L'arca olearia 16/02/2018

Oleoteca non esiste, Viva l'oleoteca!

Oleoteca non esiste, Viva l'oleoteca!

Oleoteca viene utilizzata da assaggiatori, consumatori e appassionati di olio extra vergine di oliva, professionisti e amatori, che la usano con nonchalance perlopiù ignari del fatto che questo termine sia ufficialmente inesistente in letteratura... Partita la segnalazione all'Accademia della Crusca


La parola “oleoteca” è ormai entrata nell’uso comune di coloro che si occupano di olio extra vergine di oliva e di enogastronomia in generale. Però non esiste! Almeno non sulla carta. È un neologismo entrato nell’uso comune ma non ancora riconosciuto formalmente. L’ho cercata e non riesco a trovarla sui vocabolari più accreditati. Deve essere nata spontaneamente e ormai da qualche tempo ha preso piede tra assaggiatori, consumatori e appassionati di olio extra vergine di oliva, professionisti e amatori, che la usano con nonchalance perlopiù ignari del fatto che questo termine sia ufficialmente inesistente in letteratura. A prescindere da chi l’abbia usata per primo o per prima trovo portentoso il fatto che si sia generata naturalmente e così efficacemente per descrivere il luogo dedicato agli extravergini di qualità, lungo un percorso semantico che molto probabilmente è scaturito dall’assonanza con la parola “enoteca”, la quale si usa per il vino, il cugino più popolare (almeno fino a poco tempo fa!).

Partendo da questo presupposto, consideriamo che secondo il vocabolario online della Treccani il lemma “enoteca” è un composto di eno- e -teca che indica una raccolta, in genere a scopo commerciale, di bottiglie di vini pregiati di vario tipo e per estensione il luogo stesso (negozio, cantina, ecc.) in cui i vini sono conservati per la vendita, o anche per la degustazione, ed esposti al pubblico secondo criterî che ne facilitino la scelta e l’apprezzamento. Può indicare anche una mostra temporanea o permanente di vini in bottiglia, per lo più di produzione locale o regionale, allestita e gestita da enti pubblici. Sostituiamo “vini pregiati” con “oli extra vergine di oliva di alta qualità” e otterremo il significato del termine “oleoteca”.

Nei vocabolario troviamo il termine “oleo-“, definito come primo elemento di parole composte con il significato di “olio” o “oleoso”, e “-teca”, la quale si usa come secondo elemento di parole composte con il significato di “deposito”, “custodia”, “collezione”, “raccolta”, come pinacoteca, biblioteca, cineteca, discoteca e così via. Azzardando un’ipotesi etimologica e rifacendosi al termine “enoteca”, il quale deriva da eno-, dal greco οἶνος (oinos) cioè "vino" e -teca, dal latino theca derivante dal greco ϑήκη (teche), cioè "ripostiglio, deposito, scrigno", per la parola “oleoteca” dovremmo considerare una derivazione dal latino olĕum, a sua volta dal greco ἔλαιον (élaion) di origine preindeuropea e theca come sopra.

A questo punto ho segnalato “oleoteca” all’Accademia della Crusca come nuova parola ormai entrata nell’uso comune, utilizzata da operatori e fruitori del settore agroalimentare. Non ci resta che aspettare la valutazione del neologismo del prestigioso istituto linguistico. Se nel frattempo trovate qualche cenno di questa parola in letteratura fatecelo sapere!

di Ylenia Granitto

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