L'arca olearia 06/10/2012

Quanto si guadagna col falso olio made in Italy?

Corpo Forestale, Guardia di Finanza e Carabinieri concordi nel sostenere come il business della contraffazione sia un grosso affare. Per ogni euro investito se ne ricavano da 25 a 60


In Toscana l’olio si moltiplica. Ma non è un miracolo, semmai il frutto di un grande affaire che vale milioni di euro. E' questo quanto sostenuto durante il convegno “extra vergine toscano, etichetta senza inganni”, organizzato da Coldiretti lo scorso 2 ottobre a Firenze.

Si fa presto a capire le dimensioni di un fenomeno che ha trovato in Toscana, per tante ed ovvie ragioni, la piattaforma naturale: la Toscana produce quasi 15 mila tonnellate di olio, pari al 3,7% del totale nazionale (dati Agea 30/08/2012), poco rispetto ad altre regioni come la Puglia tanto per citare l’esempio che sta in cima alla hit parade di produttori di olio con oltre 200 mila tonnellate, ma quando l’olio viene confezionato accade la magia: in Toscana si imbottigliano e si commercializzano 10 volte tanto l’olio prodotto. Si produce il 3,7% di olio, ma se ne confeziona il 37%, pari a 206 mila tonnellate. Solo 35 mila tonnellate sono olive di provenienza italiana, le altre restanti di provenienza comunitaria (141 mila), extracomunitaria (534) e altra (28 mila circa).

“Purtroppo oggi continuiamo a dire ai contraffattori di continuare a farlo perché la pena è talmente esigua che non funziona come deterrente – ha dichiarato il Generale Piccinno, Comandante dei Carabinieri per la Tutela della Salute - Mangiamo 4 o 5 volte al giorno: è importante la sicurezza del cibo. C’è un crescente aumento della criminalità organizzata perché per ogni un euro che investono nelle contraffazioni riescono ad attirarne dai 25 ai 60 euro. La contraffazione è in tutta Italia, non solo in Toscana”.

“Le frodi in agricoltura attraggono interessi della malavita organizzata – ha dichiarato l'Ing. Patrone, Capo del Corpo Forestale dello Stato - per questo è importante utilizzare tutti i mezzi, intercettazioni incluse, per combattere un fenomeno che, per la criminalità organizzata è meno rischiosa del traffico della droga”.

“Arbequino a Siena, The good of the Italy a Taranto sono due delle tante operazioni contro la contraffazione dell'olio – ha infine concluso il colonnello Martinelli, Capo Ufficio Tutela Uscite e Mercati della Guardia di Finanza- Negli ultimi anni si sono moltiplicate le operazioni contro il falso extravergine venduto nel mondo. I sequestri d'olio contraffatto operati dalla Guardia di Finanza sono più che triplicati tra il 2010 e il 2011. Operazioni possibili grazie ad un approccio investigativo alle indagini e alla collaborazione con Ministero della Politiche Agricole e con altri Corpi dello Stato. Successi dovuti anche grazie alle novità normative in Italia e in altri Paesi. È impossibile perseguire la contraffazione in un paese dove la stessa contraffazione non è reato. Nuove leggi in altri paesi sono operative dopo accordi bilaterali con l'Italia. Così è possibile agire Ad essere utilizzati sulle etichette ingannevoli è soprattutto il richiamo alla Toscana. Le tecniche della criminalità si affinano: per bypassare i controlli doganali l'etichetta Made in Italy viene attaccata nei paesi d'origine. La collaborazione internazionale e interistituzionale è essenziale per combattere la contraffazione, come pure le campagne informative”.

di C. S.