Energia verde 05/05/2017

Colture bioenergetiche di secondo raccolto per alimentare la filiera del biometano

Colture bioenergetiche di secondo raccolto per alimentare la filiera del biometano

Secondi raccolti, scarti agricoli e reflui zootecnici potrebbero rappresentare entro la fine del prossimo decennio il 66% delle matrici utilizzate per produrre biometano. Fino a 2,66 miliardi di metri cubi potrebbero venire da doppie colture annuali, altrettanto dagli effluenti zootecnici


L'Italia vede aumentare l'inquinamento dovuto alla mobilità come evidenziato, tra l'altro, dal mancato raggiungimento degli obiettivi fissati nel Piano di Azione Nazionale per le Energie Rinnovabili redatto nel 2010 per attuare la Direttiva 2009/98/CE. Infatti mentre il nostro Paese già nel 2014 ha superato l’obiettivo, fissato per il 2020, di ricavare da fonti di energia rinnovabili il 17% del fabbisogno nazionale energetico, nel settore trasporti non si raggiungerà il target minimo fissato per il 2020 che si stima sarà minore di circa 5,6 punti in meno. Quindi pur in presenza di un calo delle emissioni complessive rispetto agli obiettivi, il settore trasporti continua a essere quello che impatta maggiormente anche per il minor apporto di carburanti da fonti rinnovabili.

Eppure abbiamo a disposizione il biometano in grande quantità, carburante pulito e nazionale che potrebbe farci fare un salto di qualità nel calo delle emissioni di CO2 e altri inquinanti e dare un reddito integrativo alle aziende agricole. Il combustibile verde, ricavato dalla raffinazione del biogas, utilizzabile anche nell'immissione nella rete del metano (che siamo costretti a comprare all'estero a caro prezzo) e nella cogenerazione, può utilizzare vantaggiosamente biomasse da integrazione e reflui zootecnici.

Uno studio recente del Consorzio Italiano Biogas ha stimato che la produzione di biometano potrebbe arrivare nel 2030 a circa 8 miliardi di metri cubi (12% del fabbisogno nazionale di metano). In questo caso secondi raccolti, scarti agricoli e agroindustriali e reflui zootecnici potrebbero rappresentare entro la fine del prossimo decennio il 66% delle matrici utilizzate per produrre biometano, riducendo così l'utilizzo delle colture da primo raccolto. 2,66 Md di m3 potrebbero venire da doppie colture annuali. Si potrebbero allestire almeno 700 mila ettari alternando tra primo e secondo raccolto colture a scopo alimentare a coltivazioni idonee all'energia quali triticale, sorgo, loiessa. Altri 2,66 Md di m3 verrebbero da effluenti zootecnici (bovini, suini e avicoli), residui di coltivazioni agricole e sottoprodotti agroindustriali (scarti macellazione, industria molitoria, pastazzo,ecc.) che oltretutto sono prodotti di cui le aziende devono comunque liberarsi.

L'avvio concreto del nuovo comparto è legato principalmente alla affidabile definizione degli incentivi e della determinazione finale delle norme tecniche nazionali ed europee. L'obiettivo principale dell'azione è di integrare sempre più la filiera agroenergetica con il mondo agricolo, seguitando a produrre alimenti ma anche materiali energetici di qualità, diminuendo l'inquinamento generale e dando ulteriori capacità di investimento alle imprese agricole che oggi vedono calare sempre più i propri redditi.

di Marcello Ortenzi

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