Legislazione 01/08/2014

La Pac passa il vaglio dei Consiglio dei Ministri


Approvato il documento “La nuova PAC: le scelte nazionali – Regolamento (UE) n. 1307/2013” nel corso del Consiglio dei Ministri che si è tenuto ieri a Palazzo Chigi.
La decisione presa dal Cdm consente al Ministro Maurizio Martina di comunicare all’Unione europea, entro il termine stabilito del 1 agosto, le scelte nazionali relative all’applicazione della riforma della nuova PAC fino al 2020.
“Nei prossimi sette anni – ha dichiarato il Ministro Martina – abbiamo a disposizione 52 miliardi di euro da investire per il rilancio e il futuro dell’agroalimentare nazionale. Abbiamo fatto scelte non banali come destinare 80 milioni di euro all’anno alle imprese agricole condotte da giovani, con la maggiorazione del 25% degli aiuti diretti per 5 anni. Così come abbiamo deciso che non percepiranno più aiuti soggetti come le banche, le assicurazioni, le società immobiliari e finanziarie. Non è la Pac che avremmo voluto, ma abbiamo lavorato intensamente in questi mesi con le Regioni per trovare una sintesi delle esigenze particolari dei vari territori. Ora i nostri imprenditori agricoli hanno un anno per adeguarsi alla riforma in vista della prima domanda unica che sarà nel 2015”.
Nella seduta di oggi è stata anche autorizzata la ripartizione degli aiuti destinati al sostegno accoppiato, per una dotazione annua di circa 426 milioni di euro. Tali risorse saranno concentrate nei seguenti settori: zootecnia da carne e da latte, con oltre 210 milioni di euro l’anno, seminativi con circa 146 milioni di euro l’anno, di cui circa 95 milioni di euro per il piano proteico e il grano duro, e olivicoltura, alla quale sono destinati 70 milioni di euro l’anno.
Le risorse complessive della PAC
Circa 27 miliardi di euro totali saranno a disposizione dell’Italia per gli aiuti diretti del I° Pilastro (Pagamenti diretti), completamente finanziati dall’Europa.
Circa 21 miliardi di euro saranno a disposizione per finanziare le misure del II° Pilastro (Sviluppo rurale). Queste risorse sono stanziate per la metà da Fondi europei e per la metà da una quota nazionale.
Ai fondi destinati al finanziamento delle misure dei due pilastri (48 miliardi) va aggiunta una quota relativa ai finanziamenti dell’OCM (Organizzazione comune di mercato) di circa 4 miliardi di euro (per l’OCM non vi sono spese pre-allocate tranne per il settore vitivinicolo e l’olio di oliva).

di C. S.