Bio e Natura 25/05/2016

L'impianto di irrigazione in collina o montagna: istruzioni per l'uso

Dal posizionamento lungo le linee di pendenza, per l'olivo e la vite, fino a quelle delle linee parallele di quota per mais, sorgo, riso e soia. Il problema è l'uniformità distributiva dell'acqua e dei fertilizzanti, ostacolo superabile grazie ai gocciolatori autocompensanti


Le sistemazioni collinari, tipiche di colture come la vite e l’olivo, unite alla necessità di avere alta uniformità di distribuzione dell’acqua, hanno guidato lo sviluppo dei gocciolatori con proprietà autocompensanti.

La tecnologia, concepita alla fine degli anni ’70 da Netafim per i propri gocciolatori, ha come risultato che ogni gocciolatore eroga la stessa quantità di acqua nell’unità di tempo.

Questa uniformità distributiva è possibile all’interno di un dato campo di pressione che va, nel caso di Uniram e Uniwine da 0,5 a 4 bar permettendo affrontare dislivelli di 35 metri; nel caso di Dripnet e Dripwine da 0,25 a 2,5/3,5 bar.

All’interno del tubo di polietilene, durante la fase di estrusione, viene saldato un gocciolatore per ogni punto o foro di erogazione, così nasce un’ala gocciolante. Il gocciolatore è costituito da un doppio labirinto realizzato con una tecnologia a brevetto Netafim che mantiene il flusso turbolento evitando zone di accumulo dello sporco. Tra i due labirinti è incorporata una membrana a fluttuazione che garantisce un continuo meccanismo autopulente.

La realizzazione di gocciolatori dotati di microtecnologie così prestanti ha rivoluzionato l’applicazione dell’irrigazione a goccia in areali a forte pendenza, come il Trentino o la Val d’Aosta dove meleti e vigneti sono oggi gestiti grazie a questa tecnologia, così in Italia come nel resto del mondo.

In generale laddove si abbiano terreni in pendenza con colture arboree è consigliato l’uso di questi prodotti.

Recentemente anche le colture seminative ed ortive iniziano, grazie a questi gocciolatori, a poter essere coltivate su profili scoscesi.

Oggi l’uso di gocciolatori autocompensanti è diffuso largamente anche in aree pianeggianti per favorire l’alta uniformità su lunghe o lunghissime tirate come nel caso dei seminativi o degli ortaggi da trasformazione industriale. Sulla base della tecnologia autocompensante sono nati anche i modelli Uniram AS e Dripnet AS dotati di sistema anti sifone che hanno aperto la strada della subirrigazione ad altissima uniformità grazie al fatto che non aspirano parti di terreno quando l’impianto si svuota.

Nell’ambito della fertirrigazione l’alta uniformità dell’autocompensazione si sposa perfettamente con la distribuzione dei nutrienti solubilizzati a concentrazione costante, questo significa che da tutti i gocciolatori esce la stessa quantità d’acqua nel tempo e alla stessa concentrazione di sali disciolti. Infine, in occasione dell’ultima edizione di Expo, all’interno del progetto Demofield è stata applicata con successo la tecnica a goccia su terreno in pendenza per mais, riso soia e sorgo; in questo caso la sistemazione è stata secondo le linee parallele di quota e non secondo l’asse di massima pendenza come nei vigneti e negli oliveti.


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