Bio e Natura 26/02/2015

L'ingegneria genetica in aiuto delle colture transgeniche

Impatto ambientale e coesistenza con le colture tradizionali sono tra i punti più frequentemente citati dai contrari agli OGM. Uno studio canadese fornisce una possibile soluzione attraverso l'utilizzo di strumenti molecolari


Tra le più diffuse e citate argomentazioni contrarie alla diffusione delle colture transgeniche vi è la possibilità di contaminazione tra OGM e colture tradizionali, magari a denominazione d'origine e biologiche, nonché le preoccupazioni per l'impatto ambientale, ovvero, a solo titolo di esempio, la creazione di super-infestanti dovute all'impollinazione tra OGM e piante selvatiche.

L'assoluta sterilità delle piante di OGM oggi non può essere garantita dai produttori di sementi, quindi la contaminazione è tecnicamente possibile ed è sufficiente la mera possibilità per indurre la mancata accettazione delle colture transgeniche in aree agricole vocate alla produzione di cibi tipici e di qualità.

Sherif Sherif dell'Università di Guelph ha proposto un diverso approccio, ovvero l'utilizzo di una caratteristica botanica già ampiamente conosciuta: la cleistogamia.

Si tratta di una forma di autoimpollinazione che avviene a fiore chiuso, impedendo, per ragioni fisiche, la fecondazione incrociata.

Il termine deriva dal greco kleistós= chiuso e gámos= matrimonio.

Ma è possibile l'induzione di cleistogamia in specie che non hanno questa caratteristica? Secondo il ricercatore canadese tutto starebbe a studiare le piante cleistogame e a trovare il gene responsabile di questa caratteristica, che quindi potrebbe essere trasferito, grazie all'ingegneria genetica, in altre specie.

E' stato così che Sherif ha trovato un gene, responsabile della produzione di una proteina, che indurrebbe la cleistogamia.”Questa è la prima volta che qualcuno ha dimostrato che, utilizzando strumenti molecolari, è possibile indurre la cleistogamia nelle piante." ha affermato.

Si tratterebbe non solo di un efficace strumento per controbattere alle critiche dei contrari agli OGM ma anche di un vantaggio per quelle colture dove è il fiore a essere raccolto per le sue capacità aromatiche. E' noto, infatti, che con la schiusura del fiore si vanno a perdere fino all'80% dei composti volatili che invece rimarrebbero “imprigionati” nel caso di induzione di cleistogamia.

di R. T.