Mondo Enoico 12/11/2011

Inaudito! Una class action in Italia contro i produttori di vino

Inaudito! Una class action in Italia contro i produttori di vino

Non c’è mai limite al peggio. Eravamo abituati ad accettare pacificamente i benefici effetti del bere moderato. Ora vogliono mettere all’indice anche il bicchiere di vino. Come per le sigarette. Ma non è la stessa cosa. Eppure Gianni Testino, vicepresidente della Società nazionale di oncologia, vuole sfidare il buon senso


 La notizia non è stata accolta da tutti i media, per fortuna; ma presto, vedrete, avrà una ampia cassa di risonanza. C’è sempre chi ha voglia di stupire e ama servirsi degli effetti speciali, con le dichiarazioni a effetto pur di mettersi in mostra e amplificare e diffondere una propria opinione.

Il fenomeno non è nuovo. La stessa insofferenza verso le bevande alcoliche si sta verificando anche all’estero, e presto, vedrete, si assisterà a una battaglia all’ultimo sangue contro il vino, indistantamente, senza fare alcuna differenza tra i vari alcolici. Anzi, tale battaglia che ora si sta indirizzando contro il vino, presto, vedrete, coinvolgerà anche l’olio extra vergine di oliva. Sì, perché nonostante le pur riconosciute proprietà salutistiche, ci sarà sempre qualcuno che insorgerà sostenendo che è un grasso fa ingrassare! Insomma, di soggetti che si prendono la briga di sfidare il buon senso ce ne sono, state pur certi. D’altra parte, come è stato già riportato in un precedente articolo, questa battaglia all’insegna del salutismo più sfrenato sta contagiando un po’ tutti. E’ il caso del parlamento danese che ha deciso di tassare tutti grassi alimentari, senza ecsluderne nessuno. E’ una strada che anche altri Paesi sembrano intenzionati a percorrere: la strada dell’insensatezza.

Ebbene, tra tutte queste stranezze, ora è la volta del vino. Secondo alcuni esperti riuniti al congresso nazionale della società italiana di alcologia, il consumo di alcol farebbe aumentare il rischio di tumori. Altro che bere moderato. Non è più sufficiente a preservare la nostra salute. Basterebbero solo tre bicchieri a settimana per esporci al rischio tumore. Tutto comunque dipende da una predisposizione genetica. I tumori riguarderebbero in particolare la cavità orale, laringe, esofago, ma anche l'intestino e il fegato. Anche il tumore alla mammella potrebbe essere imputato al consumo di solo mezzo bicchiere di alcol al giorno. Questo almeno secondo alcuni recenti studi. Poco vale la distinzione tra gli alcolici, ma se sono superalcolici è ancora peggio, evidentemente.

Tali riserve nei confronti dell’alcol le ha espresse il vicepresidente della Società nazionale di oncologia Gianni Testino, il quale tra l’altro ha annunciato l’avvio di una class action contro i produttori di alcolici a tutela di coloro che si sono finora ammalati e di quanti si ammaleranno se continueranno a bere. Allarmismo su allarmismo. Tra breve leggeremo sulle etichette degli alcolici l’avvertenza “nuoce gravemente alla salute”, proprio come già avviene per le sigarette. Un bel segnale d’allarme, che non può essere preso sottogamba, anche perché da tale congresso è emerso che l’alcol sia addirittura pericoloso quanto l’amianto!

Sapete allora cosa vi dico? Siamo proprio testimoni di una società che va verso il rammollimento e si sta lentamente sfaldando. Stiamo infatti assistendo a un “tutti contro tutti e contro tutto”, pur di agitare i propri neuroni. Mi sembra pazzesco. Siamo proprio in un’epoca in cui si è perso il senso della misura. Si è diventati superpermissivi, e particolarmente dediti al vizio, come non mai, visto che cresce in maniera spropositata il numero di chi fa uso di sostanze stupefacenti, però tale fenomeno passa inosservato, senza scatenare battaglie di civiltà come quelle contro il consumo di bevande alcoliche. Anzi, c’è pure chi spinge verso la liberalizzazione delle droghe leggere, ma poi, stranamente, di fronte a un sano bicchiere di vino c’è chi alza il muro dell’intolleranza.

Ha senso tutto ciò? Le riserve sul consumo di alcol espresse in questi giorni gettano un’ombra sinistra sul mondo scientifico. Com’è possibile che un giorno si leggano note positive sul vino e un altro giorno invece l’esatto contrario? Chi ha ragione, chi ha torto? C’è necessità e urgenza di chiarezza.

 

di Franco Bonaviri

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Commenti 41

andrea ghiselli
andrea ghiselli
27 dicembre 2011 ore 14:30

Ribadisco il concetto che, piccole quantità di bevande alcoliche consumate nel corso della vita producono alla fine un aumentato rischio di cancro, così come dimostrato dalla letteratura scientifica che ho riportato nel post precedente (Lifetime alcohol intake and breast cancer risk, Ann Epidemiol. 2006 Mar;16(3):230-40. Epub 2005 Oct 17).
Chi parla di vino e salute adducendo gli effetti del resveratrolo è come se dicesse che il fumo di sigaretta fa bene perché è verdura essiccata o che l'amannita falloide è un ottima fonte di fibra, per dirla un un unica parola: grottesco.
Cerchiamo di uscire dal pregiudizio che il consumo eccessivo sia dannoso mentre il consumo consapevole no, perché è falso. Ogni quantità di bevande alcoliche differente da zero porta con sé un aumento di rischio, che ovviamente è tanto inferiore quanto minori sono le quantità consumate nell'arco della vita.

Gasparino Marino
Gasparino Marino
23 dicembre 2011 ore 15:54

Per quanto riguarda il metanolo, il signor Andrea Ghiselli ha ragione,le tecniche enologiche attuali non permettono neanche lontanamente di raggiungere le dosi di alcol metilico dannose per l'organismo. Nell'ex URSS,in effetti,si produceva vodka di bassa qualità che veniva consumata in grande quantità da quelle popolazioni. Il metanolo si ossida ad aldeide formica (metanale)che,alterando il nervo ottico, porta alla cecità. Fermo restando che non si finisce mai di imparare, non mi risulta che l'etanolo sia bioaccumulabile e paragonarlo al piombo,il più pesante dei metalli con cui si ha a che fare in pratica,francamente mi sembra eccessivo! Ho scritto nel mio precedente intervento che l'alcol etilico viene degradato lentamente, che ossidato ad acetaldeide (etanale) occorrono ventiquattrore per smaltirne un grammo. Dunque, se sono un bevitore abituale è probabile che l'acetaldeide si accumuli progressivamente nel fegato, potrebbe anche darsi che la reazione etanolo - acetaldeide, catalizzata dall'enzima alcol deidrogenasi, rallenti con accumulo di alcol etilico,è certo che nei grandi bevitori induca la distruzione irreversibile del parenchima epatico, ma affermare che bere un bicchiere ogni tanto comporti un accumulo di etanolo non mi pare possibile. Questo non esclude che possa provocare danni, prima di essere smaltito! Sugli effetti benefici del vino, fino a qualche tempo fa, il prof. Giacomo Dugo del Dipartimento di Scienze Alimentari della Facoltà di Biologia dell'Università di Messina, teneva un corso "Vino e Salute" che si concentrava sulle sostanze polifenoliche e, in particolare, sul resveratrolo. Sia ben chiaro, se davvero è stato accertata una correlazione tra consumo di vino e neoplasie non c'è corso che tenga, un corso potrebbe avere cioè valenza "politica", una difesa interessata degli interessi di una lobby assai potente. Ma appunto, vedremo se questa correlazione esiste davvero. Una cosa è certa: non si può bere quanto ci pare, di ubriachi ce ne sono fin troppi, è necessario un bere consapevole!

andrea ghiselli
andrea ghiselli
22 dicembre 2011 ore 21:22

L'inaudito ora è audito hehehe
(AGENPARL) - Roma, 22 dic - “Appena prima della chiusura natalizia il Parlamento europeo ha accolto la petizione di Assoutenti e dello Studio Conte & Giacomini sulle responsabilità delle aziende produttrici di alcolici per gli effetti dannosi alla salute del consumatori. E' una notizia destinata ad avere conseguenze ancora difficilmente immaginabili, ma che potrebbero comportare un radicale ripensamento delle politiche commerciali delle bevande alcoliche”. L'annuncio è del capodelegazione Idv all'europarlamento Niccolò Rinaldi, che ha aggiunto: “Ora la Commissione Europea darà inizio a un'indagine nel settore, proprio per accertare il grado di informazione sulle conseguenze per la propria salute fornito al consumatore dalle industrie del settore”.

“Il ricorso di Assoutenti parla chiaro: è ormai comprovato scientificamente - ha sottolineato Rinaldi - il nesso causale tra consumo di alcol e insorgenza di specifiche forme di tumori (cavità orale, faringe, mammella, laringe, esofago, fegato, e altri), con percentuali d'incidenza per ciascuna patologia dovute all'alcol. Il costo annuale nell'UE delle patologie legate all'alcol è immenso, come calcolato da uno studio scientifico commissionato dalla Commissione: 125 miliardi, pari all'1,3% del PIL, per i costi tangibili (assenteismo e anni di lavoro persi malattie e morti premature), 270 miliardi per quelli non tangibili, 17 miliardi per il trattamento sanitario, altri 5 per le politiche di prevenzione, 33 per i costi degli atti criminali, comprese le conseguenze degli incidenti stradali provocati da guida in stato di ebbrezza. Da parte loro invece, le tasse sugli alcolici generano appena circa 25 miliardi di euro. Dati che inchioderebbero le bevande alcoliche a responsabilità che una volta approfondite in sede giudiziaria possono portare molto lontano, cominciando con una rivoluzione dell'etichettatura di tutti i prodotti alcolici e restrizioni nelle modalità di vendita assai più severe delle attuali. L'iniziativa di Assoutenti, e la sua ammissibilità da parte del Parlamento Europeo – ha concluso Rinaldi – costituisce dunque una pietra miliare nella tutela della salute pubblica”.

andrea ghiselli
andrea ghiselli
22 dicembre 2011 ore 10:53

Caro Gasparino Marino, anche se hai parlato ostentando sapienza (non conosco il tuo background), hai detto una serie di inesattezze . Il metanolo in realtà è un problema dei distillati di vinaccia fatti in casa e malamente, non certamente dei superalcolici nei quali, quando è presente, è in quantità tali da non dare preoccupazioni. I danni al nervo ottico sono dovuti a consumo di distillati clandestini o altri prodotti come acqua di colonia (molto diffusi qualche decina di anni fa nei paesi proibizionisti).
Non è vero che il vino prevenga molte malattie e ti invito a citarmene una prova.
L'alcol è esattamente come il piombo, è buona norma conoscere la letteratura scientifica prima di parlare (Moderate alcohol consumption during adult life, drinking patterns, and breast cancer risk. JAMA. 2011 Nov 2;306(17):1884-90) il quale conclude testuali parole: "Low levels of alcohol consumption were associated with a small increase in breast cancer risk, with the most consistent measure being cumulative alcohol intake throughout adult life. Alcohol intake both earlier and later in adult life was independently associated with risk". Cinque anni fa un lavoro simile (Lifetime alcohol intake and breast cancer risk, Ann Epidemiol. 2006 Mar;16(3):230-40. Epub 2005 Oct 17) ha dimostrato che il consumo cronico di bassi livelli di alcol è associato con un aumento di rischio di cancro della mammella indipendentemente dal tipo di bevanda alcolica consumato (ergo anche vino rosso quello col resveratrolo che fa tanto bene).
Ancora tempo addietro un gruppo italiano aveva dimostrato che il resveratrolo dell'uva esercitava un fattore preventivo nei confronti del cancro della mammella, mentre il resveratrolo del vino aumentava tale rischio (Resveratrol and breast cancer risk, 14(2):139-42 2005)
Allora, ripeto, è buona norma quella di informarsi sulla letteratura scientifica prima di dire fesserie. Se non si è del campo è bene esprimersi con "a me pare" e non con un "io sono la via, la verità, la luce" perché rischia di fare figurette.
Comcludendo: Il vino è un alimento edonistico e antidepressivo e su questo siamo d'accordo, anche il fumo di sigaretta o di erba lo è, l'abuso è deleterio, ma deleterio è anche il consumo moderato. Un bicchiere al giorno, che da tutti è ritenuto meno di un consumo moderato, è già responsabile di aumento di rischio di cancro. Due ancora di più, tre ancora di più

mauro niccolai
mauro niccolai
22 dicembre 2011 ore 09:46

Il problema è L'Organiz. Mondiale della Salute... sono questi che affermano della tossicità dell'alcol, sono gli Scienzati dell'O.M.S che riferiscono dell'alcol che in quanto droga, può dare assuefazione e dipendenza più di qualsiasi altra droga conosciuta, sono questi che affermano che non esiste una quantità sicura .... poi ci sono gli scenziati di casa nostra i quali affermano che il resveratolo in laboratorio a dato certi risultati solo perché la sostanza è stata somministrata alle cavie "pura" ... insomma un sacco di gente che ... e poi qualcuno ha capito che l'abuso nasce dall'uso o non è così?

alessandro sbarbada
alessandro sbarbada
21 dicembre 2011 ore 22:29

il resveratrolo ha effetti benefici quando somministrato al topo il laboratorio. Per assumerne una quantità "terapeutica" attraverso il vino bisognerebbe bere così tanto da morire per intossicazione acuta da alcol etilico il primo giorno di cura.

Gasparino Marino
Gasparino Marino
21 dicembre 2011 ore 19:53

Il problema del vino e ancor di più dei superalcolici è l'etanolo. Nei superalcolici inoltre, la presenza del metanolo, che si differenzia dall'etanolo per un gruppo metilenico in meno, è certamente causa di gravi patologie della vista. Nell'ex URSS, molte persone si sono ammalate di cecità per intossicazione da metanolo. L'alcol etilico o etanolo, che proviene dalla fermentazione degli zuccheri del mosto da parte dei lieviti vinari è tossico per l'organismo e affatica il fegato che per smaltire un grammo di acetaldeide, sostanza in cui viene trasformato l'etanolo, impiega almeno ventiquattro ore. Inoltre tutti noi sappiamo delle proprietà obnubilanti dell'alcol, causa di molti morti sulla strada. Detto questo, vi sono ormai molte ricerche che stabiliscono una relazione tra il consumo abituale di vino e la prevenzione di molte malattie, dovuta alla presenza dei composti fenolici, sostanze antiossidanti per eccellenza. In particolare il resveratrolo, sembra prevenire le malattie cardiovascolari e inibire addirittura certi tumori della pelle. Il vino è un alimento edonistico e antidepressivo, per l'euforia che può dare se bevuto a dosi moderate, ma indubbiamente l'abuso è deleterio e va prevenuto. L'alcol non è come il piombo che è bioaccumulabile, ma viene smaltito, anche se lentamente.

andrea ghiselli
andrea ghiselli
19 novembre 2011 ore 07:47

andreina, ha sbagliato posto, non si parla di dipendenza qui, ma di rischio di malattia anche per consumi che fino a poco tempo fa erano ritenuti sicuri e comunque ben al di dentro del "consumo sociale". La dipendenza è un'altra cosa. Quello che faticosamente la comunità scientifica sta cercando di far capire è che l'alcol, sia esso contenuto nel vino, che nella birra, che nella vodka, che nel babà è tossico, non conosce soglie di sicurezza ed aumenta il rischio di cancro in qualsiasi quantità, anche un bicchiere al giorno. Più piccola è la quantità, più piccolo è il rischio e viceversa. Siccome è il consumo cronico, di una vita a fare danno, paradossalmente è più pericoloso il consumo regolare di un bicchiere al giorno, dello "sballo" sporadico, perché è la quantità complessiva di una vita ad aumentare il rischio di cancro. Con ciò, ripeto, io bevo vino, mi piace farlo e gradirei, insiema con altri come Testino, che potessero scegliere consapevolmente tutti. Perché ciò accada una delle possibili azioni è mettere un'avvertenza in etichetta, ma ce ne sono molte altre che si possono fare per la salute pubblica. Poi è vero, ci sono mille altri pericoli alimentari, dai salumi ai dolci, ma questo non significa sottovalutare l'effetto, oltretutto combinato, del vino

andreina marenco
andreina marenco
18 novembre 2011 ore 22:12

Nessuna persona che faccia uso moderato di vino diventa alcoolizzato mentre tutti coloro che usano droghe diventano drogati. Questo è un dato di fatto.
E con questo chiudo.
Buona continuazione di dibattito.

mauro niccolai
mauro niccolai
18 novembre 2011 ore 12:34

Cara Marenco, forse vuoi dire che chi ruba è innocente tutti rubano? In definitiva chi paga i costi lo sappiamo bene, a cominciare da certe gravi insufficienze del nostro sistema sanitario dovuti anche a economie insufficienti. Io credo che il lavoro della scienza si sopratutto quello di aprirsi al dibattito per poter consegnare ai cittadini una informazione corretta, saranno poi questi a decidere i propri stili di vita a volte anche a discapito di chi li circonda, per cui nessun proibizionismo ma discussione e consapevolezza...Per quanto riguarda l'alcol quanta discussione o informazione corretta viene discussa per esempio in TV?? Qualcuno ha detto nei vari telegiornali che secondo l'O.M.S l'alcol è una droga e una sostanza tossica e cancerogena? Una corretta informazione non può prescindere da questi dati, è inutile continuare a parlare del numero dei bicchieri.

andreina marenco
andreina marenco
18 novembre 2011 ore 11:29

Chi paga i costi sociali e sanitari dello sballo da stupefacenti?
Chi paga i costi sociali e sanitari delle malattie da abuso di dolci e cibo?
Chi paga i costi sociali e sanitari della promisquità sessuale con tutte le varie malattie, tipo aids ecc...?
Chi paga i costi sociali e sanitari del consumo di cibi transgenici di cui non conosciamo a fondo gli effetti con conseguente moltiplicarsi di intolleranze?
Chi paga...potrei continuare fino a domani...
Sono contro l' abuso ma proprio contro un bicchiere di vino genuino dobbiamo prendercela?

mauro niccolai
mauro niccolai
17 novembre 2011 ore 09:44

Alcol ... (di gran lunga superiori all'entrate) chi li paga i costi sociali e sanitari?

andrea ghiselli
andrea ghiselli
16 novembre 2011 ore 14:35

Mi pare quindi di capire che l'atteggiamento suggerito da Marcaccio sia: zitti zitti che qui ci scoprono

Romano Satolli
Romano Satolli
15 novembre 2011 ore 17:14

Nulla da obiettare per quello che dice Rinaldo Marcaccio, che richiama in un certo senso qquanto scrissi nel mio primo commento a questo articolo, sullo sfruttamento del web per cercare visibilità. Non condivido quello che afferma Alessandro Sbarbada, ma in particolare con l'abbinamento aumento del cancro=aumento dell'età media della popolazione.
Come mai i casi di cancro aumentano anche tra i giovani? Come dice R.Marcaccio, è bene evitare di ingigantire il problema, chiudendo una polemica cge lascia ognuno con le prorie convinzioni.

Rinaldo Marcaccio
Rinaldo Marcaccio
15 novembre 2011 ore 15:58

A mio parere ciò che va evitato con cura, è il cadere nel tranello di chi intende alimentare polemiche sul nulla, al solo scopo di destabilizzare l’opinione pubblica e il potenziale mercato attraverso il web; usato come palcoscenico e cassa di risonanza mediatica, per creare ad arte schieramenti contrapposti e darsi visibilità.
Per cui ritengo che un’arma efficace contro tale progetto in atto di demonizzazione di un settore dell’economia reale, fatto al solo scopo di crearsi bacino d’utenza da sfruttare economicamente poi in una successiva fase, sia semplicemente quella di evitare d’ingigantirne la portata partecipandovi (anche se nell'intento di ergersi a baluardo) e nei limiti del possibile d’ignorarlo proprio.

alessandro sbarbada
alessandro sbarbada
15 novembre 2011 ore 13:21

Romano Satolli chiede come mai, se il vino è cancerogeno, a fronte del crollo verticale dei consumi si sia registrato si sia verificato un aumento dei malati di cancro.
Potrei rispondere che, proprio a fronte del calo verticale dei consumi di vino, è significativamente aumentata l’età media della popolazione italiana, e quindi… abbiamo più anni per ammalarci.
In realtà tanto il rischio di ammalarsi di cancro quanto la longevità di una popolazione sono fenomeni estremamente complessi, multifattoriali, e non è serio legarli o ricondurli a un singolo fattore di rischio.
Romano Satolli chiede anche come mai, contemporaneamente alla diminuzione del consumo di vino, ci sia stato un aumento dell'alcolismo.
La risposta è che non è affatto vero, i problemi alcolcorrelati nel nostro paese sono in calo, proprio grazie alla riduzione dei consumi. Semplicemente oggi, in una cultura finalmente un po’ meno alcolica, è aumentata la consapevolezza: abbiamo incominciato a riconoscerli. Per fare un esempio, gli incidenti stradali legati al bere hanno creato allarme sociale solamente dopo che sulle strade italiane sono arrivati gli etilometri.
Ma se chiediamo a un medico psichiatra quanti delirium tremens vedeva 30 anni fa e quanti ne vede oggi, scopriamo che questa patologia, tra le più gravi alcolcorrelate, è pressoché scomparsa dai nostri ospedali: è uno fra i dati significativi che dimostrano come calando i consumi diminuiscano le sofferenze.
I dati del Ministero della Salute sulle persone in cura per il bere nel nostro paese, e l’esperienza di chi si occupa da tempo di questo problema, rilevano come ancora oggi, nonostante il crollo dei consumi, il vino da solo comporta in Italia più sofferenze di tutte le altre bevande alcoliche messe insieme.
Il fatto è che – sbagliando - si pensa che queste sofferenze siano una prerogativa dei giovani, che bevono poco vino, misconoscendo tutti i problemi alcolcorrelati dei loro genitori e nonni, che sono ancora la parte numericamente più corposa di questo flagello sociale.

mauro niccolai
mauro niccolai
15 novembre 2011 ore 11:24

Qualcuno a travisato il mio modestissimo intervento, comunque la mia posizione è questa:
Mi sono vaccinato per evadere l'influenza stagionale perché lo consiglia tra l'altro, l'Org. Mondiale della Sanità. Non uso ... cioè non assumo Alcol perché la stessa dice che L'alcol è una sostanza tossica e cancerogena ... tutto qui. Se poi è vino, birra, superalcolici o altro non mi interessa, quello che conta è informare le Famiglie e le Comunità per metterle in grado di scegliere con consapevolezza i propri stili di vita!

Romano Satolli
Romano Satolli
15 novembre 2011 ore 10:25

Mi piacerebbe sapere, da coloro che asseriscono dell'abbinamento vino-cancro, come mai con un crollo verticale dei consumi di vino begli ultimi anni, ci sia un aumento altrettanto esponenziale dell'aumento dei malati di cancro. Qualcuno lo potrà spiegare? Potrebbe anche spiegare come mai, contemporaneamente alla diminuzione del consumo di vino, ci sia stato un aumento dell'alcolismo? La domanda sorge spontanea, come diceva qualcuno: è il vino, il massimo colpevole o piuttosto i superalcolici e tutte le altre misture nate negli ultimi anni, che hanno trovato largo consumo tra i giovani che le considerano molto trendy?

andrea ghiselli
andrea ghiselli
15 novembre 2011 ore 10:04

Andreina i succhi di frutta non hanno conservanti, basta lo zucchero e la vitamina c. L'aspartame non è certamente un conservante e i medici seri sanno che in quantità inferiori a 40 mg/kg non è dannoso, contrariamente all'alcol

Giacomo  Linoci
Giacomo Linoci
15 novembre 2011 ore 08:31

E' chiaro che l'articolo da me citato era solo per ricordare che tanti alimenti importanti e complessi come il vino, non possono essere semplicemente demonizzati con una "Class Action" solo perché è una bevanda mediamente alcolica.
Cmq per l'amico Sbarbada se fosse solo per il Resveratrolo esistono le pillole che ogniuna ne contengono per 50 kg di uve rosse...evidentemente nn è solo quella la molecola benefica.

andreina marenco
andreina marenco
15 novembre 2011 ore 07:38

Vorrei sapere dal signor Griselli come fanno a conservarsi le bibite dolci senza conservanti. Quando si apre una bottiglia dura per un bel pò di giorni senza fermentare....I medici seri diffidano dell' aspartame...
Troppi interessi dietro le multinazionali delle bibite!!
Non cosumi vino? Bevi bibite...

alessandro sbarbada
alessandro sbarbada
15 novembre 2011 ore 07:17

Franco Bonaviri chiude il suo articolo scrivendo: "Le riserve sul consumo di alcol espresse in questi giorni gettano un’ombra sinistra sul mondo scientifico. Com’è possibile che un giorno si leggano note positive sul vino e un altro giorno invece l’esatto contrario? Chi ha ragione, chi ha torto? C’è necessità e urgenza di chiarezza."
Insieme a Enrico Baraldi ho approfondito la questione e ci ho scritto due libri: "Vino e bufale" e "La casta del vino". Forse qualcuno tra voi li ha letti.
Abbiamo scoperto da fonti al di sopra di ogni sospetto (winenews.it) che le ricerche pro-vino sono state decise a tavolino dai produttori, nel 1993 San Francisco, scrivendo il risultato di queste "ricerche" (il vino fa bene) ancora prima di cominciare a "ricercare", in un originalissimo metodo scientifico (http://www.bortonevivai.it/news/wine.php?id=729).
Abbiamo scoperto che molti di questi studi dal risultato preconfezionato erano dichiaratamente e direttamente finanziati dai produttori di vino (http://www.winenews.it/index.php?c=detail&id=17884&dc=15), in contrasto con quei dati della scienza ufficiale, ad esempio sull'effetto cancerogeno dell'alcol, che all'estero venivano comunicati ai cittadini (in Italia sono rigorosamente oscurati: quando presentiamo i nostri libri, la gente rimane sbigottita).
Ora qualcuno "cade dal pero" di fronte all'iniziativa del Prof. Testino e delle associazioni di consumatori, finalizzata a indicare in etichetta i rischi legati al bere, ma i più importanti produttori italiani già da molti anni queste avvertenze le scrivono, nelle loro bottiglie che destinano a mercati stranieri.
Ha ragione il signor Niccolai: da noi si cerca di dare ad intendere che il vino faccia bene, e l'alcol faccia male.
Ma nessuno beve l'alcol, la gente lo assume per il tramite delle bevande alcoliche: in Italia la più consumata è ancora il vino.

andrea ghiselli
andrea ghiselli
15 novembre 2011 ore 06:57

mauro niccolai, non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. il vino fa bene e l'alcol fa male? ma lei l'alcol lo consuma puro o tramite vino? o vogliamo dire che non è il burro ad alzare il colesterolo ma l'acido palmitico? il burro fa bene è l'acido palmitico che alza il colesterolo. Ma non scherziamo. secondo: non stiamo affatto discutendo su uso e abuso, ne parla forse chi vuole buttare in ciarla l'argomento. E' il consumo di bevande alcoliche ad essere cancerogeno, non l'iperconsumo. E' cancerogeno un bicchiere, uno solo (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/m/pubmed/22045766/?i=2&from=/22045772/related)

mauro niccolai
mauro niccolai
14 novembre 2011 ore 23:03

Chi ha ragione? Chi ha torto? il vino è storia, è tradizione, è lavoro, è paesaggio, il vino è tutto! Allora facciamo così : togliete l'alcol dal vino e siamo a posto. Ho comprato una bottiglia di Chianti a Londra e dietro c'era scritto che è tossico! L'O.M.S (Org. mondiale della sanità) dice che l'alcol è cancerogeno (oltre ad essere una droga) e che costa all'Europa 250 miliardi di euro per anno...(dati del 2006) e per quanto riguarda i decessi, le malattie, la distruzione del tessuto familiare ...ci sono numeri da seconda guerra mondiale.. e stiamo ancora a discutere su uso e abuso! Ma l'abuso da dove nasce? Il vino fa bene... è l'alcol che fa male!

andrea ghiselli
andrea ghiselli
14 novembre 2011 ore 21:16

Spettabile Redazione, sono perfettamente d'accordo che quando si parla di vino e salute ci sono troppi interessi e troppi atteggiamenti idelogici, sui quali è bene sempre vigilare.

andrea ghiselli
andrea ghiselli
14 novembre 2011 ore 20:28

Giacomo Linoci, ammesso (ma non concesso come vedremo più avanti) che il paradosso francese sia spiegato con il vino rosso, benissimo, diminuiscer lamortalità cardiovscolare. Aumenta però quella di cancro (www.dietandcancerreport.org) scelga lei se preferisce morire di infarto o di cancro. Ma il paradosso francese è stato spiegato da Renaud, ormai troppo tempo fa, con il consumo di vino, mentre albanesi lo spiega con la erre moscia. Nessuno dei due ha più ragione dell'altro perché non esiste nessuna correlazione scientifica seria.
Se la responsabilità ci piace darla al resveratrolo, benissimo, prendiamo il resveratrolo dai supplementi che contengono la sostanza "benefica" senza quella "malefica" di alcol. Certamente è meno buono...ma almeno non fa male.

alessandro sbarbada
alessandro sbarbada
14 novembre 2011 ore 19:11

Gentile Giacomo Linoci, l'articolo sul da albanesi.it che ho citato - in particolare dove viene scritto l'esempio della erre moscia - mostra chiaramente come basti il buon senso per capire l'insussistenza del ragionamento sotteso al paradosso francese.
Il link che ha indicato lei sul resveratrolo, invece, dimostra come quello che viene attribuito al resvetrolo nulla ha a che fare con il consumo di vino.
Copio dalla pagine 23 e 24: "Per stabilire l’ emivita di questa molecola ed il tempo di massima concentrazione nel plasma sono stati condotti studi su animali alimentati con trans-resveratrolo puro. Questi studi sono stati programmati somministrando per via intragastrica 20 mg/Kg animale di trans-resveratrolo (una dose che rappresenta per un uomo adulto circa 140 volte la quantità di resveratrolo presente in un litro di
vino rosso); la concentrazione nel plasma (42.8 ± 4.4 μM, 5 minuti dopo la somministrazione)decresce molto rapidamente a 0.9 ± 0.2 μM (0.2 mg/l) in 60 min. Quando la stessa quantità di transresveratrolo è somministrata oralmente la concentrazione presente nel plasma dopo 5 minuti è nettamente più bassa (2–3 μM in topi e circa 1 μM in conigli o ratti) ed è seguita da un forte discesa (meno di 0.1 μM) in 60 min. (Asensi M. et. al, 2002). Il rapido decremento della concentrazione plasmatica di resveratrolo potrebbe dipendere da vari fattori: dal suo metabolismo, dalla rapida captazione di specifici tessuti e/o organi; molti studi hanno dimostrato che il fegato può rimuovere la maggior parte del resveratrolo circolante."
A questo si può aggiungere che il benefico resveratrolo è presente in decine di vegetali: lo si può assumere mediante frutta e verdura - uva compresa - evitando così le controindicazioni dell'alcol etilico - tossico, cancerogeno e classificato come droga - presente nel vino in concentrazioni anche centomila volte superiori.
Riguardo allo studio del dottor Key, lei si è già benissimo risposto da solo: vale lo stile di vita (nella sua complessità) e sarebbe sciocco e scorretto legare il maggiore o minor benessere ad un singolo fattore.

Giacomo  Linoci
Giacomo Linoci
14 novembre 2011 ore 17:40

Per Alessandro Sbarbada....citavo il Paradosso Francese in quanto sembra essere il "paradosso del paradosso" in questo caso.
Per quanto riguarda il sito da cui ha preso i fondamenti scientifici, nulla da togliere ai dottori che ne scrivono, ma preferirei un articolo scientifico per smentire il paradosso francese, se vuole su google se ne trovano un pò di lavori tipo questo: http://www.fedoa.unina.it/1804/1/Iannelli_Genetica.pdf con questo nn .
Comunque quello che voglio dire è che ad oggi uno dei più importanti studi fatti in merito alla incidenza di malattie cardiovascolari correlate alle abitudini alimentari è il SEVEN COUNTRY STUDY effettuato dal Dott. Ancel Key e tutta la sua equipe intorno agli anni 50, so bene che si tratta di abitudini e nn della singola bevanda "vino" di cui la sola assunzione non può di certo fare miracoli, ma nelle giuste dosi può contribuire alla riduzione dell'insorgenza di placche arteriose.

alessandro sbarbada
alessandro sbarbada
14 novembre 2011 ore 16:19

La discussione è importante, e ho pensato di contribuire con un paio di articoli, per chi intendesse approfondire.
Il primo per sottolineare come non ci troviamo di fronte solamente a una iniziativa individuale del Prof. Testino, ma la sensibilità su questo argomento sta divenendo condivisa, e le fonti citate sono autorevolissime:
http://www.helpconsumatori.it/news.php?id=34991

Il secondo in risposta a Giacomo Linoci, che evidentemente ancora pensa che il cosiddetto "paradosso francese" avesse un fondamento scientifico:
http://www.albanesi.it/Dietologia/paradossofrancese.htm

Giacomo  Linoci
Giacomo Linoci
14 novembre 2011 ore 15:15

Comunque "secondo me", come spesso accade prima di soddisfare un esigenza (con un prodotto) la si crea quell'esigenza. E visto che il furuto dell'enologia sebra essere la produzione di vini a basso contenuto alcolico, allora è partita la demonizzazione all'eccessivo consumo di alcol.
Questa diciamo che è STRATEGIA DI MARKETING...!?!? ribadisco "secondo me"

Redazione Teatro Naturale
Redazione Teatro Naturale
14 novembre 2011 ore 10:48

Caro Ghiselli, ci sono troppi lati oscuri quando si affrontano temi inerenti la salute, troppi interessi e troppi atteggiamenti idelogici, sui quali è bene sempre vigilare.
Ora, che il vino vada consumato con moderazione, è un dato ormai acquisito, e si va sempre più in questa direzione, come provano d'altra parte i consumi pro-capite in costante calo. Da qui però a lanciare una provocatoria class action contro i produttori ce ne vuole. Insomma, sarebbe opportuno dimostrare maggiore senso della misura, e il Testino in questi casi ha dimostrato di spararla piuttosto grossa. Con grande senso di irresponsabilità per le conseguenze che possono scatenare i suoi atteggiamenti.
Ci invii pure le sue referenze scientifiche al riguardo, all'indirizzo redazione@teatronaturale.it: a noi fa sempre piacere ospitare tutte le voci, indistintamente, senza alcuna preclusione. Sia però prudente: si ricordi di non addossare pilatescamente la colpa ai giornalisti quando si leggono notizie circa gli effetti sulla salute da parte del vino. I giornalisti si limitano a riportare le dichiarazioni della comunità scientifica, che, come sappiamo, pur meritando tutta la stima del mondo, esprimono pareri sfacciatamente altalenanti e contraddittori, ora gridando al miracolo, ora procedendo a demonizzazioni di basso profilo. In tutto ciò, la provocazione di Testino con il proposito di lanciare una class action contro i produttori di vino mi sembra francamente un'idea piuttosto puerile e perfino offensiva verso chi lavora nel settore del vino

andrea ghiselli
andrea ghiselli
14 novembre 2011 ore 10:48

Andreina, tutto fa male quando se ne abusa e su questo siamo d'accordo, ma ci sono alimenti ed elementi che si possono consumare entro certe quantità senza correre rischi. Lo zucchero si può consumare e non è cancerogeno, i conservanti (che comunque all'interno delle varie bibite non ci sono) si possono consumare entro certi limiti, così per gli edulcoranti artificiali.
L'alcol invece è un cancerogeno che non conosce una soglia di sicurezza, vale a dire che per le bevande alcoliche non è rischioso l'abuso (come nel caso di zuccheri e grassi) ma è rischioso il consumo. Una quantità di alcol pari a 10 grammi al giorno (meno di un bicchiere di vino) fa aumentare il rischio di cancro della mammella del 6%.
La svegliata è bene che se la dia lei.

andreina marenco
andreina marenco
14 novembre 2011 ore 09:38

A chi sostiene che il vino fa male vorrei chiedere: quale bevanda non fa male al di fuori dell' acqua (ammesso che sia veramente pura)?
I conservanti e gli zuccheri all' interno delle varie bibite? L' aspartame all' interno delle bibite dietetiche?
Tutti i vari coloranti per renderle invitanti?
Il rischio obesità e diabete per il consumo smodato?
Diamoci una svegliata che è meglio!!

andrea ghiselli
andrea ghiselli
14 novembre 2011 ore 06:48

perfettamente d'accordo con Linoci (in generale ovviamente, non in particolare perché industrie siderurgiche o centrali elettriche sono indispensabili, quand'anche qualcuno dimostrasse che sono cancerogene): ognuno deve avere l'informazione necessaria in modomda scegliere la via che preferisce. Ma oggi quell'informazione al cittadino viene negata ed anzi gli viene data una falsa verità, che il vino faccia bene. Il vino è un piacere che ognuno di noi si può concedere quando è conscio del rischio che corre

Giacomo  Linoci
Giacomo Linoci
13 novembre 2011 ore 21:49

E il Paradosso Francese che fine ha fatto.?
E poi perché preoccuparsi del tumore provocato da un piacevole bicchiere di vino, quando abbiamo industrie siderurgiche, centrali elettriche a carbone, e radioattività a portata di mano..!?!?
Preferisco morire per un bicchiere di vino..in più.

andrea ghiselli
andrea ghiselli
13 novembre 2011 ore 12:40

O Rinaldo Marcaccio, che il vino sia piacere, convivialità, cultura ecc è verissimo, lo era anche l'assenzio, ma certamente non si può dire che faccia bene a meno di non essere o ignoranti o disonesti. Oggi nel 2011 lo ripeto, nessuno può affermare che faccia bene. Si può discutere sul fatto che un bicchiere al giorno possa o meno fare male, ma francamente stanno emergendo dati sconcertanti sul rischio di cancro in vari organi, tra cui la mammella. Ripeto ancora, lasciamo stare la pancia: a tutti farebbe piacere che una cosa estremamente gradevolemcome il vino possa far bene, a me per primo che sono un discreto utilizzatore, ma non è così e sono disponibile permfornire tutta la letteratura necessaria a colmare l'ignoranza. Sulla disonestà non ci posso vare invece molto.

Rinaldo Marcaccio
Rinaldo Marcaccio
12 novembre 2011 ore 22:29

Il consumo di vino fa bene. Fa bene alla mente. Il vino è cultura. Il vino è sensibilità. Il vino è analisi. Il vino è palestra sensoriale. Il vino è sacro e profano. Il vino è appartenenza, territorio, identità. Il vino è natura e tecnica.
Il consumo di vino, non l’abuso…qualsiasi abuso fa danni...non c'è bisogno del lavoro di uno scienziato per provarlo...basta il buon senso comune.
Il vino ha radici storiche, non nasce ieri…se le affermazioni di Gianni Testino avessero un minimo di fondamento, allora il vino di fatto sarebbe stato un vero flagello per l’umanità. E allora si abbia il coraggio di affermare questo fatto, con forza e sino in fondo.

andrea ghiselli
andrea ghiselli
12 novembre 2011 ore 17:38

francamente trovo sconcertante non certo la inadeguatezza dei commenti perché mi rendo conto possa essere frutto di "pancia", E' sconcertante che gli sforzi che la comunità scientifica conduce sulle proprie spalle, spesso anche contro gli interessi di parte della produzionetrovino giornalisti o simili che non si curino di chiedersi se almeno un piccolissimo spunto di verità ci possa essere nelle affermazioni di Gianni Testino. L'alcol è indubbiamente un cancerogeno, tanto indubbio da essere stato inserito nel gruppo uno dei cancerogeni per l'uomo. Ma attenzione è stato inserito nella lista dei cancerogeni non l'alcol, ma il "consumo di bevande alcoliche". Non l'abuso, non il consumo eccedentario...il consumo. Sesulle bevande alciliche comparirà la scritta "nuoce gravemente alla salute" sarà per motivi fondati e non certamente usciti dalla fantasia di qualcuno. Tutta la comunità scientifica, caro Bonaviri, è concorde nell'affermare che forse, ma solo forse, il consumo di piccolissime quantità di bevande alcoliche tra cui il vino possa non creare aumento significativo di morbidità, ma espone ad un certo rischio.
Posso spiegare invece perché, si chiede l'autore, oggi compaiano notizie positive sul vino e a volte negative: semplice, sono molti i giornalisti che scrivono con una certa irresponsabilità. Che le bevande alcoliche espongano a rischi per la salute è noto alla comunità scientifica. Che il tischio sia tanto più basso quanto più basso è il consumo è risaputo. Ma non esiste nessun motivo che possa farci affermare che il vino possa fare bene. Forse un individuo sano, non in eccedenza ponderale, non in gravidanza, non minorenne, non sottoposto a farmacoterapia per alcunché, può permettersi un bicchiere di vino al giorno senza rovinarsi la salute perché gli piace, come al sottoscritto, non perché faccia bene.
A richiesta posso fornire tutte le referenze scientifiche del caso, che sarebbe stato meglio chiedere prima di scrivere un simile articolo
Andrea Ghiselli

andreina marenco
andreina marenco
12 novembre 2011 ore 13:33

Tutto questo è pazzesco ma io ho timore che se si scoprisse una medicina contro il cancro non verrebbe tirata fuori perchè dietro questa malattia c' è un businnes spaventoso e le case farmaceutiche non sono disposte a mollare l' osso.
Ci aiuti chi può... se esiste...!!

Romano Satolli
Romano Satolli
12 novembre 2011 ore 11:49

Condivido in tutto quello che scrive Bonaviri. Oggi chiunque, pur di apparire, pur di diventare protagonista di qualcosa, spara una scemenza qualsiasi certo che i media, molti dei quali scrivono quello che trovano senza un minimo di riflessione diffondono, ingigantendola, la notizia.
Il termine class action, inoltre, si cita o si minaccia per ogni stupidaggine, a partire dal pilota di F1 che rallenta per far passare avanti il compagno di squadra in corsa per il titolo mondiale, alla minaccia, come questa ultima, di addossare anche al vino ogni tumore! Stiamo assistendo alle follie più assurde! In tutto il mondo, fior di ricercatori, di scienziati sicuramente ben più esperti di questo signor Testino, sconosciuto alla massa almeno fino ad oggi, minaccia una class action! E' vero, la società assiste con indiffernza al propagarsi del consumo di cocaina, come se fosse una moda, senza che nessuno prenda provvedimenti seri contro chi ne fa uso come, per esempio, togliere la patente almeno fino a che no dimostra di esserene uscito in maniera certa, anche se non ha provocato incidenti, a sottoporre ai controlli obbligatori, senza lo scudo di comodo della privacy a chi conduce mezzi pubblici o abba incarichi pubblici di responsabilità, a partire dagli stessi politici.
Spero che il mondo del vino insorga contro questa campagna diffamatoria, che si aumentino le iniziative al buon bere e non, come si vorrebbe da parte di qualcuno, condannare una bevanda che ha accompagnato nella sua evoluzione la cultura occidental. Una iniziativa condivisa, purtroppo, anche dalle associazioni di consumatori. Confido che Teatro Naturale, tra le tante ottime iniziative a favore dei prodotti della nostra agricoltura, sia promotore anche di una campagna contro la demagogia e l'ignoranza.

Rinaldo Marcaccio
Rinaldo Marcaccio
12 novembre 2011 ore 10:26

Il mondo del vino ha tradizione millenaria. Non può essere minimamente scalfita dalle elucubrazioni degli ultimi arrivati.
E' bene comunque tenere la guardia alta, per individuare e segnalare chi questa tradizione vuole seppellire.