Energia verde 12/02/2016

Il mondo agricolo e quello delle rinnovabili uniti contro i gas serra

Il Coordinamento Free in un convegno a Roma a evidenziato che dopo il Cop21 di Parigi anche l’agricoltura può diventare sempre di più un alleato importante per combattere il cambiamento climatico


Cop21 di Parigi ha riconosciuto l’importanza del settore agroforestale per la lotta alle alterazioni climatiche, proposta politica fatta propria da una quarantina di paesi a Parigi, entro le azioni volontarie di riduzione delle emissioni proposte da alcuni firmatari dell’accordo di Parigi. A questo punto si tenterà di aumentare l’importanza della sottrazione di CO2 dall’atmosfera, e a incrementare le soluzioni di agricoltura innovativa per la produzione di biometano, per arricchire i suoli di carbonio. Il tema è stato fra quelli affrontati in un convegno organizzato dal Coordinamento Free, Associazione di organizzazioni attive nelle fonti rinnovabili ed efficienza energetica, dal titolo “Sottrarre CO2 all’atmosfera sviluppando l’agricoltura e il patrimonio boschivo”.

Un dato fornito durante il convegno è che l’agricoltura e le foreste sono responsabili del 25% delle emissioni di gas serra. Il suolo costituisce una delle più grandi riserve di carbonio (carbon sink), contenendo, sotto forma organica, circa il doppio del carbonio presente nell’atmosfera e tre volte quello trattenuto dalla vegetazione. Aumentare il carbonio nei suoli è la prima e più efficace azione da considerare allo scopo di mitigare gli effetti del cambiamento climatico L’agricoltura, le foreste e il suolo agricolo sono peraltro uno dei più grandi serbatoi di carbonio disponibili nel pianeta e c'è concordanza tra gli esperti nell'affermare che un suolo ricco in carbonio è la prima condizione per avere un terreno sano e fertile. Tuttavia il pianeta negli ultimi anni ha perso una parte consistente dei suoli agricoli sia per fenomeni di desertificazione sia di urbanizzazione. Le scorrette pratiche agricole, la concentrazione in aree localizzate della popolazione, delle attività economiche e delle infrastrutture, le variazioni d’uso e gli effetti locali dei cambiamenti ambientali globali possono originare gravi processi degradativi che limitano o inibiscono totalmente la funzionalità del suolo e che spesso diventano evidenti solo quando sono irreversibili, o in uno stato talmente avanzato da renderne estremamente oneroso e economicamente poco vantaggioso il ripristino.

Durante il convegno del Coordinamento è emersa la necessità di portare questa riflessione all’attenzione della politica italiana sollecitando l’adesione del governo italiano all’iniziativa di "#4pour1000" in vista di COP22 che si svolgerà a Marrakech nel novembre 2016, e in generale del mondo della Politica, delle associazionismo, dell’agricoltura al tema del sequestro biologico del carbonio nei suoli agricoli. Il 4 ‰ è un'iniziativa lanciata in Francia che si propone di riunire tutti i collaboratori disposti nei settori pubblico e privato (governi nazionali, enti locali e regionali, imprese, organizzazioni commerciali, ONG, strutture di ricerca, e altri) nel quadro del Agenda di Azione Lima-Parigi (LPAA). Scopo dell'iniziativa è quello di dimostrare che l'agricoltura e suoli agricoli, in particolare, può svolgere un ruolo cruciale in cui la sicurezza alimentare ei cambiamenti climatici sono interessati. Sulla base di solide prove scientifiche, l'iniziativa invita pertanto tutti i partner a dichiarare o ad attuare programmi concreti per il sequestro del carbonio nel suolo ed i tipi di metodi di coltivazione utilizzati per promuoverlo (ad esempio Agroecologia, agroforestali, agricoltura di conservazione, gestione del paesaggio). L'attenzione particolare al tema del suolo in Italia ha un importanza ancor maggiore in quanto sono diffusi i fenomeni di erosione, dissesto e desertificazione a cui questa risorsa naturale è sottoposta nel nostro Paese.

“E’ possibile che nei prossimi anni – ha dichiarato nelle conclusioni il presidente del Coordinamento Free, Gianni Silvestrini – come già fatto per le foreste, in passato, si possa a livello del processo negoziale sul clima dare un valore economico al carbonio stoccato nei suoli. In questo modo gli agricoltori potranno avere a disposizione tre tipi di risorse: i prodotti della terra, la produzione di energia tramite il biometano e il biogas e il valore economico del carbonio stoccato nel suolo”.

di Marcello Ortenzi

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