Cultura 01/06/2018

In Sicilia l'olio d'oliva c'è da più di 4000 anni

In Sicilia l'olio d'oliva c'è da più di 4000 anni

L'olio d'oliva consumato in Italia fin dall'Età del Bronzo. In un vaso di terracotta rinvenuto a Castelluccio di Noto tracce di acido oleico e linoleico spingono indietro di 700 anni la produzione del succo d'oliva nel nostro Paese


Se il primato di anzianità di reperti che contengono tracce di9 olio d'oliva spetta a Israele e alla Palestina, culla dell'olivicoltura mediterranea, la storia olivicola nazionale deve essere retrodatata di diversi secoli.

Dai resti trovati in una giara di ceramica e in altri frammenti di terracotta rinvenuti negli anni '90 in Sicilia, a Castelluccio di Noto, i ricercatori hanno scoperto che conteneva olio d'oliva.

I frammenti sono stati analizzati dal gruppo del ricercatore italiano, Davide Tanasi, che lavora nell'americana University of South Florida, e che ha pubblicato il risultato sulla rivista Analytical Methods.

"Abbiamo individuato la prima prova chimica del più antico olio d'oliva nella preistoria italiana - ha dichiarato Tanasi - spingendo indietro di almeno di 700 anni la produzione dell'olio d'oliva".

Finora le altre tracce antiche dell'olio d'oliva erano state individuate in alcuni vasi scoperti a Cosenza e a Lecce e risalenti al XII e XI secolo a.C.

I ricercatori hanno individuato tracce di acidi oleico e linoleico, che sono le firme dell'olio d'oliva, in alcuni frammenti di terracotta e in una giara in ceramica rinvenuti oltre 20 anni fa durante gli scavi in un sito archeologico a Castelluccio di Noto, risalente all'età del Bronzo e in particolare al periodo compreso tra la fine del 3.000 a.C e l'inizio del 2.000 a.C. Tutti i resti sono conservati nel Museo Archeologico di Siracusa dove negli ultimi anni sono stati restaurati e riassemblati.

I restauratori del museo hanno così ricostruito completamente la giara in ceramica (ottenuta ricomponendo 400 frammenti), alta un metro, dalla forma simile a quella di un uovo, con tre maniglie sui lati e contenente al suo interno residui di sostanze organiche. Nello stesso sito erano stati trovati anche i frammenti di altri due contenitori in terracotta, contenenti anch'essi tracce di sostanze organiche e per identificare la natura di queste sostanze, i ricercatori, adesso, hanno analizzato chimicamente i resti. "Volevamo scoprire - ha detto Tanasi - a che scopo venissero usati questi contenitori".

di T N