Fuori dal coro 23/04/2015

Donne dell'Olio, non solo in Italia, ma a fianco dell'olivicoltura italiana

Donne dell'Olio, non solo in Italia, ma a fianco dell'olivicoltura italiana

L'amore per l'olio extra vergine d'oliva non ha sesso né confini. Il lavoro dei piccoli produttori, “quasi eroico”, va raccontato, così declamando l'incredibile ricchezza del patrimonio gastronomico, culturale e paesaggistico del nostro paese


Sono nata a Napoli, vivo a Roma e amo viaggiare alla scoperta di luoghi e culture, anche e soprattutto attraverso il cibo. Alcuni anni fa ho avuto la fortuna di riuscire a coniugare questa grande passione con il lavoro e ho iniziato a occuparmi di gastronomia, e in particolare di giornalismo gastronomico, a cui poi si è aggiunta l'attività di consulenza nell'ambito della comunicazione per la ristorazione.
All'attività giornalistica affianco inoltre quella di critico gastronomico per le guide Identità Golose e I Cento di Roma, e sono parte del panel di assaggio della guida all'extravergine Flos Olei di Marco Oreggia. Da alcuni anni collaboro anche con le Strade della Mozzarella, una delle manifestazioni gastronomiche più interessanti che si svolgono nel nostro paese in cui i maggiori chef italiani e stranieri sono chiamati a cimentarsi con uno dei prodotti del Made in Italy che tutto il mondo ci invidia.
Per Identità Golose, inoltre, mi occupo anche della redazione Identità di Pizza, seguendo e raccontando il lavoro dei bravissimi pizzaioli italiani che negli ultimi anni hanno fatto tornare ad essere questo grande “piatto” un simbolo dell'eccellenza italiana, al pari dell'alta cucina.
Insomma, sono una donna fortunata.

Nel 2002 ho frequentato il primo master in Comunicazione e Giornalismo Gastronomico del Gambero Rosso e dal quel momento ho capito quale fosse davvero il mio desiderio più grande dal punto di vista professionale: raccontare l'incredibile ricchezza del patrimonio gastronomico, culturale e paesaggistico del nostro paese – ma anche di altri luoghi – e il lavoro quotidiano, spesso durissimo e quasi eroico, che i piccoli produttori svolgono per permetterci di assaggiare prodotti unici e irripetibili.

Lungo il mio percorso professionale sono rimasta affascinata dall'extravergine, dalle sue mille sfumature, dalla passione a volte ostinata dei suoi produttori, dalla bellezza del paesaggio olivicolo. E da Pandolea, l'Associazione delle Donne dell'Olio di cui faccio parte, condividendone i fini di sensibilizzazione ed educazione alimentare soprattutto verso i più giovani.

Ho anche un blog personale, Troppobuono che purtroppo non aggiorno quanto vorrei.

Su Teatro Naturale vorrei raccontarvi di alcune donne – non produttrici – che hanno a cuore l'extravergine e si occupano di raccontarlo, promuoverlo, insegnarlo, non in Italia ma all'estero. Spesso infatti diamo per scontato che noi italiani siamo i migliori in quel che ci riguarda da vicino. Ma anche fuori dai nostri confini c'è chi si impegna per diffondere la cultura dell'extravergine, e questo non può che tornare anche a nostro vantaggio.

Penso a Nancy Harmon Jenkins, esperta americana di cucina e alimentazione mediterranea e grande appassionata di extravergine – ha anche un suo uliveto, in Toscana – che ha da poco pubblicato un libro di ricette e storie ad esso dedicate, Virgin Territory: Exploring the World of Olive Oil. O a Fabienne Roux, assaggiatrice francesce ed “elaiologa”, che nel 2012 ha aperto in Francia la Haute École Française de dégustation d'huile d'olive.

 

 

di Luciana Squadrilli

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