Bio e Natura 08/06/2013

Massima attenzione su Drosophila suzukii per contenere i danni

Il 2012 ha fatto registrare un contenimento significativo dell'infestazione. I produttori devono mantenere alta  l’attenzione, iniziando a posizionare le trappole a base di aceto di mela, vino rosso e zucchero


Il 2012 ha fatto registrare un contenimento significativo dei danni provocati da Drosophila suzukii sui piccoli frutti, sia per le pratiche di contenimento tecnici messe a punto sia per questioni di andamento climatico. Tuttavia i produttori anche quest’anno devono mantenere alta  l’attenzione, iniziando già ora a posizionare le trappole a base di aceto di mela, vino rosso e zucchero.

Lo raccomandano gli esperti della Fondazione Edmund Mach, uno dei più avanzati centri di ricerca per lo studio di questo insetto. Nei giorni scorsi i ricercatori hanno conquistato la copertina della rivista “Genome Biology and Evolution”, confermando che durante l’inverno le Drosofile vanno in diapausa, cioè in una sorta di piccolo “letargo”, e  identificando nell’inizio e nella fine di quel periodo il momento più opportuno per attaccarla.

“La scarsità di bacche mature che possano attrarre gli adulti nel mese di aprile/maggio rende più facile intercettare le poche Drosophile suzukii in circolazione mediante l’impiego delle trappole alimentari. Più vasta sarà la rete di cattura sul territorio sin dalle prime fasi –spiegano i tecnici - maggiore sarà la probabilità di catturare i primi adulti e incidere così sullo sviluppo. Il contributo di tutti pertanto è molto importante”. Il controllo di suzukii in campo è molto difficile e alla Fondazione Mach sperimentatori, ricercatori e tecnici cercano di integrare trattamenti antiparassitari classici con tecniche sostenibili come le catture massali, le reti, la lotta biologica e alcuni metodi genomici.

L’articolo della rivista Genome Biology and Evolution indica che Drosophile suzukii ha una innata predisposizione per il clima e il territorio Trentino, molto simile a quello di alcune valli tibetane dalle quali proviene. Stabilisce anche che Drosophila. suzukii sverna con apparati riproduttivi assai ridotti, spesso in assenza del maschio e molto probabilmente all’aperto.

In un secondo articolo, pubblicato sulla rivista GenomeA, si è accertato che Drosophile  suzukii ospita nei suoi tessuti un nuovo ceppo del batterio Wolbachia. Questo “parassita nel parassita” è ora sotto indagine per vedere se è possibile  creare una sterilità naturale, che consiste nel sostituire il batterio dei maschi di Drosophila suzukii con un altro ceppo; l’ attesa è che una volta liberati in campo, questi maschi siano incompatibili sessualmente con le femmine che portano la Wolbachia originale e quindi non sia generata prole. L’obbiettivo a lungo termine è abbattere periodicamente la popolazione in campo con un metodo assolutamente naturale e non nocivo per l’ ambiente. 

di C. S.