L'arca olearia 23/02/2013

L'estrazione olearia del futuro è Oleotekinnova. Verso l'eccellenza dell'extra vergine d'oliva

L'estrazione olearia del futuro è Oleotekinnova. Verso l'eccellenza dell'extra vergine d'oliva

Uno studio per definire un protocollo di produzione innovativo basato sulle più moderne conoscenze scientifiche e capace di controllare le componenti aromatica e fenolica degli oli


Negli ultimi decenni del XX secolo, l’attenzione alla qualità dell’olio extra vergine di oliva è notevolmente aumentata, grazie anche a molte evidenze scientifiche riguardanti le sue proprietà salutistiche, legate principalmente alla particolare composizione in acidi grassi e alla presenza di sostanze antiossidanti come i composti fenolici e i tocoferoli (vitamina E), e al sempre maggior interesse rivolto a queste sostanze da parte dei consumatori di Paesi come gli Stati Uniti d’America e il Giappone.

I risultati di alcuni studi avevano messo in luce che le caratteristiche di un olio extra vergine di oliva dipendono da numerosi fenomeni di trasformazione a carico dei composti presenti nelle olive prima della trasformazione. Questi fenomeni riguardano principalmente:

l’idrolisi dei trigliceridi e l’ossidazione (chimica o enzimatica) degli acidi grassi liberi o costituenti i trigliceridi stessi (Frankel, 1991; Sanchez et al., 2003; Angerosa et al., 2001);

le degradazioni chimiche, enzimatiche o ossidative dei composti fenolici (Baldioli et al., 1996; Servili et al., 2002).

L’entità di queste trasformazioni dipende da vari fattori riguardanti l’intera filiera produttiva: dalla raccolta e lo stoccaggio delle olive, a tutte le fasi della trasformazione, fino alle condizioni in cui l’olio viene stoccato.

Alla luce di queste considerazioni, l’olio extra vergine di oliva è stato promosso da prodotto di semplice estrazione meccanica dalle olive a prodotto di complesse trasformazioni chimiche e biochimiche sulle componenti nutrizionali presenti nei frutti. Naturale conseguenza è stata l’esigenza sempre più forte sia di studiare la produzione dell’olio lungo tutta la filiera, e non valutando separatamente ogni singola fase, sia di gestire, principalmente nella fase di trasformazione, i parametri operativi di tempo, temperatura, quantità di acqua aggiunta e presenza di ossigeno, responsabili della qualità e della quantità dei composti fenolici e aromatici degli oli.

In risposta a questa esigenza è stato realizzato un Progetto di ricerca triennale finanziato dall’ARSIA Toscana: “Protocolli Innovativi per la Produzione di Oli Extra Vergini di Oliva nella Realtà Aziendale Toscana” – Sottoprogetto 2, pubblicato sul BURT n°25 del 23/06/2004, in collaborazione con l’Università degli Studi di Firenze. L’attività legata a questo Progetto si è sviluppata nel triennio 2005-2007 ed è stata oggetto di un libretto divulgativo (Migliorini et al., 2008).

Fra i risultati principali di tale attività spiccano la messa a punto di un metodo oggettivo per la valutazione del grado di maturazione delle olive e del periodo ottimale di raccolta ai fini della produzione di oli extra vergini di oliva di elevata qualità (Cherubini et al., 2009, Trapani et al., 2012, Cherubini et al., 2011), e la messa a punto di un protocollo di produzione innovativo basato sulle conoscenze scientifiche acquisite negli anni e capace di controllare le componenti aromatica e fenolica degli oli; è stato così possibile acquisire importanti informazioni tecnologiche per la filiera di produzione degli oli extra vergini di oliva di qualità elevata, sia sotto l’aspetto sensoriale che sotto quello nutraceutico.

Alla luce degli incoraggianti risultati ottenuti grazie alle sperimentazioni degli anni 2005-2007 condotte presso l’Azienda Agricola Torre Bianca di San Casciano Val di Pesa, nel 2011 il protocollo di produzione è diventato un’opportunità per la filiera dell’ olio extra vergine di oliva di qualità di una importante realtà olivicola del territorio fiorentino; infatti, grazie a un progetto finanziato dalla misura 124 Gal Start PSR 2007-2013 (Tecnologie innovative a ridotto impatto ambientale per la produzione di olio extra vergine di oliva ad elevato valore nutrizionale. Una nuova opportunità per la Montagna Fiorentina, acronimo OLEOTEKINNOVA. Bando di ricerca per lo sviluppo del settore olivo-oleicolo toscano – pubblicato sul BURT n°19 parte terza del 12/05/2010) è stato possibile trasferire tale protocollo di produzione presso le realtà produttive che afferiscono al Frantoio Olcas srl.

Il progetto ha come capofila la società OL.C.A.S. I partner sono: Toscana Enologica Mori di Tavarnelle V.P. (Fi), che ha realizzato il prototipo innovativo, Metropoli - Azienda Speciale della CCIAA di Firenze - Divisione Laboratorio Chimico Merceologico, in qualità di soggetto pubblico operante nel campo della ricerca e trasferimento tecnologico, e le aziende agricole Fattoria Altomena, il Prato e Terre di San Gorgone.

Gli ambiziosi obbiettivi del progetto sono così sintetizzabili:

1) produrre un olio extra vergine di oliva di qualità ad alto contenuto di antiossidanti naturali che possa essere valorizzato per le proprie caratteristiche nutraceutiche e possa trovare nuovi canali commerciali nelle industrie cosmetica e farmaceutica;

2) produrre un olio extra vergine di oliva mediante tecniche che abbiano un ridotto impatto con l’ambiente e producano sottoprodotti riutilizzabili nel ciclo aziendale, trasformando i costi attuali di smaltimento in ricavi;

3) realizzare un modello produttivo che sia di stimolo ai piccoli produttori affinchè la loro attività “artigianale” possa essere coordinata in una comunità che favorisca la qualificazione locale e una nuova coscienza produttiva qualificata;

4) favorire lo scambio informativo/culturale sulla conoscenza della filiera dell’olio extra vergine di oliva di qualità e delle sue proprietà nutrizionali e sensoriali.

Durante le campagne olearie 2011 e 2012, le olive di cultivar Frantoio, Moraiolo e Leccino delle aziende partecipanti al progetto sono state analizzate con cadenza settimanale per studiarne la maturazione e individuare il momento ottimale di raccolta. A titolo di esempio, si riportano le curve relative agli andamenti del contenuto di olio e di zuccheri per la cultivar Moraiolo della Fattoria Altomena. Dal confronto fra i due grafici si vede che la stagione 2012 è stata caratterizzata da un maggior contenuto di zuccheri, che ha reso l’individuazione del momento ottimale di raccolta più difficile e le olive più esposte a fenomeni di fermentazione; quest’ultimo fatto sembra confermato dalla presenza di sensazioni più o meno evidenti di fermentazione in un maggior numero di oli prodotti nella campagna olearia 2012, rispetto a quella del 2011. I fenomeni di fermentazione potrebbero essere limitati tenendo sotto controllo tempi e temperature di esercizio durante la trasformazione delle olive.

 

Durante la campagna olearia 2011, sono stati prodotti 39 oli col protocollo innovativo e 13 con un sistema tradizionale che lavora con gramolatrici ad asse orizzontale senza possibilità di inertizzazione usato come confronto. Le tabelle seguenti riassumono i principali dati chimici medi degli oli ottenuti col protocollo innovativo, di quelli ottenuti col sistema tradizionale di confronto e di quelli analizzati nella campagna olearia 2011-2012 dal Laboratorio Chimico Merceologico di Metropoli – Azienda Speciale della CCIAA di Firenze e prodotti nei frantoi che usano sistemi diversi dal protocollo innovativo.

Come si vede, la differenza più evidente riguarda il contenuto in composti fenolici: mentre il contenuto medio di questa importante classe di composti negli oli analizzati durante tutta la campagna olearia 2011-2012 è stato di 527 mg/kg e negli oli ottenuti col sistema di confronto è stato di 392 mg/kg, il prototipo innovativo a basso impatto ossidativo ha permesso di ottenere oli con un contenuto medio di composti fenolici molto più elevato: 731 mg/kg.

Il confronto fra il sistema innovativo e quello tradizionale non ha lasciato spazio a dubbi circa la possibilità di ottenere con il primo oli dall’elevato contenuto in composti antiossidanti naturali, valorizzabile per le sue caratteristiche nutraceutiche.

Per questo, nella campagna olearia 2012-2013 sono state effettuate prove di lavorazione delle olive esclusivamente con l’impianto innovativo, producendo 61 oli e confrontando i risultati delle analisi chimiche effettuate sugli oli ottenuti esclusivamente con quelli degli oli prodotti durante tutta la campagna olearia 2011-2012 e analizzati dal Laboratorio Chimico Merceologico di Metropoli – Azienda Speciale della CCIAA di Firenze

Il contenuto di composti fenolici degli oli di questa campagna olearia è mediamente più basso rispetto a quello della campagna olearia precedente; nel caso degli oli prodotti da terzi, il contenuto medio è inferiore ai 500 mg/kg. Anche gli oli prodotti col sistema innovativo hanno un contenuto di composti fenolici inferiore rispetto all’anno precedente, ma tale contenuto medio rimane comunque superiore ai 600 mg/kg, confermando i risultati del primo anno.

Il minor contenuto di composti fenolici delle olive della campagna olearia 2012 è probabilmente dovuto alla maggiore umidità delle olive stesse, rispetto alla campagna olearia 2011; infatti, nel 2012 l’umidità delle olive è stata maggiore del 10% rispetto alle olive della campagna olearia 2011.

Per rendere il processo di trasformazione delle olive in olio più sostenibile da un punto di vista economico e ambientale, si sono presi in considerazione i sottoprodotti della lavorazione, considerandoli non più rifiuti difficili da smaltire coi relativi costi, ma fonti di ulteriori ricavi. Ad esempio, il nocciolino, una volta separato dalle sanse è stato venduto come combustibile ad elevato potere calorifero. Durante la campagna olearia 2012 sono stati lavorati 7053 quintali di olive che hanno prodotto circa 880 quintali di nocciolino, che è stato commercializzato mediamente a 12.5 €/quintale permettendo un ricavo di circa 11.000,00 €.

L’esperienza maturata nella campagna olearia 2011 e gli incoraggianti risultati ottenuti nei vari concorsi dedicati a oli di qualità (Ercole Olivario, Los Angeles International Extra Virgin Olive Oil Competition, Lastra a Signa, Feinschmecker, Gambero Rosso, L’oro di Italia, Merum, Montiferru, SlowFood, e Biol) ha invogliato molti produttori del territorio fiorentino a utilizzare il prototipo innovativo. Così nel 2012 molte sono state le aziende che hanno potuto beneficiare delle conoscenze trasferite grazie al progetto OLEOTEKINNOVA.

I risultati presentati in questo articolo sono parziali e verranno esposti in forma definitiva in un convegno che sarà organizzato nel mese di Maggio 2013, e che sarà pubblicizzato anche attraverso questa rivista.

 

Approfondimento sul prototipo di estrazione.

Il prototipo innovativo utilizzato per la trasformazione delle olive in olio si caratterizza per i seguenti elementi:

Sistema gestionale computerizzato per la tracciabilità del prodotto lavorato

L’impanto di estrazione è dotato di un software che permette di gestire l’impianto tramite un sistema touch screen (Figura 1). E’ possibile impostare le condizioni operative, e in particolare tempi e temperature di esercizio di ogni singola operazione, e monitorare in continuo il processo di estrazione dell’olio.

Alla fine della lavorazione viene emesso un report con tutti i parametri di esercizio, come ad esempio la temperatura delle olive in ingresso al frangitore, la temperatura della pasta in uscita dal frangitore e all’interno delle gramolatrici, la depressione nelle gramolatrici, i parametri delle pompe, il tempo di frangitura, il tempo di gramolazione.

E’ possibile inoltre memorizzare le impostazioni di lavoro abbinate alla singola lavorazione.

Lavaggio e defogliazione

L’impianto è provvisto di un sistema di lavaggio e defogliazione e di un sistema di soffiatura per asciugare le olive in ingresso al frangitore.

 

Frangitura

Sotto alla tramoggia in ingresso al frangitore c’è una coclea che porta le olive al frangitore. Tale coclea è dotata di inverter per permettere la regolazione continua e automatica della portata di olive in ingresso al frangitore in funzione dello sforzo del frangitore stesso.

Il frangitore (figura 2) è dotato di un sistema a 9 coltelli basato sul processo di frazionamento rapido e da una griglia fissa a fori di dimensioni variabili. Anche il motore del frangitore è dotato di inverter per regolare la velocità della girante.

Gramolatura

Il frantoio è fornito di due cilindri di gramolatura ad asse verticale (figura 3a), che possono lavorare in leggera depressione. Nel caso dell’impianto oggetto della sperimentazione tale depressione è di 0,2 atm

(20 Kpa). All’interno di ogni cilindro è presente un agitatore (figura 3b) il cui particolare disegno permette sia la movimentazione della pasta, sia l’azione di compressione e rimescolamento, al fine di incentivare l’azione di coalescenza e di estrazione.

La pompa monovite che porta la pasta di olive dalle gramolatrici al decanter è dotata di inverter.

Estrazione con decanter

Il decanter (figura 4) lavora a 2 fasi, senza aggiunta di acqua; è dotato di doppio motore, uno per il tamburo e uno per la coclea di estrazione, il delta coclea-cilindro può passare da 5 a 30 giri mediante regolazione con inverter.

Filtrazione

L’impianto non è dotato di un separatore centrifugo finale e l’olio viene immediatamente filtrato con cartoni in fibra di cellulosa.

 

Si coglie l’occasione per ringraziare il Gal Start e quanti hanno collaborato alla buona riuscita del progetto.

Bibliografia

Angerosa, F., Mostallino, R., Basti, C. and Vito, R. 2001. Influence of malaxation temperature and time on the quality of virgin olive oils. Food chemistry, 72, 19-28.
Baldioli, M., Servili, M., Perretti, G. and Montedoro, G.F. 1996. Antioxidant activity of tocopherols and phenolic compounds of virgin olive oil. JAOCS, 79, 1589-1593.
Cherubini, C., Migliorini, M., Mugelli, M., Viti, P., Berti, A., Cini, E., Zanoni, B., 2009. Towards a technological ripening index for olive oil fruit. J. Sci. Food Agric., 89, 671-682.
Cherubini, C. and Migliorini, M. 2011. La scelta del periodo ottimale di maturazione in base a precisi parametri. Teatro Naturale, N° 42, anno 9.
Frankel, E. N. 1991. Recent advancens in lipid oxidation. J. Sci. Food Agric, 54, 495-511.
Migliorini, M., Zanoni, B., Berti, A., Cherubini, C., Cini, E., Daou, M., Mugelli, M., 2008. Protocolli innovativi per la produzione di olio extra vergine di oliva nella realtà aziendale Toscana. Camera di Commercio di Firenze, Florence.
Salas, J.J., Sanchez, J., Ramli, U.S., Manaf, A.M., Williams, M. and Harood, J.L. 2002. Biochemistry of lipid metabolism in olive and other oil fruit. Progress in lipid research, 39, 151-180.
Servili, M. and Montedoro, G.F. 2002. Contribution of phenolic compounds to virgin olive oil quality. European Journal of Lipid Science and Technology, 104, 602-613.
Trapani, S., Migliorini, M., Cecchi, L., Cherubini, C., Zanoni, B. Un indice di maturazione tecnologica basato sul contenuto di zuccheri e di olio, Teatro Naturale, N° 47, anno 10.

di Marzia Migliorini, Chiara Cherubini, Lorenzo Cecchi, Nico Sartori

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Commenti 5

Redazione Teatro Naturale
Redazione Teatro Naturale
11 marzo 2013 ore 16:12

Risposta a Raffaele Giannone
1. L’olio si estrae dall’oliva, ma durante le fasi di estrazione dell’olio le varie componenti dell’oliva vanno incontro a fenomeni di trasformazione chimica o mediati da enzimi. Per questo si può parlare di trasformazione dell’oliva.
2. Per la risposta alla domanda 2 potrebbe essere utile consultare gli articoli pubblicati in precedenza:
http://www.teatronaturale.it/strettamente-tecnico/l-arca-olearia/15177-un-indice-di-maturazione-tecnologica-basato-sul-contenuto-di-zuccheri-e-di-olio.htm
http://www.teatronaturale.it/strettamente-tecnico/l-arca-olearia/12114-la-scelta-del-periodo-ottimale-di-maturazione-in-base-a-precisi-parametri.htm
3. La domanda 3 la interpreto in questo senso: la depressione in gramola, praticata mediante una pompa, non causerà anche la perdita di alcuni composti, magari quelli più volatili?
Durante la lavorazione è possibile avere perdita di composti fenolici a causa di fenomeni ossidativi a loro carico o per dilavamento degli stessi causato dall’acqua presente nelle olive. Lavorare in depressione significa ridurre il potenziale REDOX del sistema e quindi ridurre i possibili fenomeni ossidativi, quindi con evidenti vantaggi a carico della componente fenolica. Qualche problema di risucchiamento potrebbe esserci sulla componente aromatica (composti volatili). In realtà, gli oli ottenuti con questo sistema innovativo hanno dato risultati alterni in questo senso, risultando a volte più profumati di quelli fatti coi sistemi continui tradizionali, altre volte meno; questa evidenza non conferma perdite sulla componente aromatica, anche se ulteriori indagini in tal senso sono necessarie.
4. La filtrazione rischia in effetti di causare la perdita di piccole % di composti fenolici. E’ altresì vero che oli non filtrati vanno incontro a fenomeni di invecchiamento molto più veloci e sviluppano difetti dopo poche settimane, cosa che non accade agli oli filtrati.
5. Secondo quale evidenza gli oli di Frantoio e Moraiolo sono piatti? E’ vero che talvolta possono essere oli meno profumati di altri oli monovarietali, ma a livello di intensità di descrittori, come ad esempio amaro e piccante, hanno poco da invidiare ad oli fatti con olive di altre cultivar.

Risposta a Duccio Morozzo della Rocca
Condivido a pieno l’opinione di Duccio Morozzo, secondo cui l’olio deve continuare ad essere un condimento buono e sano. Mi convince meno la sua visione secondo cui nutraceutica e piacevolezza del prodotto sarebbero inversamente proporzionali. Se è vero, come è vero, che spesso il consumatore preferisce oli leggermente difettati per riscaldo ad oli senza difetti, ne segue che l’educazione al buon gusto dell’olio extra vergine di oliva ha molta strada da fare. Produrre oli molto ricchi in composti fenolici amplierebbe di molto la gamma dell’offerta di olio extra vergine di oliva: da un lato avremmo oli molto più appetibili da un punto di vista nutraceutico, che non si devono intendere come sostitutivi di pillole varie, ma come un condimento piacevole e dotato di buone proprietà salutistiche; dall’altro oli con attributi positivi di varia intensità, che offrono una ampia gamma di possibilità negli abbinamenti con differenti matrici alimentari.

Risposta a Giovanni Breccolenti
1. La temperatura di ingresso in frangitura presenta una certa variabilità, legata alle condizioni atmosferiche della giornata in cui vengono lavorate (va tenuto presente che per un sistema di questo tipo, che lavora in qualità, le olive devono essere raccolte nello stesso giorno della lavorazione).
La temperatura in ingresso al frangitore delle olive lavorate a fine ottobre e Novembre variava fra i 10 e i 15°C, mentre da fine Novembre in poi è scesa fra i 5 e i 10°C.
2. La gramola verticale permette una minor superficie di contatto fra la pasta e l’ossigeno atmosferico rispetto alle classiche gramole orizzontali.
3. Il tempo di gramolatura può variare a seconda delle altre condizioni. Per esempio, quando si lavorano olive in non perfetto stato sanitario, è bene tenere bassi sia i tempi che le temperature di gramolazione per evitare rischi di attività degradative di tipo idrolitico o fermentativo. Le temperature di esercizio della gramolatura in questa campagna olearia sono state comprese fra 18 e 22°C in gramola. I tempi di gramolazione dopo il completo riempimento delle gramole sono stati da un minimo di 0 minuti a un massimo di 20 minuti, a cui vanno sommati i tempi di estrazione (circa 30 minuti), durante i quali una parte sempre minore di pasta rimane in gramola.
4. No, l’azoto non viene aggiunto
5. Le rese sono variabili in funzione del grado di maturazione delle olive, dei tempi e delle temperature di esercizio, delle impostazioni del decanter. Bisogna tenere presente che il frantoio viene lavato ogni sera a fine lavori; per questo la resa della prima lavorazione risulta sempre inferiore rispetto ai valori medi. In questa campagna olearia le rese si sono attestate intorno al 15%.
Per quanto riguarda il commento finale sulla necessità di una divulgazione migliore, magari anche a livello più capillare nella società, sono completamente d’accordo.

Marzia Migliorini
Metropoli Firenze

Alessandro Gustapane
Alessandro Gustapane
01 marzo 2013 ore 17:00

E' stato definito il prezzo R.O.M. di un siffatto impianto una volta industrializzato ?

Raffaele  Giannone
Raffaele Giannone
27 febbraio 2013 ore 17:22

Ringrazio per l'interessante spunto informativo e, alle domande di Breccolenti, (non solo per amore di purismo linguistico)aggiungerei:
- è in errore chi, come me, ritiene che l'olio extravergine si "estrae" dall'oliva e non si "trasforma" ?
- qual è il sistema "obbiettivo" per stabilire la giusta maturazione delle olive?
- la "leggera" depressione in gramola non "risucchia" parametri ?
- la filtrazione prevista COMUNQUE a fine ciclo non "ruba" pregi?
- oli tendenzialmente "piatti" come quelli da leccino, moraiolo e frantoio, non vengono irrimediabilmente decapitati?

Grazie e buon lavoro.
Raffaele Giannone, olivicoltore molisano

Duccio Morozzo
Duccio Morozzo
23 febbraio 2013 ore 22:47

Buongiorno,
personalmente credo che l’extra vergine debba continuare ad essere un piacevole condimento buono e sano. Salire esageratamente con i fenoli, andando perciò sulla nutraceutica e non sulla piacevolezza, allontana i consumatori (anche quelli "evoluti") che condiscono con l’olio ogni giorno i loro piatti (godendoseli) e va a cercare consumatori con una particolare attenzione alla salute che ne prenderebbero un cucchiaino la mattina solo perchè fa bene. Nei paesi esteri (per es, i citati US e Giappone) si trovano pillole e prodotti di tutti i tipi con estratti di fenoli in concentrazione maggiore a quella possibile in un olio che non apportano però calorie, fattore a cui questa categoria di consumatori è molto attenta. Viva i fenoli (dai 300 ai 500mg/kg è a mio avviso un ottimo quantitativo) ma viva anche al piacere di condire con gusto ed equilibrio. L'extra vergine è un nobile condimento e quando è ben fatto è buono e sano. Per conquistare i mercati dobbiamo fare amare i nostri profumi, il nostro cibo e i nostri territori, conquistare i consumatori con qualità, passione e il calore italiano. Il vero problema in Italia è che sono ancora in pochi ad aver capito cosa vuol dire fare qualità e come venderla, siamo fermi purtroppo da quasi 10 anni.
Cordiali saluti
Duccio Morozzo

giovanni breccolenti
giovanni breccolenti
23 febbraio 2013 ore 14:05

Vorrei fare alcune domande per approfondire questo interessante argomento:

1)le temperature dell'oliva al momento dell'entrata nel frangitore
2)Il vantaggio della gramola verticale
3)Quant'è stato il tempo e la temperatura di gramolatura dal momento del totale riempimento.
4)Viene aggiunto azoto e se si, in quale fase/i della gramolatura?
6)Le rese

La strada giusta è questa,investire in conoscenze e tecnologie per fare gli oli migliori.Poi pero' i prodotti cosi' ottenuti, profumati, piccanti e amari vanno fatti conoscere alla gente, soprattutto alle nuove generazioni(asili,scuole,ovunque) e ne vanno decantate(compito del mondo medico) le incredibili proprietà salutistiche.
Purtroppo è questa seconda fase,l'azione sul consumatore che oggi viene troppo trascurata da questi progetti.Tutto il mondo oleario di qualità,dovrebbere spingere in questa direzione:divulgare,divulgare,divulgare.