L'arca olearia 02/09/2015

L'oliveto mondiale cresce di 75 mila ettari

Il 73% dei nuovi investimenti è concentrata nei paesi del Mediterraneo. A far la parte del leone Tunisia, Marocco e Portogallo. Le principali varietà scelte per i nuovi impianti sono state Arbequina, Arbosana, Koroneiki e Picual


Durante la campagna olearia 2014/15 sono stati piantumati 75 mila ettari di oliveti, pari allo 0,7% della superficie mondiale destinata a questa coltura.

Dati diramati da Gea Westfalia Separator Ibérica che sottolinea come sia la prova dell'espansione dell'olivicoltura nel mondo.

A essere stati maggiormente dinamici sul fronte dei nuovi impianti soprattutto i paesi nord africani, con in testa Tunisia e Marocco, seguiti dal sud America, con Cile, Argentina, Uruguay e Perù. Spostandoci a est, invece, investimenti in olivo iniziano a essere effettuati in Arabia Saudita, Cina e India. Frena la crescita dell'oliveto australiano mentre nuove prospettive si aprono in Nuova Zelanda.

Attualmente a dimora nel mondo ci sono 11 milioni di ettari di olivo, il che rende questa la coltura permanente più diffusa a livello internazionale.

Se i nuovi paesi produttori potranno, forse in futuro, rappresentare la nuova frontiera, il Mediterraneo si conferma la culla dell'olivo. E' qui che si è concentrato il 73% della crescita di nuovi impianti. In particolare è stato il Portogallo a dominare la scena.

Si continuano a piantumare oliveti ad alta densità ma la loro percentuale, rispetto al resto delle densità colturali, resta pressochè stabile all'1%.

Anche per i nuovi investimenti si conferma un trend consolidato, il 90% destinato a produrre olio e il 10% a olive da mensa.

Le principali varietà scelte per i nuovi impianti sono state Arbequina, Arbosana, Koroneiki e Picual.

di C. S.