L'arca olearia 26/06/2015

Se anche la scienza scivola sull'olio d'oliva e non solo. Orrori sull'extra vergine e dintorni

Se anche la scienza scivola sull'olio d'oliva e non solo. Orrori sull'extra vergine e dintorni

Gli sfondoni contagiano anche il mondo della scienza. Su Rai3 e su IoDonna gli errori più calmorosi. Quanto acido oleico c'è nell'olio di oliva? Dal 12 al 35% secondo Giorgio Calabrese. Come si misura l'acidità dell'extra vergine? Mediante una cartina tornasole secondo Francesco Caponio.


Ormai si passa più tempo a correggere gli sfondoni sull'olio di oliva che si sentono in televisione e si leggono sui giornali che non a fare cultura olivicola.

Finchè si tratta di qualche sito internet o blog fai da te, magari anche divenuto virale sui social network, il danno è comunque circoscrivibile.

Ma cosa accade se gli errori arrivano in televisione o sulle testate a grande tiratura? Cosa accade se a scivolare sull'olio di olvia, e dintorni, non è un anonimo autore ma qualche personaggio illustre o esponente del mondo scientifico?

Ecco due esempi, uno un po' più datato, l'altro fresco fresco.

Su Buongiorno Regione Puglia, trasmissione di Rai3 Regionale, del 27 febbraio 2015 è stato intervistato il Prof. Francesco Caponio dell'Università di Bari (Scienza del suolo e degli alimenti).  Consigliamo di porre il cursore direttamente al minuto 25.
In questa trasmissione il Prof. Caponio dimostra che l'olio extra vergine di oliva non è più pesante di uno di semi mediante una pesata su una bilancia di precisione. E' chiaro che se tale dimostrazione voleva alludere alla pesantezza, nel senso di digeribilità, dell'olio, la prova non è per nulla utile.
Ma soprattutto, al minuto 27 circa, il Prof. Caponio mostra come misurare l'acidità dell'olio tramite una semplice cartina tornasole, quelle che, tanto per intendersi, servono a misurare il pH di soluzioni acquose. Infatti, il Prof. Caponio confronta il risultato ottenuto con l'olio con quello ottenuto da una soluzione con succo di limone, facendo vedere la differenza di colore della cartina. Il metodo della titolazione, previsto dal regolamento comunitario 2568/1991 e successive modifiche, è acqua passata. Meglio la cartina tornasole...
Speriamo solo che l'esperimento, visto il costo irrisorio, non venga tentato in qualche classe o in famiglia.

Su Io Donna, inserto femminile del Corriere della Sera, del 19 giugno 2015 vi è un interessante articolo a proposito del tema alimentazione, con annessa polemica sulla Nutella. Non è la diatriba tra Segolene Royal, che ha invitato i francesi a non consumare più Nutella, e la Ferrero a interessarci, quanto piuttosto un inciso del Prof. Giorgio Calabrese, indicato come “presidente del comitato nazionale sulla sicurezza alimentare del ministero della Salute.” Riportiamo integralmente lo stralcio: “L’olio di palma contiene il 38% di acido oleico, più dell’olio d’oliva quindi che ne contiene il 12%, e in alcuni casi arriva al massimo al 35%. Certo l’ideale sarebbe sempre utilizzare l’olio extravergine d’oliva, il cui contenuto di acido oleico può superare il 78%, ma laddove, per una questione economica o di gusto, si preferisca scegliere un altro olio, quello di palma (che è praticamente insapore) è un’ottima alternativa. E di certo è meglio dell’olio di semi vari e di quello di cocco.” Probabilmente il Prof. Calabrese ignora che il processo di rettificazione dell'olio lampante, con produzione di olio rettificato, base dell'olio di oliva, non altera le proporzioni degli acidi grassi dell'olio originario. L'olio di oliva, quindi, avrà la stessa composizione acidica di un extra vergine. Lo stesso regolamento comunitario 2568/1991 indica che il tenore di acido oleico nell'olio d'oliva può variare dal 55 all'83%. Mancheranno sicuramente nell'olio di oliva le componenti minori, come i polifenoli dall'alto valore salutistico.

Ovviamente ogni ulteriore commento è superfluo. Potremmo disquisire a lungo sulle ragioni che hanno portato a questi errori madornali. Qualcuno può pensare a malafede, altri a pacchiane disattenzioni. Il risultato è che il danno è fatto.

Un'informazione scorretta e falsa ha “contagiato” migliaia e migliaia di lettori e telespettatori.

Occorre non perdersi d'animo e continuare a fare corretta divulgazione delle proprietà dell'olio extra vergine di oliva. I mille eventi, come la Rassegna degli oli monovarietali che si è tenuta a San Benedetto del Tronto recentemente, sono indispensabili per correggere il tiro.

Durante l'edizione di quest'anno della Rassegna il caso ha voluto che sia intervenuto proprio un medico, Mario Mauro Mariani, che ha spiegato come e perchè la Dieta Mediterranea, e l'olio extra vergine d'oliva, è indispensabile al nostro benessere psico-fisico. Con buona pace del Prof. Calabrese.

Questo e altri contributi, Barbara Alfei, Antonio Ricci e Giorgio Pannelli, mi hanno fatto tornare il sorriso, dopo aver pianto e riso ascoltando il Prof. Caponio.

Correggere gli errori altrui, specie su testate ad alta tiratura, può essere una fatica di Sisifo ma va fatto. Lo fanno le iniziative come la Rassegna degli oli monovarietali ma lo può fare ognuno di noi. Una lettera o una mail da migliaia di olivicoltori e frantoiani arrabbiati può spingere alla prudenza e a una maggiore attenzione anche il più distratto.

Tutti hanno un ruolo nel mondo dell'informazione moderno, non solo i giornalisti e i divulgatori.

di Alberto Grimelli

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Commenti 5

Alberto Grimelli
Alberto Grimelli
09 luglio 2015 ore 12:15

Gent. Prof. Caponio,
solo per precisare, non per alimentare polemiche.
E' stato lei a proporre il metodo della cartina tornasole per misurare l'acidità dell'olio? In questo caso l'errore, piuttosto clamoroso, è suo. Senza se e senza ma.
E' stata la televisione a proporle di misurare l'acidità dell'olio tramite una cartina tornasole? Se così fosse perchè non si è opposto, sapendo che trattasi di informazione erronea? L'hanno costretta con la forza?
Gli spazi e i tempi televisivi, in questo caso, non c'entrano proprio niente. Tra l'altro la parte di servizio rigiardante l'olio extra vergine pugliese era piuttosto lungo, sufficiente a garantire un'informazione completa e corretta.

Francesco Caponio
Francesco Caponio
09 luglio 2015 ore 12:06

Solo per precisare, non per alimentare polemiche.

È abbastanza semplicistico estrapolare conclusioni affrettate, qualche volta errate, sulla base di un servizio giornalistico assemblato in poche battute per esigenze televisive, intento a difendere gli oli extra vergini di oliva pugliesi, definiti “più pesanti e più acidi” di quelli liguri da un gastronomo ad una trasmissione televisiva della RAI. L’intento della trasmissione, quindi, era quello di sfatare, con esempi semplici e che potessero essere compresi dalla gente comune, tali affermazioni popolarmente attribuite all’olio extra vergine di oliva, pugliese in particolare. Al contrario, è stata evidenziata la maggiore quantità di sostanze polifenoliche in alcuni oli pugliesi (alle quali, invece, sono attribuite le caratteristiche sensoriali e nutrizionali, concetto ben affermato nei pochi minuti di registrazione).
È plausibile e doveroso segnalare eventuali inesattezze (magari dettate come detto da esigenze di trasmissione e delle quali è responsabile il diretto interessato) ma trarre conclusioni affrettate è moralmente scorretto oltre che offensivo.

Il prof. Francesco Caponio è professore associato per il settore scientifico disciplinare 07/F1 Scienze e Tecnologie Alimentari in possesso di Abilitazione Scientifica Nazionale per la fascia degli ordinari, conseguita sui risultati di oltre 200 pubblicazioni, la maggior parte delle quali comparse su riviste censite in ambito internazionale e censite da ISI WEB of SCIENCE, che hanno riguardato per la maggior parte la tecnologia olearia e le caratteristiche di qualità degli oli vergini di oliva e delle sostanze grasse in generale.

Inoltre, affermare che “Il metodo della titolazione, previsto dal regolamento comunitario 2568/1991 e successive modifiche, è acqua passata”, quindi facendo intendere che il sottoscritto non conosca le metodiche ufficiali di analisi degli oli, è altrettanto un azzardo. Tra l’altro, lo stesso è autore di una pubblicazione riguardante l’evoluzione della normativa in ambito oleario pubblicata su una delle più diffuse riviste tra gli operatori di settore (La Rivista Italiana delle Sostanze Grasse, vol. 89, pag. 29-39 dell’anno 2012).
Cordiali Saluti

Alberto Grimelli
Alberto Grimelli
09 luglio 2015 ore 11:48

Sig. Claudio,
può rispondere alla signora che il metodo della cartina tornasole non misura l'acidità ma il pH. Il pH è una scala di misura dell'acidità o della basicità di una soluzione acquosa.
Il pH non si può quindi misurare nell'olio extra vergine di oliva.
Il grado di acidità dell'olio extra vergine è un parametro a specifico che misura gli acidi grassi liberi negli oli e che viene espressa convenzionalmente in % di acido oleico.
Consigli alla signora in questione la lettura di questo articolo: http://www.georgofili.info/detail.aspx?id=734 pubblicato sul portale della prestigiosa Accademia dei Georgofili, accademia scientifica in tema di agricoltura fondata nel 1753.
Cordiali saluti

claudio corleto
claudio corleto
09 luglio 2015 ore 08:47

Una mia cliente ha avuto il suo ridire dicendomi di aver visto con la cartina tornasole che il mio olio era acido. Io le ho detto che era una sciocchezza. Ma lei mi ha risposto che lo hanno detto alla televisione. Che gli rispondo a una che mi dice che l’olio è acido se immerge la cartina tornasole?

Alessandro Bonoro
Alessandro Bonoro
01 luglio 2015 ore 08:07

Perchè il pH dell'olio non esiste?
Concordo perfettamente con l'autore dell'articolo, e la questione suscita la mia preoccupazione. Per chiarezza di informazione,il pH in chimica si usa per indicare la grandezza che misura l’acidità o la basicità di una soluzione acquosa. Quindi, essendo l'olio immiscibile con l'acqua, non è assolutamente possibile misurare tale parametro ed è un errore grave che tale dimostrazione venga dal mondo accademico.
Concettualmente la gravità dell'affermazione risiede nel fatto che l'acidità dell'olio è una misura del grado di idrolisi dei trigliceridi che non può essere rivelata da una cartina tornasole.
La mancanza di certezze e conoscenze è un boomerang per il mercato dell'olio che aggiunge ulteriore confusione tra le scarse conoscenze dei consumatori.