L'arca olearia 02/06/2017

Cresce la domanda di olio di oliva, stabile la produzione

Il trend globale vede una domanda di olio di oliva superiore all'offerta nell'ultimo quinquennio, con una produzione sostanzialmente stabile dai primi anni 2000, nonostante l'aumento delle superfici olivetate. Il sistema rischia il crack?


Le superfici olivetate mondiali continuano a crescere, nel bacino del Mediterraneo e altrove, ma la produzione mondiale di olio di oliva è sostanzialmente ferma dai primi anni 2000.

Le medie quinquennali di produzione, infatti, vedono l'offerta di olio di oliva sempre inferiore alle 3 milioni di tonnellatem tra 2,7 e 2,8 milioni di tonnellate, a fronte di una domanda salita di 300 mila tonnellate negli ultimi 10 anni, toccando negli ultimi cinque le 3 milioni di tonnellate.

L'analisi del Coi, emersa durante la 105 sessione ordinaria, pone molti interrogativi sul futuro del settore, considerando che la produzione nel 2016/17, a livello globale, è calata di circa il 20% rispetto all'anno precedente, un decremento del 25% se consideriamo la sola Unione europea. Calo meno accentuato in Spagna (-8%) ma drastico in Italia (-61%) e Grecia (-39%), con anche il Portogallo in flessione del 30%.

Unica eccezione a questo trend negativo la Turchia, con un aumento produttivo del 24%.

Nel complesso l'analisi del Coi mostra come dal 1991 non ci fosse un superamento del consumo rispetto alla produzione. Al contrario di allora, però, oggi la Spagna sembra aver raggiunto la massima espansione produttiva, rappresentando ormai il 40-50% della produzione mondiale.

Altre aree produttive, in particolare quelle nordafricane, sono fortemente soggette ad alternanze di produzione, con la conseguenza che, mentre la domanda cresce, la media produttive resta sostanzialmente stabile da 15 anni ormai. Fino ad oggi sono state le giacenze a permettere di soddisfare la crescente domanda mondiale, grazie a stock che, nelle massime annate produttive, hanno sfiorato il milione di tonnellate. Oggi però le giacenze sono praticamente azzerate e quindi il soddisfacimento della domanda dipende esclusivamente dalla produzione dell'anno.

Il prevedibile aumento di prezzi ha portato a un calo del'export negli Usa del 7% da ottobre 2016 a marzo 2017 ma i volumi persi verso gli Stati Uniti sono stati compensati da un incremento dell'export verso Australia (+39%), Brasile (+37%), Cina (+19%), Giappone (+4%) e Russia (+2%).

Nel 2016/17 la domanda di olio di oliva supererà la produzione del 13%.

di C. S.