Ambiente 28/02/2017

Agricoltura industriale: prezzi bassi ma quanto inquinamento!

Quasi la metà delle emissioni di anidride carbonica per produrre il pane sono dovute alla fertilizzazione del grano, pratica indispensabile per aumentare le rese ad ettaro


Per sfamare una popolazione mondiale in crescita occorre produrre di più, ma produrre di più significa anche inquinare di più, con impatto negativo sui cambiamenti climatici e le sue conseguenze sulla salute e la vita del pianeta Terra e di noi tutti.

A evidenziare il fenomeno una ricerca dell'Università britannica di Sheffield che ha calcolato le emissioni di Co2, quindi il carico inquinante, dovuto alla produzione di un alimento base della dieta occidentale: il pane.

Stando allo studio, pubblicato sulla rivista Nature Plants, una pagnotta da 800 grammi prodotta nel Regno Unito ha un costo in termini di emissioni pari a 0,589 Kg di CO2. A pesare sull'ambiente è soprattutto la coltivazione, che genera circa la metà dei gas climalteranti. In particolare il nitrato d'ammonio, usato come fertilizzante, è la causa del 43% delle emissioni.

"Un'alta resa agricola - necessaria a creare profitto per agricoltori, produttori e rivenditori mantenendo bassi i prezzi per i consumatori - attualmente richiede un uso elevato di fertilizzanti economici. Con cento milioni di tonnellate di fertilizzanti usati ogni anno nel mondo per sostenere la produzione agricola, il problema è enorme", evidenziano i ricercatori nello studio.

Nonostante ciò, "l'impatto ambientale non viene conteggiato, e quindi al momento non ci sono incentivi reali per ridurre la dipendenza dai fertilizzanti", proseguono i ricercatori, secondo cui il problema dei fertilizzanti sarebbe "risolvibile attraverso il miglioramento delle pratiche agronomiche".

di R. T.