L'arca olearia 31/03/2015

Allo studio nuovi formulati con nanovettori per combattere Xylella fastidiosa

Finanziato con 500 mila euro un progetto delle Università e centri di ricerca pugliesi per colpire il batterio direttamente nei vasi xilematici. Materiale già sperimentato in laboratorio con risultati confortanti


Presentato a Lecce un nuovo progetto di ricerca pugliese, finanziato dalla Regione per sconfiggere Xylella fastidiosa.

Un metodo di lotta altamente selettivo che non va a combattere gli insetti vettori ma direttamente il batterio con nanovettori pieni di prodotti tradizionalmente usati nell'agricoltura biologica, come ioni rame, ioni zinco, solfato di rame.

Questi nanovettori dovrebbero raggiungere velocemente e colpire selettivamente la Xylella laddove si annida, ovvero negli xilemi, vasi linfatici dalle dimensioni di circa 20 micrometri.

E' questo il progetto di ricerca del primo cluster universitario Tapass, acronimo che sta per Tecnologie Abilitanti per produzioni Agroalimentari Sicure e Sostenibili, promosso dall'assessorato allo Sviluppo Economico della Regione Puglia per dare una risposta all'emergenza xylella e finanziato con 549.036 euro.

Il progetto di ricerca vede la partecipazione di un team di ricercatori delle università di Bari, Foggia e Lecce, Cnr e del centro di Ricerca e sperimentazione Basile Caramia.

"Stiamo progettando la realizzazione di un mezzo che può essere iniettato all'interno degli ulivi secolari o delle piante e agire come contrasto all'infezione batterica. - spiega Giuseppe Ciccarella, ricercatore dell'Università del Salento - Quindi andremo a sviluppare metodologie utilizzando del materiale assolutamente bio compatibile che possa agire da vettore, selettivo verso il batterio. Lo abbiamo già sperimentato su piccole piante in laboratorio e i risultati sono confortanti".

Il progetto di ricerca nasce dalla pressante richiesta avanzata sin dall'agosto scorso da Coldiretti Puglia che ha sollecitato l'assessore regionale Loredana Capone a finanziare un cluster tecnologico universitario mirato all'emergenza Xyella.

Il finanziamento regionale però "non sarà sufficiente a sostenere l'intero progetto e che sarà alimentato dalla raccolta fondi portata avanti dalla stessa Coldiretti anche attraverso la piattaforma di crowdfunding".

di C. S.