successo è la produzione vitivinicola cinese. Le prime avvisaglie già si sono avute, ma in autunno si potranno sentire i primi pesanti effetti delle importazioni di vino “made in China”.

Fonte: Cia

di C. S.