L'arca olearia 06/03/2015

La potatura meccanica su olivo e le incognite varietali

La potatura meccanica su olivo e le incognite varietali

La risposta all'utilizzo di potatrici meccaniche, in termini di equilibrio e di produttività, dipende fortemente dalla cultivar. Da ritardi nella produzione a riscoppi vegetativi eccessivi, con aumenti dei costi negli anni successivi. Senza contare che una potatura minima con agevolatori può richiedere tempi operativi persino inferiori


La pratica della potatura dell’olivo rientra certamente tra le operazioni agronomiche fondamentali per garantire un buon equilibrio vegeto-produttivo della piante e nel contempo assicurare rese ottimali, concordemente con l’economicità della gestione della stessa.

In questi ultimi anni, numerosi sono stati gli studi a ciò dedicati, con valutazione di ipotesi operative sia su specifiche forme di allevamento che sulle più opportune pratiche di intervento, tenendo in massimo conto la sicurezza operativa (Pannelli, 2003; Pannelli et al., 2012). Risposte diverse sono state ottenute a seconda della severità degli interventi cesori, delle modalità di intervento nel tempo, della rispondenza delle diverse cultivar utilizzate (Farinelli et al., 2011; Dias et al., 2012).

Lo scopo di questo ricerca, svoltasi a Villasor nella Sardegna meridionale, era valutare le eventuali variazioni nell’efficacia ed efficienza dell’intervento, in funzione della cultivar, delle modalità operative, della quantità di materiale asportato e delle produzioni ottenute in diversi anni di intervento, su tre diverse cultivar (Sedda et al., 2014).

Le cultivar oggetto della prova erano le autoctone ‘Bosana’ e ‘Semidana’ a confronto con la cultivar siciliana ‘Nocellara del Belice’ (Bandino et al., 2001). Le piante, dell’età di 18 anni, allevate a vaso libero, con impalcatura a circa 90 cm, erano disposte con sesto di mt 5,5 x 4 e irrigate a goccia, con volume medio annuo di circa 800 m3/ha. Il terreno era di tipo franco sabbioso, povero in sostanza organica, derivante da una matrice alluvionale a reazione acida, ricco di scheletro e ciottoloso. Il suolo è stato condotto secondo i criteri della gestione conservativa, con diserbo sulla fila e trinciatura periodica delle infestanti sull’interfila.

Il piano di potatura era il seguente:
1) HT: prima parcella di 34 piante trattata con un intervento invernale di Hedging (taglio verticale laterale) e Topping (cimatura orizzontale), con potatrice meccanica continua a dischi (Fig. 1), coadiuvata da agevolatrici da terra (forbici, seghe e svettatoi ad azione pneumatica), con intensità riportata in Tabella 1, seguito da una rimonda estiva; al secondo anno non sono stati praticati interventi, che sono invece ripresi al terzo e quarto anno;

2) PM: seconda parcella di 34 piante, trattata per quattro anni con sole potature “minimali”, mediante attrezzatura pneumatica agevolatrice, con intensità riportata in Tabella 1; stessa frequenza e periodi d’intervento dello schema precedente.

Applicazione del trattamento di potatura meccanizzata HT

I risultati sono tra loro abbastanza differenti, soprattutto in relazione ai tempi d’intervento e in ragione di risposte vegetative disomogenee fra le diverse cultivar (Fig. 2 e 3).

Figura 2. Asportazioni di biomassa legnosa (leggibili nella scala del grafico) e tempi di potatura per pianta (riportati in secondi nelle cifre sopra gli istogrammi) nei diversi interventi

Figura 3. Produzioni medie per pianta nelle diverse stagioni della prova. Lettere diverse nel medesimo anno di riferimento indicano una differenza statisticamente significativa per (p ≤ 0,05).

‘Nocellara del Belice’: è risultata scarsamente produttiva nell’ambiente oggetto della prova: ha prodotto solo l’anno successivo all’inizio della prova, con migliori rese nella tesi PM.

‘Semidana’: ha dato i migliori risultati in termini di produttività con entrambe le strategie d’intervento; quando sottoposta alla strategia di PM ha mostrato maggiore regolarità di produzione rispetto alle altre cultivar. Ha mantenuto una certa alternanza, risultando produttiva solo negli anni 2010 e 2012.

‘Bosana’: la tesi sottoposta a HT ha iniziato a produrre significativamente solo al 4° anno di prova, con rese crescenti l’anno successivo. La tesi sottoposta a PM ha mostrato minore alternanza e maggiori rese produttive rispetto a HT.

La tecnica operativa della potatura minima appare più indicata rispetto alla potatura secondo il trattamento Hedging Topping e successive potature leggere, in tutte le varietà testate, sia in termini di risposta produttiva, che di mantenimento dell’equilibrio vegetativo delle piante.

Nella situazione della prova la strategia HT, oltre alle risposte produttive inferiori, ha determinato tempi d’intervento più elevati, a causa del forte squilibrio creato dal riscoppio vegetativo successivo all’intervento del 1° anno. In particolare, sulla cultivar ‘Semidana’ la potatura HT ha determinato un forte ricaccio di massa vegetativa, che ha comportato un notevole aggravio di tempi di potatura al terzo anno di prova. In questa cultivar la PM ha determinato tempi operativi complessivamente più bassi, ed esiti più positivi nella produzione cumulata.

La ‘Bosana’, con un comportamento intermedio fra le altre due cultivar a confronto ha determinato produzioni cumulate interessanti; mentre la ‘Nocellara del Belice’ si è rivelata scarsamente produttiva nelle condizioni della prova.

Bibliografia

Bandino G., Mulas M., Sedda P., Moro C., 2001: Le varietà di olivo della Sardegna. Ed. Consorzio Interprovinciale per la Frutticoltura, Cagliari
Dias A.B., Peça J.O., Pinheiro A., 2012. Long term evaluation of the influence of mechanical pruning on olive growing. Agronomy Journal, 104: 22-25.
Farinelli D., Onorati L., Ruffolo M., Tombesi A., 2011. Mechanical pruning of adult olive trees and influence on yield and on efficiency of mechanical harvesting. Acta Horticulturae, 924: 203-209.
Pannelli G., 2003. La pratica della potatura nel rispetto delle esigenze fisiologiche dell'Olivo e di quelle economiche dell'impresa. Atti “Aggiornamenti sulle tecniche colturali in olivicoltura”. Accademia Nazionale dell'Olivo e dell'Ollio. Spoleto 3-4 aprile: 99-120
Pannelli G., 2012. Potatura, meglio se rispetta il portamento della pianta. Olivo e Olio, 11/12: 44-46.
Sedda P., Bandino G., Corda F., Zurru R., Moro C., Campus M., Mulas M., 2014. Modelli di potatura a confronto su cv di olivo coltivate in Sardegna. Poster presentato al “III Convegno Nazionale dell’Olivo e dell’Olio”. Bari, 26-28 novembre.

di Piergiorgio Sedda, Giovanni Bandino, Federico Corda, Roberto Zurru, Carlo Moro, Marco Campus, Maurizio Mulas

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