100 mila euro di guadagno ogni 300 quintali di falso olio d'oliva Made in Italy importato
Nel servizio sull'extra vergine andato in onda su La7 molti traffici illeciti noti e qualche novità, L'Agenzia delle Dogane denuncia l'impossibilità di eseguire controlli nei tempi decisi dalla legge
Alla trasmissione La Gabbia di La7 è andato in onda un interessante reportage sull'olio extra vergine d'oliva italiano tarocco. Il falso Made in Italy.
Il tema della contraffazione in ambito oleario è stato trattato più volte su queste pagine. La speculazione a danno dei piccoli produttori salentini che erano inferociti di fronte alle telecamere, i controlli dell'Icqrf al porto di Livorno, qualche dichiarazione “sbarazzina” di camionisti e addetti ai lavori. Film già visti e già sentiti, come pure l'evocazione di nomi geografici più o meno noti, come toscano.
Molte aziende, come confermato dal presidente del Consorzio Igp Toscano, Fabrizio Filippi, a Il Tirreno, inseguono una ragione sociale con domicilio fiscale nella regione.
Una ragione di business che viene illustrata in chiari e semplici parole da Giovanni Melcarne, presidente del Consorzio Terra d'Otranto. Per ogni 300 quintali di olio importato dalla Grecia, a 3 euro al chilo, si guadagnano 100 mila euro, rivendendolo, ingannevolmente, come Made in Italy a 6,5 euro/kg. Un bel business quest'anno con la differenza prezzo tra l'olio italiano e quelli greci e spagnoli che non è più di qualche centesimo o decina di centesimi ma di 3-3,5 euro/kg a causa della pessima campagna olearia italiana.
Teatro Naturale aveva già denunciato da tempo il rischio che, a fronte di una produzione drammaticamente bassa, aumentasse il rischio di contraffazioni e frodi nel settore.
Quello che non ci aspettavamo era la triangolazione dell'olio di oliva. Dalla Tunisia passa in Portogallo, viene miscelato con olio locale, viaggia verso la Spagna e arriva in Italia come olio comunitario.
Il rischio di un aumento delle triangolazioni, con il boom produttivo tunisino, è confermato anche da Rocco Burdo, direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, che fuori onda, dice all'intervistatore che, purtroppo, l'Agenzia non ha gli strumenti di controllo poiché è obbligata, da una legge, a chiudere la pratica di controllo entro tre giorni, una tempistica impossibile quando c'è un campionamento e la necessità di un'analisi.
C'è olio e olio, lo abbiamo sempre detto, e mai come quest'anno è necessario diffidare delle super offerte e super promozioni.
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