Legislazione 02/02/2013

Epap: 75,5 milioni in fumo in cinque anni e dovremmo pure complimentarci?

Epap: 75,5 milioni in fumo in cinque anni e dovremmo pure complimentarci?

In base al report della Corte dei Conti perso 1,5 volte il contributo soggettivo medio attualmente versato ogni anno dagli iscritti


Ho letto con estrema attenzione l’articolo di Italia Oggi pubblicato il 22 gennaio 2013 dal titolo “Pensioni, cielo grigio sull’EPAP”, e con ancora maggior attenzione ho letto il comunicato n° 2/13 apparso sul sito dell’EPAP a firma del Presidente Arcangelo Pirrello.

Essendo iscritto all’EPAP - Ente a cui affido, per legge, la mia futura pensione - cerco di capire come vengono gestiti i miei contributi, soggettivo ed integrativo, sia dai dati del bilancio annuale sia dalle Determinazioni della Corte dei Conti.

L’articolo apparso su Italia Oggi, illustra sinteticamente la Determinazione 119/2012 della Corte dei Conti, evidenziando delle prospettive grigie per le pensioni degli iscritti all’EPAP in relazione alle perdite sui titoli subite nel 2010 e nel 2011.

Ma cosa dice di tanto preoccupante la Determinazione 119/2012 della Corte dei Conti ?

Vediamo:

a pag 2 riporta: ”peraltro l’aumento rilevante degli oneri finanziari (da 10,6 milioni a 26,4 milioni) e le ingenti perdite sui titoli (si incrementano da 5,5 milioni a 19,9 milioni) hanno influito negativamente sui risultati della gestione finanziaria e l’Ente non ha potuto far fronte alla rivalutazione dei montanti individuali e del Fondo pensioni dovendo ricorrere a tal fine all’utilizzo del contributo integrativo”;

a pag 3: “la ristrutturazione della composizione del patrimonio mobiliare non ha prodotto gli effetti previsti in quanto le perdite nette su titoli risultano ancora elevate e pari a 24,4 milioni di euro (erano state pari a 51,1 milioni nel precedente triennio 2007- 2009)”.

Ciò significa che negli ultimi cinque anni la mia Cassa previdenziale ha perso la cifra di 75,5 milioni di euro nella gestione dei titoli.

Ha perso cioè 1,5 volte il contributo soggettivo medio attualmente versato ogni anno da tutti gli iscritti alla Cassa.

Mi chiedo come sia possibile tutto ciò se anche nel 2011 sono aumentate le spese per le consulenze tecniche e finanziarie, passate, infatti, dai 124.898 euro del 2009 ai 167.080 del 2011 (pag. 15 Determinazione 119/2012).

Ma la sintesi sulla gestione dei titoli viene meglio esplicata a pag 48 della Determinazione 119/2012 nella quale si legge:

“ Dal prospetto n. 25 si deduce che:

- le perdite su titoli si incrementano nel biennio in maniera rilevante, passando da 5.515.793 euro del 2010 a 19.870.237 euro nel 2011;

- l’accantonamento al Fondo svalutazione titoli raddoppia la sua consistenza,

passando da euro 2.488.989 del 2010 a 4.378.720 del 2011;

- il totale delle riprese di valore nel biennio risulta pari a 2.517.573 euro; peraltro nel 2011 detto valore flette notevolmente passando da 2.035.092 euro a 482.481 del 2011 (conto economico-costi);

- le perdite economiche nette sui titoli nel biennio ammontano ad euro 29.736.166 euro, da cui va stornata la giacenza del Fondo Svalutazione Titoli,

pari ad euro 5.336.134 (Stato patrimoniale – Passività);

- pertanto, le perdite nette sui titoli nel biennio 2010/2011 risultano complessivamente pari ad euro 24.400.324.”

Evidenzia inoltre

“La Corte sul punto richiama l’attenzione dell’Ente sui negativi risultati della

complessiva gestione finanziaria che, come si è già detto, non ha permesso nel biennio di far fronte alla rivalutazione dei montanti individuali e del Fondo pensioni, e sollecita interventi particolari sul versante dei costi per “Oneri finanziari” connessi agli investimenti al fine di realizzare:

- una maggiore trasparenza in merito alla composizione del portafoglio, mediante indicazione delle voci inerenti ai differenti comparti;

- una attenta politica di monitoraggio e di valutazione delle gestioni evidenziando eventuali scostamenti rispetto ai valori di benchmark;

- una maggiore consapevolezza sulla onerosità delle gestioni patrimoniali sottoscritte (in termini di commissioni, spese, perdite eventuali, ecc) con particolare attenzione ai costi finanziari che nel 2011 sono stati determinanti nel generare le perdite del comparto.”

Pertanto, dopo aver letto la Determinazione 119/2012 i dubbi sulla gestione dei sudati contributi da me versati alla cassa aumentano e non diminuiscono, soprattutto dopo aver letto la risposta, molto articolata, del Presidente Pirrello, (comunicato n° 2/13).

Presidente Pirrello io, come tanti altri colleghi che svolgono solo la libera professione e non possono quindi contare su uno stipendio o su una pensione calcolata con il sistema retributivo, sono molto preoccupato per le modalità di gestione della cassa non per la sicurezza dei montanti individuali che, fortunatamente, come da Lei riportato “non corrono alcun rischio di sostenibilità”.

Il sistema contributivo, inizialmente previsto dalla riforma Dini nel 1995 per tutti, ma mai applicato a coloro che avevano più di 18 anni di contributi versati, è ora in vigore dal 1 gennaio 2012 a seguito della Riforma Fornero, consente di percepire esattamente quanto versato ed in questo non trovo nulla di sbagliato, al limite era il precedente sistema non corretto per le future generazioni che ora dovranno pagare le pensioni calcolate con il sistema retributivo.

Così pure il basso indice di rivalutazione dei montanti, in discesa per i prossimi anni, come da Lei anticipato, 1,1344% per il 2012, è indipendente dalle scelte dell’EPAP e noi lo subiamo.

Non possiamo però accettare che anno dopo anno l’EPAP continui a perdere soldi con investimenti sbagliati sui titoli e tanto meno sentirci rispondere che la valutazione della Corte dei Conti “….. è pure un pochino ingenerosa”

I dati oggettivi riportati nei bilanci vanno letti e non interpretati.

Dinanzi a tali risultanze cosa mai avrebbe dovuto dire la Corte dei Conti ad un Ente assoggettato alle norme per il controllo della spesa pubblica ed incluso nell’elenco predisposto dall’ISTAT.

Ad un Ente che negli ultimi cinque anni ha visto:

- perdere 75,5 milioni di euro nella gestione dei titoli;

- aumentare le spese in consulenze tecniche e finanziarie.

- pagare le rivalutazioni di legge con il contributo integrativo

dovrebbe forse fare i complimenti per la gestione?

E’ importante, inoltre, conoscere i responsabili delle scelte finanziarie fatte dall’EPAP, cioè tutti coloro che prendono parte a queste decisioni che, cito testualmente dal suo comunicato “ E allora succede che un titolo può guadagnare e un altro può perdere; tutto questo è contenuto in un ben definito progetto di investimento che coinvolge il Consiglio di Indirizzo Generale e il Consiglio d’amministrazione, oltre a un consulente e a esperti dell’ufficio finanziario interno all’Epap……” .

Infine, Presidente Pirrello la sua frase “Investire non è facile, ciascuno di noi, oggi come oggi, se ereditasse mezzo milione di euro avrebbe serie difficoltà ad investirlo in modo sicuro e redditizio, provare per credere” mi lascia sbigottito, perché l’EPAP paga fior di consulenti per far rendere i nostri soldi e non certo per “provare”.

di Roberto Accossu