L'arca olearia 27/05/2016

Il test del DNA sull'olio d'oliva d'importazione per evitare truffe sull'origine

Il test del DNA sull'olio d'oliva d'importazione per evitare truffe sull'origine

Nella strategia del Ministero delle politiche agricole per prevenire contraffazioni nel mondo dell'olio d'oliva anche l'utilizzo del DNA. E' quanto emerge dalla risposta a un'interrogazione parlamentare da parte del sottosegretario Castiglione


Con le quotazioni dell'olio di oliva che cominciano a scendere, inziano le preoccupazioni per un aumento delle contraffazioni e delle frodi.

Il mondo olivicolo italiano non ha ancora digerito l'aumento di 35 mila tonnellate dell'import a dazio zero di olio tunisino e del relativo rischio che lo stesso possa essere falsamente etichettato, dopo opportune triangolazioni comunitarie, come olio europeo o addirittura Made in Italy.

Un tema ben sentito, anche alla luce delle recenti inchieste della Guardia di Finanza che hanno portato alla luce traffici illeciti di olio di carta, ovvero giri di false fatturazioni volti a dimostrare falsamente l'origine del prodotto.

La questione è stata affrontata alla Commissione agricoltura della Camera il 25 maggio scorso quando il sottosegretario Castiglione ha risposto a un'interrogazione dell'on. Colomba Mongiello, sottoscritta da altri quaranticinque parlamentari del PD, alcuni dei quali presidenti di commissioni.

La risposta del Ministero delle Politiche agricole fornisce alcune delucidazioni su come le autorità vorranno agire ora e nel futuro per accertare la vera origine dell'olio commercializzato in Italia e all'estero.

A proposito dell'ingresso di olio tunisino il sottosegretario Castiglione ha ricordato che "Grazie all'azione della delegazione italiana, è stato introdotto l'obbligo di un accurato monitoraggio, da compiersi a fine 2016, per valutare le eventuali ripercussioni negative sui mercati interni e procedere, se del caso, ad eventuali misure correttive.
Peraltro occorre tener presente che, a livello nazionale, gli operatori che movimentano gli oli, indipendentemente se di origine estera o nazionale, compresi i semplici commercianti di olio sfuso privi di stabilimento o deposito, sono obbligati alla tenuta dei registri di carico e scarico ai fini della commercializzazione degli oli stessi.
In tal senso, in Italia è attivo il registro telematico degli oli che consente un puntuale monitoraggio dei flussi di prodotto movimentati dai singoli operatori.
Tale registro che, per una tempestiva fruizione dei dati ivi contenuti da parte degli Organismi di controllo, è tenuto secondo modalità telematiche messe a disposizione sul portale del Sistema informativo agricolo nazionale (SIAN), costituisce un sistema di tracciabilità omogeneo e puntuale della «filiera olio d'oliva» in quanto consente di controllare le singole movimentazioni di ogni stabilimento e conoscere i soggetti, nazionali o esteri, coinvolti nella movimentazione stessa.
Grazie a questo strumento di controllo, sono state realizzate le azioni più importanti di contrasto alle frodi, svolte in questi ultimi anni nel settore oleario dall'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agro-alimentari (ICQRF) in collaborazione con la Guardia di finanza."

Ma come agire di fronte all'olio di carta? "Ad ulteriore tutela del nostro prodotto rilevo poi che, per l'olio d'oliva, gli investigatori del Corpo forestale dello Stato si avvalgono dell'innovativa tecnica del riconoscimento del DNA delle cultivar di olivo presenti nell'olio (analisi molecolare)." ha precisato Castiglione.

Un'ulterione notizia data nel corso dell'audizione è stata che "con riguardo alle operazioni in regime Traffico di perfezionamento attivo autorizzate dal Ministero delle politiche agricole, preciso che sono in corso con il Ministero della salute e ICQRF gli approfondimenti relativi alla costituzione del Comitato di coordinamento di cui all'articolo 6 del decreto-legge 18 giugno 1986, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 1986, n. 462, competente per il rilascio del parere di cui all'articolo 9 della citata legge n. 9 del 2013."

Insomma, il Ministero delle politiche agricole ha promesso la piena adozione della legge Salva Olio (n. 9/2013) e un'attenzione particolare all'origine dell'olio.

La proponente dell'interrogazione, Colomba Mongiello, "nel dichiararsi soddisfatta della risposta del Governo, ricorda però che mentre l'aiuto ai Paesi in via di sviluppo può non comportare un danno al settore agricolo, ad oggi, nonostante le importazioni, non ha ancora avuto modo di riscontrare sugli scaffali della distribuzione alimentare alcuna confezione di olio venduta come olio di provenienza extra UE. Sulla base di tale osservazione, invita pertanto il Ministero a dotarsi delle migliori tecniche di investigazione, come quella che utilizza l'analisi del DNA, al fine di compiere verifiche ulteriori sulla provenienza degli oli commercializzati in Italia."

di T N

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Commenti 1

Donato Galeone
Donato Galeone
28 maggio 2016 ore 14:56

A mio avviso la discussione del 25 maggio in Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati ha richiamato, innanzitutto, la responsabilità e l'interesse del soggetto "FILIERA OLIO D'OLIVA LOCALE" e non solo in Italia, in quanto, il "valore del prodotto" spetta - assolutamente - al mondo della produzione, "al produttore" (condivido l'articolo di Alberto Grimelli pubblicato su questo numero di TN).
E' questo "valore all'origine" che deve essere identificato e pubblicizzato sia in quantità che qualità e certificato, da comunicare, al consumatore, verificando (organi di controllo abilitati) il cosiddetto e inflazionato "olio di carta". in vendita a prezzi fuori controllo..
Dall'olio di carta - oggi - all'olio tunisino con la sua prevalente varietà Chembali - certificata TIP di Monastir - che dovrebbero passare al DNA (analisi molecolare) delle cultivar presenti nelle 35.000 tonnellate da distribuire in Europa, senza dazio, dalla Tunisia..
Una buona notizia per il consumatore italiano di olio di oliva importato.
Questa precisazione ministeriale congiunta da altra buona notizia della costituzione del Comitato di Coordinamento e di Verifica delle operazioni in regime di Traffico di Perfezionamento Attivo(TPA) tendono a favorire orientamenti interessanti presso "gruppi associati di produttori tunisini" verso la costruzione e attivazione di una loro "FILIERA DI OLIO LOCALE" da convertire in "produzione biologica" con il "vero valore aggiunto all'olio tunisino tal quale" - tracciato e certificato in sicurezza alimentare - da comunicare ai consumatori tanto per il suo valore di prezzo quanto per contenuti
nutrizionali.
Ai nostri produttori, quindi, spetta il "rivendicare e manifestare"
il "vero valore" della olivo, coltura italiana delle oltre 500 varietà.
Compete, certamente e assolutamente, alla "produzione olivicola" associata in "FILIERA TERRITORIALE" il "guidare" e determinare il "valore" dell'olio extravergine di oliva e non concedere - esclusiva - ad altri, emarginando la fonte vera del "valore di prodotto": la produzione di alta qualità. .