Bio e Natura 04/06/2011

Oltre la sfera alimentare. Ma quanto è utile la patata!

Oltre la sfera alimentare. Ma quanto è utile la patata!

Il suo potenziale uso nell’industria è stato sviluppato in molti settori, dall’area biomedica e farmaceutica ai materiali da packaging e ad altro ancora. Purtroppo l’Italia è rimasta indietro


Una materia prima come il carbone, oppure il petrolio, oppure un giacimento minerale come il minerali di Ferro mostra caratteristiche critiche importanti per valutarne gli aspetti competitivi: la dimensione dei giacimenti con profondità, accessibilità, trasferibilità. L’assessment dello stadio più conveniente di preparazione e trasformazione da materia grezza a materia prima industriale a rappresentare il costo primario di accessibilità rispetto al baricentro geografico di distribuzione di prodotto e di mercato che non sempre convergono con modalità e costi di raccolta, conservazione e trasporto più convenienti.

Raggiungiamo così lo scenario adatto al confronto di costo e qualità delle materie prime al cancello degli impianti di trasformazione. Da qui prosegue la definizione dei processi di trasformazione per l’indirizzo alle applicazioni di successo e dei mercati finali, in ognuna delle loro diversificazioni e specializzazioni di risposta ad una domanda esistente o da creare.

Per un crop come la “patata”, o un “cereale”, o un frutto come l’ “oliva” o un prodotto alimentare naturale come un derivato primario, il “latte”, e in tante simili situazioni di alternative di sfruttamento della risorsa naturale, compresa la opinabile convenienza di destinazione di un terreno incolto a coltivabile, più che un territorio forestale o uno ricco di risorse minerali, l’analogia d’approccio dell’assessement è simile. Fa parte della mia professionalità riflettere per il cliente e mi aspettavo di trovare “il cliente” pronto a cogliere l’aspetto meno noto della riflessione, il suo “valore strategico”. Tutti citano “strategia” e scelte strategiche, come fossero pane e latte.

Eppure, ne sta convenendo un gruppo di lavoro in Linkedin di queste settimane, molti credono di conoscere il significato di strategia, ma poche persone individuali e altrettanto poche persone giuridiche sanno e hanno chiaro l’approccio necessario e la complessità della metodologia da adottare per una survey rivolta alle alternative di valorizzazione ottimale della risorsa.

Esistono condizioni iniziali di vincolo: esse in genere riguardano l’ammissibilità stessa delle alternative di utilizzazione (sfruttamento) legali o consentite dalla società civile in cui si collocata o è collocabile la risorsa in gioco. Sono di varia origine: naturale e geografica, dipendente da accessibilità in assoluto (profondità marine, minerarie, continenti glaciali, deserti, altitudini, foreste, ecc), da condizioni temporali di potere, di conoscenza e sviluppo tecnologico, di libertà di scelta e selezione... e tante altre.

Questa premessa non vuole essere una lezione, ma solo dare uno squardo all’inquadramento generale a cui deve fare seguito una serie di scenari di logica consequenza, cioè di alternative primarie per praticare una selezione praticabile di alternative credibili oppure con corridoi di successo limitati a particolari condizioni.

Il colloquio iniziale con Renzo Angelini, ideatore e curatore dela collana editoriale “Coltura & Cultura”, da cui la recentissima pubblicazione dal titolo La patata, aveva portato a riflettere: poiché la patata è risorsa naturale, coltivabile, derivata da materie prime naturali primarie, perché non provi a descrivere lo scenario delle alternative d’uso e valorizzazione solo per le applicazioni non alimentari? Ad esclusione di quelle mediali e cosmetiche?

Ho raccolto il quanto al volo la limitazione di campo che semplificava il raggio d’esplorazione, poiché la storia del tubero è recente e della stessa oltre che delle sua risorse amidacee mi ero interessato direttamente: dalle manipolazioni di farine e colle domestiche fin da ragazzo, alle applicazioni in fabbrica di un territorio tessile ricco di tecnologie ed iniziative come quello bustocco nel varesotto in adolescenza, allo studio all’università in chimica industriale, alla specializzazione ed aggiornamento degli adesivi strutturali per le infinite varietà di materiali, tra cui quelli cellulosici – legno, e carta, tanto per intenderci – e dalla recentissime proprietà di sostenibilità di resine, polimeri, film, oggettistica, energia... alla varietà di derivati ad altissima tecnologia come copolimeri compatibili con cellule vitali, per implantologia e membrane cartilaginee...

L’immersione nel derivato della patata è durata un solo trimestre, ma con l’intensità dei tempi di studio, tutta l’estate per dare l’esame ai primi d’autunno. E’ stato un tuffo nella scienza e nelle leggende, a cui sono uso, ma anche nella tecnologia e nella fantasia domestica, nella valanga di scoperte e sviluppo della ricerca mondiale e nella storia contadina. Quest’ultima si ripeteva di continente in continente in funzione della coltivazione dilagante nell’Ottocento. Ne era sorta subito una scaletta di capitoli e interazioni con il canovaccio del progetto editoriale, in quanto era evidente l’interfaccia con altri autori e capitoli. Si è svolta nei tempi previsti ma moltiplicata – in volume di pagine, notizie e riflessioni– almeno per un ordine di grandezza: la destinazione di prodotto – nel caso della patata – per applicazioni NON ALIMENTARI variava nei territori del globo dal 20 al 50%...

 

Qualche dato statistico dai centri primari che svolgono questo lavoro

In primis ho censito associazioni nazionali, internazionali, di settore agronomico ed industriale; poi piani strategici di sviluppo di nazioni particolarmente affidabili nei programmi annunciati; poi alcuni gruppi mondiali e le multinazionali con interesse alla ricerca; quindi segnali da studi che dal basso medio evo –nel nostro caso dal 1500 in avanti – hanno recensito lo sviluppo antropologico in parallelo a quello dell’organizzazione sociale (solo in Europa, nel Mediterraneo la Fondazione Datini ha organizzato nell’ultimo ventennio decine di convegni e seminari su temi di nostro interesse o attinenti ad essi). La mia personale passione per l’apporto che le comunità monastiche hanno dato alla società occidentale non è stato driver di minore efficacia, purtroppo senza “tanta” fortuna dato lo scostamento delle fasi storiche d’interesse, tranne che per le applicazioni, tuttora ongoing, nella carta.

 

Le statistiche

Torniamo alle statistiche: mi limito al Bureau of Census (U.S) in sintesi super telegrafica. Senza i numeri, solo le definizioni dei capitoli. Gli interessati sapranno cosa cercare nel web e nelle sedi opportune.

US Prezzi e usi di patate dal 1960 al 2006 Table052.xls

Produzione mondiale di patate, tonnellate Table095.xls

Coltivazione mondiale della patata, acri Table094.xls

US domestic shipments of potatos Table069.xls

US importazione di amido di patata Table092.xls

US Uso di patate per trasformazione mensile Table074.xls

US cost corn starch Table31b.xls

US cost corn starch Table31a.xls

U.S. Potato Statistics (ERS)

US Trade of potatoes international

USDA Potato Statistics

C'’è la base per farne uno studio strategico. Ne è stata dedotta solo la sintesi d’apertura al capitolo UTILIZZAZIONE concordata con il professor Frusciante, curatore del citato volume La patata. Ne ripropongo le prime due pagine di testo.

 

Usi non alimentari della patata

La patata è la quarta coltura al mondo e rappresenta una risorsa molto importante per l’alimentazione umana. Le patate sono destinate al mercato fresco, all’industria di trasformazione per la produzione di french fries, sticks, chips, prodotti precotti, l’estrazione dell’amido, la produzione di farine per utilizzi alimentari e all’industria sementiera per la produzione di tuberi-seme. Le diverse destinazioni d’uso che questa coltura offre danno una grande opportunità agli agricoltori garantendo loro molti vantaggi economici.

Le applicazioni industriali della patata sono note all’uomo fin dagli inizi del XIX secolo. La sua diffusione, inizialmente spinta soprattutto dalla carenza di cibo, permise la scoperta graduale

delle sue potenzialità anche in settori non strettamente alimentari.

La possibilità di usare la patata sia per l’alimentazione sia qualemateria prima per la produzione di amido nacque come esigenza dei contadini nelle campagne, e da queste si trasferì successivamente

nelle città diventando un’attività industriale. In Italia, l’uso non alimentare della patata è partito dalla Liguria e si è esteso alle altre regioni del Nord, per poi interessare anche la Campania.

 

Economia della patata destinata a usi non alimentari

Nel 1970, le patate appositamente coltivate per applicazioni industriali nel mondo erano circa 6.500.000 tonnellate e gli ettari investiti 21.000.000. Nel 2005 gli ettari destinati alla coltivazione della patata per usi non alimentari sono diminuiti (18.000.000) mentre è aumentata la produzione (7.100.000 t) grazie all’incremento della resa per ettaro (circa il 15%).

L’Olanda, con i suoi circa 160.000 ha e le 300.000 t di fecola di patate prodotte all’anno, rappresenta l’80% della produzione della Comunità europea per applicazioni industriali. Altre coltivazioni nel Vecchio Continente sono diffuse in Germania e in alcuni Paesi dell’Europa orientale.

La Cina rappresenta il primo consumatore mondiale di amido nativo e modificato con 17.100.000 t nel 2008 e previsioni di oltre 25.000.000 nel 2020. Oggi la Cina è al primo posto della produzione mondiale di patate (22%) e il volume di produzione di fecola è influenzato dalla coltura del tubero rispetto a quella dei cereali. Il mais, infatti, alla fine degli anni 80, costituiva l’87% delle materie prime per l’estrazione dell’amido il cui volume di consumo nel 2002 raggiungeva 6.300.000 t, presentando un incremento composto del 13,8% negli ultimi 30 anni.

 

Principali applicazioni industriali

La composizione chimica della patata e dei suoi amidi consente l’utilizzo di questo tubero in molte applicazioni di tipo non alimentare.

Il potenziale uso della patata nell’industria è stato sviluppato in molti settori: area biomedica e farmaceutica, materiali da packaging, gomma xanthan, acido polilattico ecc. Le plastiche

ottenute da amido sono diventate sempre più popolari grazie alla loro biodegradabilità. In tutto il mondo si stanno realizzando grandi investimenti in tecnologie bio per utilizzare le piante con

l’intento di creare un’industria forte che sfrutti al meglio i prodotti e i sottoprodotti dell’agricoltura. I mercati di sbocco del settore sono in continua crescita e vanno a rifornire l’industria alimentare,

farmaceutica e cosmetica; per quanto poi riguarda gli amidi, essi sono utilizzati anche dall’industria tessile, cartaria, della plastica e degli adesivi, oltre che dall’industria domestica dei territori a

moderato sviluppo socioeconomico. Altri derivati alimentano l’industria delle fermentazioni.

La rapida evoluzione della conoscenza tecnologica e scientifica e il peso delle economie asiatiche, del Pacifico e dell’est Europeo rappresentano i nuovi produttori e mercati di sviluppo del global trade per le applicazioni non alimentari. Purtroppo l’Italia è rimasta indietro a causa di scarsissime iniziative nel settore.

 

Amido

La patata, insieme a mais, grano, riso e cassava, rappresenta una delle principali fonti naturali di carboidrati da cui si ricava industrialmente l’amido. Questo si forma nelle cellule delle parti verdi delle piante contenenti clorofilla, come amido di assimilazione. Ridisciolto da un enzima (amilasi), è trasferito negli organi di riserva della pianta, nel caso specifico della patata nei tuberi.

L’amido proveniente da tuberi, rizomi o bulbi è denominato commercialmente fecola e presenta una composizione chimica simile all’amido proveniente da semi. La trasformazione dello zucchero in amido avviene per mezzo di enzimi. L’amido presenta molte potenziali applicazioni e può sostituire alcune materie prime petrolchimiche per molte industrie. Tra le applicazioni non alimentari, a prescindere dal bioetanolo, costituisce il 46% della produzione nell’Unione Europea, equivalente a 3.600.000 t all’anno (2006).

Si stima che il mercato dell’amido nell’Unione Europea possa crescere nel 2011 fino a 12.000.000 t e che la crescita nei prossimi anni possa attestarsi sui 5.000.000 t/anno. Il principale vantaggio di usare l’amido derivante dalle piante per la produzione di polimeri rinnovabili e per gli adesivi è che il prodotto finale è biodegradabile e può quindi offrire una soluzione ai problemi relativi al suo smaltimento.

Le patate destinate alla produzione di amido necessitano di cure particolari, date la stagionalità della coltura e la conseguente necessità di stoccaggio. Soprattutto, le tecniche di conservazione devono essere molto accurate perché incidono in maniera significativa sui costi di produzione dell’amido. Infatti, per mantenere alte le rese è necessario evitare sbalzi di temperatura durante la conservazione in modo da impedire la conversione dell’amido in zuccheri.

 

I processi di estrazione

Resta solo d’aggiungere a questa sommaria sintesi che dopo 13 anni la Comunità Europea ha approvato legalmente l’uso della patata Amflora per impiego industriale non alimentare:

“Gli scienziati della BASF hanno avuto l’idea di usare l’ingegneria genetica per produrre una patata il cui amido fosse prodotto solamente di amilopectina. Per far questo non hanno, come per la maggior parte degli OGM in commercio, inserito un gene apposito preso da qualche altro organismo. Hanno invece disattivato il gene (si dice che lo hanno “silenziato”) che produce un enzima responsabile per la sintesi dell’amilosio, ottenendo una patata completamente senza amilosio: Amflora.” (da)

Senza bisogno di commento. La paralisi nazionale insiste ad essere premiata.

 


di Enzo Lo Scalzo

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